TRIESTE - Ora bisogna scomodare Kant, la Critica del giudizio e la differenza tra il bello e ciò che sta ancora più su, il sublime. Eliminando Varese, la Trieste del basket sperimenta questa somma categoria, tenuto conto dei suoi obiettivi e del suo budget s’intende. È una Coop incredibile: riesce a riprendersi la partita più volte di quante, e sono tante, non la regali, riesce a recuperare più palloni (17) di quanti, e sono tanti, non ne butti (16), riesce ad abbassare al 38 per cento la media di tiro degli avversari più di quanto, ed è tanto, non abbassi la propria (39 per cento). Vince, perde e rivince la partita, ricade nei soliti errori, si salva miracolosamente, allunga di un overtime lo spasmo fino all’urlo liberatorio dopo 45 minuti effettivi, ma due ore di orologio. Insieme ai giocatori e agli allenatori anche il pubblico suda sangue sugli spalti anche se sa essere trascinante solo nel rush finale.
Nella partita infinita della storia infinita con la Metis si gioca una guerra sottomarina con corpi che si arrotolano sul parquet, gambe che si alzano, infrazioni di passi non fischiati, palle contese a volontà. E una guerra aerea con tocchi, rimpalli, spintoni, rimbalzi e tap-in. Più che il frusciare delle retine, risuona il tonfo sordo del ferro dei canestri. La tensione dei play-off paralizza le mani di due squadre comunque non particolarmente felici nelle medie di tiro.
Sul 47-54 con un canestro dell’ineffabile Pozzecco che porta avanti i suoi di sette punti e 15 minuti da giocare, l’intero palasport fa una smorfia stizzita. L’incantesimo del terzo quarto non è spezzato, la maledizione pesa ancora sulla testa dei biancorossi e gli avvoltoi varesini volteggiano sul parquet in attesa di azzannare le carcasse avversarie. Una bomba di Davolio tiene fissato a 7 punti (56-63) il vantaggio ospite all’ultimo intervallo. Nell’ultimo quarto il primo squillo viene con una tripla di Washington e quando Maric fa deflagrare un’altra bomba e porta la Coop a un punto sul 68-69, la partita è riaperta con 4’50” da giocare. Per fermare le folate biancorosse, ma anche il dominio sotto canestro di Podestà (12 punti e 9 rimbalzi alla fine), Varese ha speso una marea di falli e i suoi uomini ora escono come birilli. In ordine sparso, finiscono in panca Conti, Vescovi, Hamilton, Zanus Fortes e Pejcinovic.
Trieste torna avanti con due liberi di Erdmann sul 70-69 a 3’40” dalla fine. I cambi di difesa, ora la Coop è a zona, danno frutti. La bomba di Pozzecco del 71-74 e due successivi tiri liberi sbagliati da Podestà fanno temere la capitolazione definitiva. La Coop non è feroce come il leone, nè veloce come il ghepardo, nè famelica come il giaguaro, ma ha sette vite come il gatto. Dal parquet raccoglie la spazzatura, è una riciclatrice folle di rifiuti. Ecco Pozzecco che stavolta sbaglia, ecco Varese che commette infrazione di campo, ecco che Washington (alla fine 12 punti, 5 rimbalzi e 17 di valutazione) sigla i due liberi del pareggio (74-74) a meno 25”.
Le coronarie dei tifosi stanno per saltare come tappi di champagne. Davolio con un libero porta avanti di uno Varese a -9”, a 3” dalla fine Jones (alla fine 15 punti, 4 rimbalzi e 3 recuperi) ha in mano i due tiri liberi della vittoria. Ne segna solo il secondo, ma nel giro di due secondi e mezzo la Coop che nell’ultima azione sbaglia difesa facendo un incredibile press a tutto campo, anzichè attendere a metà campo gli avversari, si fa superare con un lancio lungo e Francesco Conti ha a propria volta in mano, a un passo dal canestro, il pallone della vittoria. Ma qui Jones fa il miracolo dell’anno (più importante dei canestri della vittoria a Milano dopo cinquant’anni): s’invola in difesa e rifila uno stoppone a Francesco Conti.
È il supplementare, ma quando Varese si guarda attorno, si accorge di non avere più giocatori. Ha in campo quattro piccoli e un baby, piazza una zonaccia, ma in realtà il match resta aperto finchè Maric non piazza la bomba dell’86-80 e Pozzecco sull’altro versante non sbaglia ancora un tiro. Mancano solo 2 minuti, il resto è una marcetta biancorossa.
La Coop è sull’ottovolante anche del campionato, giusto premio la maxisfida dei quarti con la Benetton a partire già da domani a Treviso. Stasera dalle 20.30 prenotazioni per il pullman all’Hop store di via Costalunga. Già oggi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 gli abbonati possono comprare i biglietti per l’incontro di domenica alle 19 nella sede di via dei Macelli. La partita di ieri si può vedere integralmente oggi a mezzogiorno su TeleChiara.
Silvio Maranzana
Nella partita infinita della storia infinita con la Metis si gioca una guerra sottomarina con corpi che si arrotolano sul parquet, gambe che si alzano, infrazioni di passi non fischiati, palle contese a volontà. E una guerra aerea con tocchi, rimpalli, spintoni, rimbalzi e tap-in. Più che il frusciare delle retine, risuona il tonfo sordo del ferro dei canestri. La tensione dei play-off paralizza le mani di due squadre comunque non particolarmente felici nelle medie di tiro.
Sul 47-54 con un canestro dell’ineffabile Pozzecco che porta avanti i suoi di sette punti e 15 minuti da giocare, l’intero palasport fa una smorfia stizzita. L’incantesimo del terzo quarto non è spezzato, la maledizione pesa ancora sulla testa dei biancorossi e gli avvoltoi varesini volteggiano sul parquet in attesa di azzannare le carcasse avversarie. Una bomba di Davolio tiene fissato a 7 punti (56-63) il vantaggio ospite all’ultimo intervallo. Nell’ultimo quarto il primo squillo viene con una tripla di Washington e quando Maric fa deflagrare un’altra bomba e porta la Coop a un punto sul 68-69, la partita è riaperta con 4’50” da giocare. Per fermare le folate biancorosse, ma anche il dominio sotto canestro di Podestà (12 punti e 9 rimbalzi alla fine), Varese ha speso una marea di falli e i suoi uomini ora escono come birilli. In ordine sparso, finiscono in panca Conti, Vescovi, Hamilton, Zanus Fortes e Pejcinovic.
Trieste torna avanti con due liberi di Erdmann sul 70-69 a 3’40” dalla fine. I cambi di difesa, ora la Coop è a zona, danno frutti. La bomba di Pozzecco del 71-74 e due successivi tiri liberi sbagliati da Podestà fanno temere la capitolazione definitiva. La Coop non è feroce come il leone, nè veloce come il ghepardo, nè famelica come il giaguaro, ma ha sette vite come il gatto. Dal parquet raccoglie la spazzatura, è una riciclatrice folle di rifiuti. Ecco Pozzecco che stavolta sbaglia, ecco Varese che commette infrazione di campo, ecco che Washington (alla fine 12 punti, 5 rimbalzi e 17 di valutazione) sigla i due liberi del pareggio (74-74) a meno 25”.
Le coronarie dei tifosi stanno per saltare come tappi di champagne. Davolio con un libero porta avanti di uno Varese a -9”, a 3” dalla fine Jones (alla fine 15 punti, 4 rimbalzi e 3 recuperi) ha in mano i due tiri liberi della vittoria. Ne segna solo il secondo, ma nel giro di due secondi e mezzo la Coop che nell’ultima azione sbaglia difesa facendo un incredibile press a tutto campo, anzichè attendere a metà campo gli avversari, si fa superare con un lancio lungo e Francesco Conti ha a propria volta in mano, a un passo dal canestro, il pallone della vittoria. Ma qui Jones fa il miracolo dell’anno (più importante dei canestri della vittoria a Milano dopo cinquant’anni): s’invola in difesa e rifila uno stoppone a Francesco Conti.
È il supplementare, ma quando Varese si guarda attorno, si accorge di non avere più giocatori. Ha in campo quattro piccoli e un baby, piazza una zonaccia, ma in realtà il match resta aperto finchè Maric non piazza la bomba dell’86-80 e Pozzecco sull’altro versante non sbaglia ancora un tiro. Mancano solo 2 minuti, il resto è una marcetta biancorossa.
La Coop è sull’ottovolante anche del campionato, giusto premio la maxisfida dei quarti con la Benetton a partire già da domani a Treviso. Stasera dalle 20.30 prenotazioni per il pullman all’Hop store di via Costalunga. Già oggi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 gli abbonati possono comprare i biglietti per l’incontro di domenica alle 19 nella sede di via dei Macelli. La partita di ieri si può vedere integralmente oggi a mezzogiorno su TeleChiara.
Silvio Maranzana