ROSETO. Giorni di attesa e di speranza a Roseto dopo l'uscita dai play off scudetto dell' Euro per mano della Wurth Roma. Giorni in cui a notizie rassicuranti se ne alternano altre che vanno in direzione opposta, e in cui ognuno chiede un "rispettoso" silenzio, nemmeno fosse una vergogna trattare l'acquisto del Roseto basket. Così fanno tenerezza gli adolescenti che ieri pomeriggio facevano la fila davanti alla sede per cercare di rimediare una maglia del campione preferito, la stessa potrebbe avere un valore non indifferente nella malaugurata ipotesi che il titolo dovesse emigrare. Lunedì c'è stato il primo incontro tra le parti interessate, e tra domani e venerdì dovrebbe essercene un altro, ma reperire ulteriori notizie o personaggi disposti a parlare è un'impresa impossibile. C'è però chi, come sempre, non si tira indietro quando bisogna ripercorrere le tappe di un grande amore.
E' il capitano di mille battaglie, quel Mario Boni che, non a caso, sarà l'ultimo ad abbandonare la nave dopo averla condotto in porto dopo un'altra stagione da sogno.
Boni, è finito tutto?
«Non nascondo che mentre stava finendo la partita contro Roma ho avuto un momento di commozione, di quelli che ti prendono quando prendi coscienza dell'ineluttabilità del destino. In un attimo mi è passato davanti agli occhi il film della mia esperienza rosetana e mi sono venuti gli occhi lucidi».
E poi?
«Poi ci siamo commossi nello spogliatoio, quando c'è stato l'abbraccio con i compagni, con l'allenatore. Succederà ancora venerdì, quando saluterò gli amici».
Cosa resterà di questa esperienza?
L'azzurro del mare, come se fossero gli occhi di una donna bellissima! La gente, la sua genuinità che poi è tipica di questa terra. Impossibile non trovarsi bene qui a Roseto, ed è per questo che mi porterò dietro una miriade di emozioni, di momenti vissuti al massimo dell'intensità».
Ma è proprio finito tutto, anche per Roseto?
«Spero di no, che diamine! Leggo che ci sono delle trattative che potrebbero andare a buon fine. Credo che sia giunto il momento che chi ne ha la possibilità faccia qualcosa di molto importante per la città e per quella che è la sua più grande passione: la pallacanestro. Un po' quello che ha fatto Walter Scavolini per Pesaro. Forse non si guadagnerà con il basket, ma è un qualcosa che bisogna fare per la propria città».
Facciamo il gioco dei nomi con i quali ha avuto a che fare in questi due anni e mezzo, e li associ a un pensiero. Iniziamo dal "Grande Capo", Michele Martinelli.
«Un grande imprenditore che ha avuto il merito di dimostrare che si può abitare nei quartieri alti anche senza un grande budget».
Phil Melillo?
«Un grande allenatore».
Demis Cavina?
«Un giovane intelligente che diventerà presto un grande allenatore».
Bruno Impaloni?
«Un uomo con gli attributi».
Valerio Bianchini?
«Tra noi non c'è mai stato grande feeling».
Leo Busca?
«Un buon amico, un grande compagno di squadra e uno degli ultimi play maker in circolazione».
Paolo Moretti?
«Un grande giocatore e un compagno poco fortunato».
Jeff Sheppard?
«Purtroppo lo associo con l'inizio della fine"!
Stefano Attruia?
«Un grandissimo amico»
Di Mario Boni cosa pensa?
«Un grande giocatore, un uomo leale che sa ricordare i momenti belli e superare quelli brutti, dimenticando eventuali torti subiti».
Cosa farà Boni domani?
«Giocherò ancora a basket perché sto benissimo, e se proprio non posso farlo a Roseto vorrei giocare in una squadra del sud».
E come vincerà la nostalgia di Roseto?
«Chiuderò gli occhi e mi sembrerà di sentire il rumore del mare».
Giorgio Pomponi
E' il capitano di mille battaglie, quel Mario Boni che, non a caso, sarà l'ultimo ad abbandonare la nave dopo averla condotto in porto dopo un'altra stagione da sogno.
Boni, è finito tutto?
«Non nascondo che mentre stava finendo la partita contro Roma ho avuto un momento di commozione, di quelli che ti prendono quando prendi coscienza dell'ineluttabilità del destino. In un attimo mi è passato davanti agli occhi il film della mia esperienza rosetana e mi sono venuti gli occhi lucidi».
E poi?
«Poi ci siamo commossi nello spogliatoio, quando c'è stato l'abbraccio con i compagni, con l'allenatore. Succederà ancora venerdì, quando saluterò gli amici».
Cosa resterà di questa esperienza?
L'azzurro del mare, come se fossero gli occhi di una donna bellissima! La gente, la sua genuinità che poi è tipica di questa terra. Impossibile non trovarsi bene qui a Roseto, ed è per questo che mi porterò dietro una miriade di emozioni, di momenti vissuti al massimo dell'intensità».
Ma è proprio finito tutto, anche per Roseto?
«Spero di no, che diamine! Leggo che ci sono delle trattative che potrebbero andare a buon fine. Credo che sia giunto il momento che chi ne ha la possibilità faccia qualcosa di molto importante per la città e per quella che è la sua più grande passione: la pallacanestro. Un po' quello che ha fatto Walter Scavolini per Pesaro. Forse non si guadagnerà con il basket, ma è un qualcosa che bisogna fare per la propria città».
Facciamo il gioco dei nomi con i quali ha avuto a che fare in questi due anni e mezzo, e li associ a un pensiero. Iniziamo dal "Grande Capo", Michele Martinelli.
«Un grande imprenditore che ha avuto il merito di dimostrare che si può abitare nei quartieri alti anche senza un grande budget».
Phil Melillo?
«Un grande allenatore».
Demis Cavina?
«Un giovane intelligente che diventerà presto un grande allenatore».
Bruno Impaloni?
«Un uomo con gli attributi».
Valerio Bianchini?
«Tra noi non c'è mai stato grande feeling».
Leo Busca?
«Un buon amico, un grande compagno di squadra e uno degli ultimi play maker in circolazione».
Paolo Moretti?
«Un grande giocatore e un compagno poco fortunato».
Jeff Sheppard?
«Purtroppo lo associo con l'inizio della fine"!
Stefano Attruia?
«Un grandissimo amico»
Di Mario Boni cosa pensa?
«Un grande giocatore, un uomo leale che sa ricordare i momenti belli e superare quelli brutti, dimenticando eventuali torti subiti».
Cosa farà Boni domani?
«Giocherò ancora a basket perché sto benissimo, e se proprio non posso farlo a Roseto vorrei giocare in una squadra del sud».
E come vincerà la nostalgia di Roseto?
«Chiuderò gli occhi e mi sembrerà di sentire il rumore del mare».
Giorgio Pomponi