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Virtus, l´assalto dopo lo choc

Messina aspetta Pesaro: "L´Europa ci fa ancora male"

Se interessa una sensazione, alla vigilia dei quarti di play off che stasera manderanno in campo Kinder e Scavolini alle 20.30 al PalaMalaguti (solo in radio, Lattemiele), ieri l´umore di Ettore Messina era nero come la sua polo. Se invece, com´è più probabile, interessano le parole dettate dal coach sotto i voltoni del PalaMalaguti stesso, prima dell´ultimo allenamento di ieri (tutti presenti, a parte Smodis), eccole qua. Ma ecco anche la battuta, pronunciata a denti strettissimi, con la quale Messina medesimo ha dato il suo benvenuto ai cronisti: «Allora, volete sapere chi è andato a donne ieri notte?», manifestando un evidente malumore, volendo usare un eufemismo, per le voci incontrollate che circolano dentro e fuori l´ambiente di questi tempi.
Messina, alla palla a due di stasera la Virtus ci arriverà avendo digerito del tutto il colpo incassato alla Final four, oppure no?
«Digerito un tubo. Se è vero che la Benetton, dopo aver perso la semifinale con l´Aek a Barcellona, fu eliminata da Reggio Emilia ai quarti, e che sia noi che la Fortitudo, dopo aver perso a Monaco, fummo eliminati in semifinale, significa che storicamente chi esce sconfitto dalla Final Four accusa un brutto colpo, e soprattutto fa molta fatica a vincere i play off. Quindi, se ora mi presentassi a dire che siamo tutti felici e contenti, direi una solenne sciocchezza».
Magari non l´aiuta nemmeno il brutto ricordo di quel -33 incassato proprio a Pesaro, che fu poi il preludio al noto terremoto avviato dall´esonero...
«A Pesaro giocammo una brutta partita, loro invece giocarono benissimo, quindi come giusto perdemmo male. Ma non credo che sia stata quella partita il preludio al mio esonero, anzi lo escludo».
Lo esclude ora, o lo escluse da subito?
«Da subito. Non ho mai creduto che una partita persa male potesse produrre una decisione del genere. Non c´era bisogno di riflettere per capirlo».
E dover incontrare la Scavolini, per tornare all´oggi, quali riflessioni induce?
«Soprattutto una: è un avversario che proprio alla vigilia del play off è riuscito a dare espressione a tutte le sue potenzialità, come non sempre gli era riuscito durante la stagione regolare. E quando a Pesaro tornano tutti i conti, diventano pericolosissimi».
Pecile ha detto di voler fare in fretta a chiudere la serie con la Virtus, perché deve andare a vedere il concerto di Elton John. Potete fare qualcosa per il ragazzo?
«Sì, come no. Faremo di tutto per mandarcelo, anche se mi auguro non con l´umore migliore per godersi un concerto».
L´assenza di Smodis cosa vi toglie?
«Semplice, si riducono le rotazioni, ma soprattutto non avremo quel tipo di giocatore. Semplice, ma non poco».
Poi magari succede che davanti a un´assenza importante tutti danno una mano in più, no?
«Di sicuro non nel tiro da tre… Però sì, tutti daranno qualcosa in più, me l´aspetto anch´io. Ma non occorrerà fare i miracoli, sia ben chiaro. Basterà essere sempre all´altezza. Poi è anche vero che in tanti avranno più minuti a disposizione, volendo anche più possibilità di sbagliare, dunque presumo più tranquillità nel giocare».
I quattro piccoli diventeranno molto più frequenti?
«Detto che non è la Scavolini la squadra ideale per giocare con i quattro piccoli, indubbiamente senza Smodis ricorreremo più spesso a quell´ipotesi, su cui però bisogna lavorare bene in allenamento, altrimenti si fanno figure orrende. Semmai, sarebbe più utile utilizzarli contro la Benetton, nel caso in cui dovessimo arrivarci, naturalmente».
Insomma, si aprono spiragli più ampi di partita anche per Granger, giusto?
«Sì, Granger sta lavorando bene, e certamente dell´assenza di Smodis indirettamente potrà beneficiare anche lui».
Le va di iscriversi al partito dei tanti che alla vigilia dei play off hanno battezzato la favorita per lo scudetto?
«Ecco, se c´è proprio una cosa che non capisco è questo giochino in cui tutti sparano a casaccio il nome di una favorita che poi, quasi regolarmente, non è mai quella che vince. Che io mi ricordi, i favoriti hanno vinto davvero una sola volta, negli ultimi tempi: noi, l´anno scorso».
Giovanni Egidio
Fonte: La Repubblica
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