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Scavolini, cancellare il tabù degli imbattibili

Pillastrini: "Determinanti i nostri lunghi ed il contropiede"

PESARO — Da stasera, sulle tavole di Casalecchio un ostacolo enorme si para davanti alla Scavolini (ore 20,30 fischiano Grossi e Lo Guzzo). Un moloch, questa Virtus che, se superato, spedirebbe Pesaro non proprio in paradiso ma «appena» in semifinale, esattamente dove approdò già l'anno passato. Verrebbe voglia di mettersi a piangere, a pensarci, ma sicuramente agli occhi dei veri intenditori pesaresi una semifinale guadagnata eliminando la Virtus varrebbe mille volte di più che sbattendo fuori Udine, fra l'altro in cinque partite sofferte. Finalmente nei playoff la Scavolini non parte ad handicap e si presenta per la prima volta al completo nella fase che conta da quando è tornata nella massima serie: due anni fa mancava Booker, l'anno scorso praticamente non c'era DeMarco, prima fuggiasco e poi «strappato» al polpaccio. Di fronte, invece, un'avversaria incerottata, almeno così pare: Smodis si opera domattina allo scafoide, mentre Griffith, Andersen e Rigaudeau lamentano problemi vari, tanto che martedì sono stati tenuti a riposo ma ieri erano tutti al loro posto. E Messina non è certo il tipo che ha bisogno di fare pretattica: «Adesso si allenano, se alla fine sono interi giocano», ha bofonchiato ieri pomeriggio prima di mettersi a preparare le tattiche anti-Scavolini. Che dovrebbero essere quelle che hanno funzionato bene, purtroppo per i pesaresi, in Coppa Italia: difesa d'anticipo sui piccoli per evitare che vengano innescati i lunghi biancorossi, con Jaric che cercherà di mettere ancora la museruola a Booker cercando di metterla sul fisico.
«La Kinder non inventa mai niente, il suo gioco è più che collaudato e per quanto mi riguarda non ho nessuna magata in testa, nessuna sorpresa studiata a tavolino perché la sorpresa spero che sappiano farla i ragazzi in campo — sorride sereno Pillastrini —. Piuttosto ci sono alcuni punti su cui ho insistito molto e che potrebbero farci giocare la partita che vogliamo e metterci in condizione di combinare qualcosa di veramente bello».
Li elenca con grande semplicità questi comandamenti, il coach biancorosso: «Primo non concedere penetrazioni facili ai loro esterni perché il penetra e scarica della Virtus funziona poi ad occhi chiusi è di una velocità terrificante; secondo cercare di tagliare il più possibile i rifornimenti a Griffith perché non diventi un fattore; terzo il controllo dei rimbalzi; quarto puntare ad avere un saldo positivo tra palle perse e recuperi».
Tutte raccomandazioni difensive: e l'attacco? «Se abbiamo il controllo dei rimbalzi e la difesa produce palle recuperate, il nostro contropiede sa essere travolgente ed è la prima opzione. Altrimenti dobbiamo mettere la palla sotto, perché DeMarco è il giocatore su cui abbiamo deciso di appoggiare il nostro gioco durante la sosta, potendo lavorare meglio sull'amalgama tra lui e Blair. Poi devono essere bravi i nostri lunghi, se l'area della Kinder si chiude su di loro, a riaprire fuori: per quello che il nostro gioco è sembrato così arioso contro Fabriano. In questo momento della stagione, con le squadre che si conoscono a memoria, è difficile inventare: basterrebbe riuscire a fare al 100% quanto è nelle nostre possibilità, sfruttando le nostre caratteristiche migliori».
Atmosfera carica tra i tifosi, che hanno accettato di buon grado il «salasso» (34 euro i biglietti più economici a Casalecchio) pur di assistere dal vivo a quella che molti ritengono la partita chiave per dare alla serie un'impronta un po' meno bianconera del solito.
Elisabetta Ferri
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