Kinder -Scavolini (palla a due alle 20,30 al PalaMalaguti): se non ci fosse una finale di Eurolega, si potrebbe tornare con il pensiero a quel 9 marzo quando la Virtus, a Pesaro, incassò un pesante passivo (95-62). E che quell'Eurolega pesi ancora lo dice, senza mezzi termini, proprio il coach, Ettore Messina. «La finale con il Panathinaikos? Non abbiamo digerito un tubo, quando perdi così… E poi c'è la storia che ci ricorda certe situazioni: la Benetton che a Barcellona, nel 1998, perse la semifinale con l'Aek Atene, si fece cacciar fuori, nei quarti, da una Reggio Emilia priva di Mitchell. Un anno più tardi, dopo il derby di Monaco, sia noi sia la Fortitudo uscimmo in semifinale. Le premesse, storicamente parlando, non ci sono certo favorevoli. Però dobbiamo cercare di superare questo momento. Anche se quella sconfitta non l'abbiamo ancora digerita».
L'ultimo precedente con Pesaro è il –33: il ko che causò, per certi versi, l'esonero di Messina. «Ma non posso pensare — commenta Ettore — che quella partita abbia scatenato quella reazione. Giocammo una partita mediocre e perdemmo».
Contro una Scavolini che, in quell'occasione, girava a mille. «Loro — insiste Messina — da sempre vantano un potenziale enorme. Se li lasci giocare diventano pericolosi». Pecile, play di scorta della Scavolini, ha detto che vuol chiudere in quattro gare perché poi ci sarà il concerto di uno dei suoi beniamini, Elton John. «Cosa volete che dica – abbozza Ettore – che spero che vada a vederlo. Ma senza essere troppo contento». Poi c'è il solito tormentone, legato all'immagine di una Virtus favorita. «E' una barzelletta — insiste il coach — per rompere un po'. Finisce inevitabilmente che vince chi non gode dei favori del pronostico. Solo un anno fa, noi, facemmo un'eccezione».
Mancherà Smodis, in quintetto tornerà Frosini. «Ci sarebbe tornato ugualmente — conclude Messina — perché Fro ha le caratteristiche adatte per marcare DeMarco Johnson, che ora è inserito nel migliore dei modi.
Andersen darà il cambio sia a Frosini sia a Griffith. E poi proveremo la carta dei quattro piccoli. Anche se la Scavolini non è l'avversaria più adatta. Lo sarebbe la Benetton, ma prima bisognerà arrivarci».
Da stasera in vendita allo stand Virtus, gestito in collaborazione con Libri di Sport di Riccardo Morandotti, i poster dei giocatori della Kinder. I poster, 63x93 centimetri, di Jaric, Griffith e Ginobili saranno disponibili in tiratura limitata e al prezzo di 10 euro l'uno.
Alessandro Gallo
L'ultimo precedente con Pesaro è il –33: il ko che causò, per certi versi, l'esonero di Messina. «Ma non posso pensare — commenta Ettore — che quella partita abbia scatenato quella reazione. Giocammo una partita mediocre e perdemmo».
Contro una Scavolini che, in quell'occasione, girava a mille. «Loro — insiste Messina — da sempre vantano un potenziale enorme. Se li lasci giocare diventano pericolosi». Pecile, play di scorta della Scavolini, ha detto che vuol chiudere in quattro gare perché poi ci sarà il concerto di uno dei suoi beniamini, Elton John. «Cosa volete che dica – abbozza Ettore – che spero che vada a vederlo. Ma senza essere troppo contento». Poi c'è il solito tormentone, legato all'immagine di una Virtus favorita. «E' una barzelletta — insiste il coach — per rompere un po'. Finisce inevitabilmente che vince chi non gode dei favori del pronostico. Solo un anno fa, noi, facemmo un'eccezione».
Mancherà Smodis, in quintetto tornerà Frosini. «Ci sarebbe tornato ugualmente — conclude Messina — perché Fro ha le caratteristiche adatte per marcare DeMarco Johnson, che ora è inserito nel migliore dei modi.
Andersen darà il cambio sia a Frosini sia a Griffith. E poi proveremo la carta dei quattro piccoli. Anche se la Scavolini non è l'avversaria più adatta. Lo sarebbe la Benetton, ma prima bisognerà arrivarci».
Da stasera in vendita allo stand Virtus, gestito in collaborazione con Libri di Sport di Riccardo Morandotti, i poster dei giocatori della Kinder. I poster, 63x93 centimetri, di Jaric, Griffith e Ginobili saranno disponibili in tiratura limitata e al prezzo di 10 euro l'uno.
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino