FABRIANO — «La società ha già posto le basi per un progetto futuro teso a vedere il Fabriano basket stabilmente protagonista del massimo campionato di pallancanestro». E' la promessa che, tramite un comunicato stampa, il Consiglio di amministrazione fa alla città dopo la riunione di fine campionato, annunciando, in buona sostanza, che, in termini di solidità economica non dovrebbero esserci problemi. Stessero realmente così le cose, già sarebbe un buon punto di partenza perché più di qualcuno dopo la «disfatta» agonistica con la Scavolini ha temuto la fuga di sponsorizzazioni e portafogli dal basket fabrianese.
«Siamo uniti». Ma più che altro si attendeva il confronto interno, quello per capire se davvero esisteva e quanto profonda poteva essere la frattura tra le «correnti» in seno alla dirigenza. «Unanime — recita la nota, a cui si affida l'intero Cda — è stato il consenso verso il presidente Claudio Biondi ed il vice Antonio Ninno, i quali hanno ribadito che tra loro non vi è stato mai alcun attrito o incomprensione, contrariamente a quanto riportato arbitrariamente e senza motivo alcuno da taluni organi di stampa». Prendiamo atto, anche se per il bene della pallacanestro locale vogliamo sperare che — una volta per tutte — si siano realmente chiariti ruoli, gerarchie e soprattutto organizzazione, al di là dei formalismi di rito onde non ripetere episodi sconcertanti come quello legato all'ultima sconfitta di Pesaro. A cui, ripetiamolo ancora una volta, si è arrivati non solanto per colpa dei giocatori.
Partono o no? Nessuna menzione, invece, nelle venti righe dell'intervento scritto per l'annunciata (nella calda conferenza stampa di lunedì scorso) presa di posizione in riferimento al soggiorno «obbligato» a Fabriano da parte dei giocatori con tanto di allenamenti punitivi. Martedì e mercoledì il gruppo è rimasto in attesa di notizie dal Consiglio di amministrazione, ma anche ieri al palas niente sedute collettive. L'impressione (a quella bisogna affidarsi in assenza di comunicazioni…) è, comunque, che la «sparata» vada ridimensiondosi fino ad annullare il ventilato provvedimento di non partenza di qui al 30 maggio.
Intanto la società informa che oggi (fino alle 12) è l'ultimo giorno disponibile per presentarsi presso la sede di via Di Vittorio per il rimborso del biglietto della partita con la Scavolini.
Alessandro Di Marco
«Siamo uniti». Ma più che altro si attendeva il confronto interno, quello per capire se davvero esisteva e quanto profonda poteva essere la frattura tra le «correnti» in seno alla dirigenza. «Unanime — recita la nota, a cui si affida l'intero Cda — è stato il consenso verso il presidente Claudio Biondi ed il vice Antonio Ninno, i quali hanno ribadito che tra loro non vi è stato mai alcun attrito o incomprensione, contrariamente a quanto riportato arbitrariamente e senza motivo alcuno da taluni organi di stampa». Prendiamo atto, anche se per il bene della pallacanestro locale vogliamo sperare che — una volta per tutte — si siano realmente chiariti ruoli, gerarchie e soprattutto organizzazione, al di là dei formalismi di rito onde non ripetere episodi sconcertanti come quello legato all'ultima sconfitta di Pesaro. A cui, ripetiamolo ancora una volta, si è arrivati non solanto per colpa dei giocatori.
Partono o no? Nessuna menzione, invece, nelle venti righe dell'intervento scritto per l'annunciata (nella calda conferenza stampa di lunedì scorso) presa di posizione in riferimento al soggiorno «obbligato» a Fabriano da parte dei giocatori con tanto di allenamenti punitivi. Martedì e mercoledì il gruppo è rimasto in attesa di notizie dal Consiglio di amministrazione, ma anche ieri al palas niente sedute collettive. L'impressione (a quella bisogna affidarsi in assenza di comunicazioni…) è, comunque, che la «sparata» vada ridimensiondosi fino ad annullare il ventilato provvedimento di non partenza di qui al 30 maggio.
Intanto la società informa che oggi (fino alle 12) è l'ultimo giorno disponibile per presentarsi presso la sede di via Di Vittorio per il rimborso del biglietto della partita con la Scavolini.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino