Crescono le squadre, cala lo spettacolo. E' normale allora che, in un panorama di flessione generalizzata, anche la Snaidero, alla voce pubblico, si veda costretta ad incassare, facendo due rapidi conteggi, un lieve deficit di interesse. La gente arancione, che già in sede di campagna abbonamenti aveva manifestato un primo, sia pure impercettibile scollamento rispetto all'anno del grande ritorno di A1, si è infatti accostato ai botteghini con circospezione anche se, complessivamente, non si può certo affermare che Udine abbia patito un clima di abbandono. Accusato il colpo dell'addio di Charlie Smith (checchè se ne dica, tante tessere erano garantite dalla sola presenza del "Ragno", personaggio di grande impatto spettacolare), la formazione allestita con il richiamo delle sirene Gentile ed Esposito avrebbe anche potuto raccogliere consensi, conquistando gli scettici con i risultati. Il naufragio dell'idea ha invece fatto il resto, alimentando le diffidenze.
I NUMERI.Nella stagione del ritorno in A1 la Snaidero totalizzò 54807 spettatori ufficiali, con una media di 3224 presenze a partita. L'esaurito fu raggiunto soltanto in un paio di occasioni di regular season: contro la Benetton e nel derby con Trieste (entrambe le volte la formazione di Boniciolli uscì sconfitta). L'annata appena conclusa, malgrado un appuntamento casalingo in più (al via c'erano 19 franchigie, contro le 18 della precedente stagione) ha invece radunato al palasport Carnera un totale di 51470 anime, con un massimo di 3650 spettatori per la vittoriosa sfida (ancora lei!) alla Benetton. In controtendenza, e anche parecchio, sono invece andate la Scavolini (da 82104 a 100966 spettatori), Siena (da 69551 a 86023), Cantù (da 37700 a 51852) Varese (da 48676 a 60596) e Treviso (da 45300 a 562129).
COPPA SNOBBATA.Si pensava che la Saporta potesse compensare, pigiando sul tasto della curiosità, l'affluenza del campionato: il funesto esordio di Valencia ha invece subito spento i primi falò, anche se poi la Snaidero si è brilllantemente risollevata, chiudendo il girone proprio dietro la schiena degli spagnoli. Ma nemmeno per la gara di ritorno degli ottavi con Gersualemme, complice in particolare il clima di notevole tensione che avvolgeva l'evento, ai Rizzi era accorso (anzi) il pubblico delle cosiddette grandi occasioni....
PROSPETTIVE.Difficile ipotizzare quale sarà la reazione del tifoso in vista del terzo anno consecutivo in serie A. Nessuno chiede la luna, anche se i play off sono una bella prospettiva e l' Europa una scintillante vetrina sul piano aziendale: basterà ripartire con idee chiare, scegliendo bene le persone (prima di tutto) e poi i giocatori. E irrobustire una struttura ancora troppo fragile, sia numericamente che sul piano dell'esperienza.
Roberto Zanitti
I NUMERI.Nella stagione del ritorno in A1 la Snaidero totalizzò 54807 spettatori ufficiali, con una media di 3224 presenze a partita. L'esaurito fu raggiunto soltanto in un paio di occasioni di regular season: contro la Benetton e nel derby con Trieste (entrambe le volte la formazione di Boniciolli uscì sconfitta). L'annata appena conclusa, malgrado un appuntamento casalingo in più (al via c'erano 19 franchigie, contro le 18 della precedente stagione) ha invece radunato al palasport Carnera un totale di 51470 anime, con un massimo di 3650 spettatori per la vittoriosa sfida (ancora lei!) alla Benetton. In controtendenza, e anche parecchio, sono invece andate la Scavolini (da 82104 a 100966 spettatori), Siena (da 69551 a 86023), Cantù (da 37700 a 51852) Varese (da 48676 a 60596) e Treviso (da 45300 a 562129).
COPPA SNOBBATA.Si pensava che la Saporta potesse compensare, pigiando sul tasto della curiosità, l'affluenza del campionato: il funesto esordio di Valencia ha invece subito spento i primi falò, anche se poi la Snaidero si è brilllantemente risollevata, chiudendo il girone proprio dietro la schiena degli spagnoli. Ma nemmeno per la gara di ritorno degli ottavi con Gersualemme, complice in particolare il clima di notevole tensione che avvolgeva l'evento, ai Rizzi era accorso (anzi) il pubblico delle cosiddette grandi occasioni....
PROSPETTIVE.Difficile ipotizzare quale sarà la reazione del tifoso in vista del terzo anno consecutivo in serie A. Nessuno chiede la luna, anche se i play off sono una bella prospettiva e l' Europa una scintillante vetrina sul piano aziendale: basterà ripartire con idee chiare, scegliendo bene le persone (prima di tutto) e poi i giocatori. E irrobustire una struttura ancora troppo fragile, sia numericamente che sul piano dell'esperienza.
Roberto Zanitti
Fonte: Il Gazzettino