FABRIANO — Prima di tutto i quattrini. Senza di quelli, non ci sono allenatori, giocatori e trattative varie che tengano in un mercato, peraltro, lunghissimo e quasi sempre aperto. Fabriano, insomma, riparte dalla base, dalla più innegabile delle priorietà per mettersi alle spalle le amarezze dell'ultimo scampolo di stagione. «Questo periodo — conferma il presidente Claudio Biondi — lo dedicheremo alla valutazione delle capacità finanziarie della società. Non so quanto ci impiegheremo, ma senza la certezza delle potenzialità di spesa, è impossibile parlare di progetti e programmi».
«Più soldi…». La scorsa stagione, con le vecchie lire, si arrivò attorno ai tre miliardi e mezzo di spesa per sostenere i costi di giocatori e oraganizzazione varia. «Quest'anno speriamo di fare di meglio — rilancia la sfida Biondi —. Per questo intendiamo metterci sùbito al lavoro per contattare finanziatori e sponsor vecchi e nuovi per conoscere le loro disponibilità a sostenerci. Parleremo con la Banca Marche che in questi due anni ci è stata molto vicina, così come con la famiglia Merloni, sempre particolarmente sensibile al richiamo della pallacanestro».
«Ancora play-off». Pur in assenza di certezze sulla definizione del budget, l'idea di massima è chiara. «Abbiamo sempre compiuto un passo alla volta. La scorsa stagione la promozione in A1, stavolta la salvezza e il raggiungimento dei play-off. Ecco, per il prossimo campionato vorremmo salire di un altro piccolo gradino: magari entrare di nuovo negli spareggi scudetto ed essere ancora più competitivi. Su questa base il Consiglio di amministrazione ha dimostrato totale comunione di intenti, per cui sono fiducioso che la bella favola del basket fabrianese possa scrivere un altro appassionante capitolo».
Giemme o no? Una volta completato il… giro tributi, si passerà oltre per affrontare il più classico dei «dilemmi». Sarà, cioè, il caso di affidare la gestione della squadra a un manager esterno o si riproporrà la soluzione interna dell'ultima annata? Decisamente più probabile la prima ipotesi, anche per ritrovare quella compattezza nella linea societaria determinante per non farsi sfuggire di mano la situazione, come accaduto nell'ingloriosa chiusura di torneo. Problema, checchè se ne dica, innegabile, acuito dall'annuncio della permanenza punitiva dei giocatori a Fabriano con un provvedimento, però, solo minacciato e a quanto pare non attuato. Nel caso in cui ci si indirizzi proprio verso un plenipotenziario «amministratore» non fabrianese (alla Carasso, tanto per capirci) potrebbe essere lui stesso a pronunciarsi sulla scelta del coach. Per la successione di Lasi (pressochè impossibile che rimanga) restano comunque in ballo i nomi «marchigiani» (Pancotto, ma sembra inavvicinabile, il vincente Baldinelli e l'attuale vice Ciaboco), ma, appunto, la scelta definitiva è ancora lontanuccia.
Alessandro Di Marco
«Più soldi…». La scorsa stagione, con le vecchie lire, si arrivò attorno ai tre miliardi e mezzo di spesa per sostenere i costi di giocatori e oraganizzazione varia. «Quest'anno speriamo di fare di meglio — rilancia la sfida Biondi —. Per questo intendiamo metterci sùbito al lavoro per contattare finanziatori e sponsor vecchi e nuovi per conoscere le loro disponibilità a sostenerci. Parleremo con la Banca Marche che in questi due anni ci è stata molto vicina, così come con la famiglia Merloni, sempre particolarmente sensibile al richiamo della pallacanestro».
«Ancora play-off». Pur in assenza di certezze sulla definizione del budget, l'idea di massima è chiara. «Abbiamo sempre compiuto un passo alla volta. La scorsa stagione la promozione in A1, stavolta la salvezza e il raggiungimento dei play-off. Ecco, per il prossimo campionato vorremmo salire di un altro piccolo gradino: magari entrare di nuovo negli spareggi scudetto ed essere ancora più competitivi. Su questa base il Consiglio di amministrazione ha dimostrato totale comunione di intenti, per cui sono fiducioso che la bella favola del basket fabrianese possa scrivere un altro appassionante capitolo».
Giemme o no? Una volta completato il… giro tributi, si passerà oltre per affrontare il più classico dei «dilemmi». Sarà, cioè, il caso di affidare la gestione della squadra a un manager esterno o si riproporrà la soluzione interna dell'ultima annata? Decisamente più probabile la prima ipotesi, anche per ritrovare quella compattezza nella linea societaria determinante per non farsi sfuggire di mano la situazione, come accaduto nell'ingloriosa chiusura di torneo. Problema, checchè se ne dica, innegabile, acuito dall'annuncio della permanenza punitiva dei giocatori a Fabriano con un provvedimento, però, solo minacciato e a quanto pare non attuato. Nel caso in cui ci si indirizzi proprio verso un plenipotenziario «amministratore» non fabrianese (alla Carasso, tanto per capirci) potrebbe essere lui stesso a pronunciarsi sulla scelta del coach. Per la successione di Lasi (pressochè impossibile che rimanga) restano comunque in ballo i nomi «marchigiani» (Pancotto, ma sembra inavvicinabile, il vincente Baldinelli e l'attuale vice Ciaboco), ma, appunto, la scelta definitiva è ancora lontanuccia.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino