TRIESTE - L’uragano Benetton è pronto a scatenarsi sul PalaTrieste. Impatto previsto domani alle 19 quando, per la gara 2 dei quarti di finale play off, la formazione di D’Antoni lancerà l’assalto alla Coop Nordest.
Reduce dalla batosta rimediata giovedì sera a Treviso, la formazione triestina si è concessa un giorno di riposo tanto meritato quanto indispensabile per rigenerarsi dopo il tour de force che l’ha vista in campo quattro volte negli ultimi otto giorni. Cesare Pancotto, dunque, dopo il 118-90 «rimediato» al Palaverde, ha voluto lasciare ai suoi ragazzi il tempo di tirare il fiato. «Treviso si è confermata fortissima – racconta Pancotto – un vero animale da play-off. La gara-1 di giovedì ha ribadito che la Benetton rappresenta per noi il massimo della difficoltà ma dobbiamo vivere questa sfida come un nuovo traguardo da raggiungere in una stagione che ci ha già visti conquistare tanto».
Pensa positivo, dunque, il coach marchigiano nonostante il grande freddo calato nella notte trevigiana. Un clima di fiducia che si è respirato anche nella conferenza stampa del dopo partita di giovedì quando, alla domanda di un giornalista «A questo punto il vostro obiettivo resta quello di vincere almeno una partita» Cesarone ha replicato «Bisogna porsi sempre il massimo traguardo quindi, più che una singola gara, puntiamo a vincere la serie».
Al di là delle intenzioni, resta comunque negli occhi l’immagine di una Benetton inarrestabile. Una squadra capace di produrre spettacolo e che, tirando con le percentuali di gara-1, diventa un brutto cliente non solo per Trieste ma per chiunque si troverà a incrociarne il passo nel lungo cammino verso lo scudetto. Senza Stojc, con Nachbar a riposo precauzionale («Vorrei averli io i problemi di D’Antoni – scherzava giovedì Pancotto») la Benetton ha comunque prodotto grande basket mettendo in vetrina un «corri e tira» mozzafiato.
La Coop Nordest non deve comunque farsi intimorire e domani dovrà innanzitutto cercare di portare in campo il grande spirito dimostrato contro Varese. «Cercheremo di concentrarci su uno o due aspetti del gioco della Benetton – conclude Pancotto –, perché se pensassimo di trovare una contromisura per ogni loro arma finiremmo per farci girare la testa e su cento partite vincerebbero sempre loro. Dobbiamo lavorare per abbassare il numero di tiri e le percentuali e limitare il loro contropiede. Partendo da questi obiettivi possiamo pensare di costruire la nostra partita aggiungendo altri armi in attacco: disciplina nelle scelte offensive, buone percentuali, poche palle perse e presenza a rimbalzo».
Uno spirito positivo che ha animato anche il pubblico triestino presente a Treviso («Considerando le sei ore di fuso – scherzava un tifoso con un chiaro riferimento stile Nba di Treviso – non siamo neanche andati male») che deve essere il filo conduttore della gara-2. Un’occasione di festa per il grande pubblico del PalaTrieste chiamato a sostenere la squadra nel corso dei 40 minuti e, nella malaugurata ipotesi di una sconfitta, ad abbracciare con un caloroso applauso la squadra per ringraziarla del grande campionato disputato.
Lorenzo Gatto
Reduce dalla batosta rimediata giovedì sera a Treviso, la formazione triestina si è concessa un giorno di riposo tanto meritato quanto indispensabile per rigenerarsi dopo il tour de force che l’ha vista in campo quattro volte negli ultimi otto giorni. Cesare Pancotto, dunque, dopo il 118-90 «rimediato» al Palaverde, ha voluto lasciare ai suoi ragazzi il tempo di tirare il fiato. «Treviso si è confermata fortissima – racconta Pancotto – un vero animale da play-off. La gara-1 di giovedì ha ribadito che la Benetton rappresenta per noi il massimo della difficoltà ma dobbiamo vivere questa sfida come un nuovo traguardo da raggiungere in una stagione che ci ha già visti conquistare tanto».
Pensa positivo, dunque, il coach marchigiano nonostante il grande freddo calato nella notte trevigiana. Un clima di fiducia che si è respirato anche nella conferenza stampa del dopo partita di giovedì quando, alla domanda di un giornalista «A questo punto il vostro obiettivo resta quello di vincere almeno una partita» Cesarone ha replicato «Bisogna porsi sempre il massimo traguardo quindi, più che una singola gara, puntiamo a vincere la serie».
Al di là delle intenzioni, resta comunque negli occhi l’immagine di una Benetton inarrestabile. Una squadra capace di produrre spettacolo e che, tirando con le percentuali di gara-1, diventa un brutto cliente non solo per Trieste ma per chiunque si troverà a incrociarne il passo nel lungo cammino verso lo scudetto. Senza Stojc, con Nachbar a riposo precauzionale («Vorrei averli io i problemi di D’Antoni – scherzava giovedì Pancotto») la Benetton ha comunque prodotto grande basket mettendo in vetrina un «corri e tira» mozzafiato.
La Coop Nordest non deve comunque farsi intimorire e domani dovrà innanzitutto cercare di portare in campo il grande spirito dimostrato contro Varese. «Cercheremo di concentrarci su uno o due aspetti del gioco della Benetton – conclude Pancotto –, perché se pensassimo di trovare una contromisura per ogni loro arma finiremmo per farci girare la testa e su cento partite vincerebbero sempre loro. Dobbiamo lavorare per abbassare il numero di tiri e le percentuali e limitare il loro contropiede. Partendo da questi obiettivi possiamo pensare di costruire la nostra partita aggiungendo altri armi in attacco: disciplina nelle scelte offensive, buone percentuali, poche palle perse e presenza a rimbalzo».
Uno spirito positivo che ha animato anche il pubblico triestino presente a Treviso («Considerando le sei ore di fuso – scherzava un tifoso con un chiaro riferimento stile Nba di Treviso – non siamo neanche andati male») che deve essere il filo conduttore della gara-2. Un’occasione di festa per il grande pubblico del PalaTrieste chiamato a sostenere la squadra nel corso dei 40 minuti e, nella malaugurata ipotesi di una sconfitta, ad abbracciare con un caloroso applauso la squadra per ringraziarla del grande campionato disputato.
Lorenzo Gatto