MADRIGALI sarà al suo posto per il derby, ritrovando la poltroncina su cui non riuscì a sedersi dieci giorni fa, contro Trieste, in seguito alle minacce, alla sollevazione e all´invasione pro-Messina. Da allora è successo di tutto, e qualcosa sicuramente è cambiato: ma la Virtus trionfante a Madrid, la Fortitudo crollata in casa con Pesaro e la presenza, domani sera, del comune, antico nemico cittadino sono tutti fattori che potrebbero stemperare il clima di casa Virtus. Il risultato in ballo nel derby è invece molto importante per la Kinder che per la Skipper, anche in prospettiva di secondo posto, se non più di primo. In ogni caso, l´accoglienza che verrà riservata dal pubblico bianconero al presidente dopo il clamoroso dietrofront sul tecnico è un´incognita inedita da derby.
Cosa potrebbe accadere? Difficile da dire. Smodis, uno dei protagonisti del sacco di Madrid, si augura tranquillità. «Vorrei che i nostri tifosi ci dessero una mano, in quello sono davvero importanti. In caso contrario renderebbero le cose molto più difficili di quel che sono. Un´altra serata come quella con Trieste non ci andrebbe bene in campo. Ci sono stati dei problemi, ma se posso dare un consiglio, faccio appello perché tutti tengano duro fino al termine del campionato».
A Madrid un trionfo, adesso la Fortitudo col vento in poppa. «Sette giorni fa non era così: infatti a Fabriano le cose non sono state giuste. Io credo di essere in un buon momento, ma la Skipper, pur non essendo in un buon momento, non è a zero. E poi noi dobbiamo battere loro e Treviso se vogliamo ancora avere una speranza per il primo posto». Con Madrid è stata una bella prova di forza. «Dimostrazioni la Virtus ne deve dare sempre, anche se in questi giorni è difficile tenere la testa a posto: e infatti io a Fabriano ero molto arrabbiato. E non facciamo troppi salti in avanti. Il derby molto probabilmente sarà come tanti altri: non credo ci saranno grandi vanataggi, potrà decidere un pallone in più, canestro, rimbalzo o recupero che sia».
Sull´altra sponda naturalmente il morale non è all´apice. La botta con la Scavolini brucia ancora, il derby incombe: ma soprattutto preoccupano gli acciacchi. La caviglia di Basile, la lombalgia di Kovacic e il ginocchio di Pilutti hanno impedito ai tre di allenarsi con la squadra, ieri in Furla. Per questi solo terapia in palestra: rimangono tutti in fortissimo dubbio. Poi, qualcuno alla fine sarà reclutato e magari usato col bilancino: tutto sommato, è Barcellona la partita chiave del futuro imminente dell´Aquila, risparmiare uomini ed energie in un derby che conta il giusto, per la classifica, potrebbe rivelarsi una strategia preferibile. Anche le ginocchia di Savic, infine, non sono al massimo.
Milic però non ci vuole marciar sopra. «Abbiamo molti infortunati. E allora? Non è un motivo per piangerci addosso: ce li hanno anche gli altri. Cosa dovrebbe dire la Kinder, così a lungo senza Griffith e Becirovic? Noi stiamo giocando male, con alti e bassi. Sarebbe ora di ricominciare. La Virtus ha ripreso ad andar forte, noi a Pesaro abbiamo concesso di tutto ed ora col Barca sarà fondamentale. Ma nessuno vuole perdere un derby. Se ti va male ti prendono sempre in mezzo, ovunque tu vada. No, non andremo per scherzare. E credo che ci servirà anche la zona, cioè una difesa collettiva, con la partecipazione attiva di tutti».
Infine, uno che i derby fino all´anno scorso li giocava, e ora aspetta un lodo che stabilisca se la Fortitudo deve pagarlo anche se non gioca più, si mette a studiare da dirigente. Sandro De Pol è fra gli iscritti al corso che lunedì mattina l´associazione giocatori avvia per dare le prime basi a chi, in futuro, voglia fare questo mestiere. Si chiama «Giba Sport Manager», sono sei lezioni di qui a giugno, e fra gli allievi spiccano Montecchi, Pessina, Riva, Ansaloni, Aldi, Tonut, Ferro, Alessandro Boni, Pellacani, Ragazzi, Carera, Binelli e, appunto, De Pol.
Francesco Forni
Cosa potrebbe accadere? Difficile da dire. Smodis, uno dei protagonisti del sacco di Madrid, si augura tranquillità. «Vorrei che i nostri tifosi ci dessero una mano, in quello sono davvero importanti. In caso contrario renderebbero le cose molto più difficili di quel che sono. Un´altra serata come quella con Trieste non ci andrebbe bene in campo. Ci sono stati dei problemi, ma se posso dare un consiglio, faccio appello perché tutti tengano duro fino al termine del campionato».
A Madrid un trionfo, adesso la Fortitudo col vento in poppa. «Sette giorni fa non era così: infatti a Fabriano le cose non sono state giuste. Io credo di essere in un buon momento, ma la Skipper, pur non essendo in un buon momento, non è a zero. E poi noi dobbiamo battere loro e Treviso se vogliamo ancora avere una speranza per il primo posto». Con Madrid è stata una bella prova di forza. «Dimostrazioni la Virtus ne deve dare sempre, anche se in questi giorni è difficile tenere la testa a posto: e infatti io a Fabriano ero molto arrabbiato. E non facciamo troppi salti in avanti. Il derby molto probabilmente sarà come tanti altri: non credo ci saranno grandi vanataggi, potrà decidere un pallone in più, canestro, rimbalzo o recupero che sia».
Sull´altra sponda naturalmente il morale non è all´apice. La botta con la Scavolini brucia ancora, il derby incombe: ma soprattutto preoccupano gli acciacchi. La caviglia di Basile, la lombalgia di Kovacic e il ginocchio di Pilutti hanno impedito ai tre di allenarsi con la squadra, ieri in Furla. Per questi solo terapia in palestra: rimangono tutti in fortissimo dubbio. Poi, qualcuno alla fine sarà reclutato e magari usato col bilancino: tutto sommato, è Barcellona la partita chiave del futuro imminente dell´Aquila, risparmiare uomini ed energie in un derby che conta il giusto, per la classifica, potrebbe rivelarsi una strategia preferibile. Anche le ginocchia di Savic, infine, non sono al massimo.
Milic però non ci vuole marciar sopra. «Abbiamo molti infortunati. E allora? Non è un motivo per piangerci addosso: ce li hanno anche gli altri. Cosa dovrebbe dire la Kinder, così a lungo senza Griffith e Becirovic? Noi stiamo giocando male, con alti e bassi. Sarebbe ora di ricominciare. La Virtus ha ripreso ad andar forte, noi a Pesaro abbiamo concesso di tutto ed ora col Barca sarà fondamentale. Ma nessuno vuole perdere un derby. Se ti va male ti prendono sempre in mezzo, ovunque tu vada. No, non andremo per scherzare. E credo che ci servirà anche la zona, cioè una difesa collettiva, con la partecipazione attiva di tutti».
Infine, uno che i derby fino all´anno scorso li giocava, e ora aspetta un lodo che stabilisca se la Fortitudo deve pagarlo anche se non gioca più, si mette a studiare da dirigente. Sandro De Pol è fra gli iscritti al corso che lunedì mattina l´associazione giocatori avvia per dare le prime basi a chi, in futuro, voglia fare questo mestiere. Si chiama «Giba Sport Manager», sono sei lezioni di qui a giugno, e fra gli allievi spiccano Montecchi, Pessina, Riva, Ansaloni, Aldi, Tonut, Ferro, Alessandro Boni, Pellacani, Ragazzi, Carera, Binelli e, appunto, De Pol.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica