PESARO — La premiata ditta «B&B» si presenta con serenità e spavalderia all'incontro coi giornalisti che precede di poche ore il match della vita, quello che non si può fallire. Blair fa subito i fuochi d'artificio: «Fare un appello ai tifosi perché vengano alla partita? Scherzate, vero? Quelli che stanno con noi non hanno bisogno di inviti perciò a loro non dico: venite al Bpa ma dico ci vediamo al palas perché con il cuore sono già lì con noi».
Si parla, è inevitabile, di sudditanza psicologica. Come la Scavolini degli anni Ottanta non riusciva mai a battere Milano, quella del Duemila soffre maledettamente la Virtus. Blair non gradisce: «Proverò ad essere più Joseph possibile con questa risposta: contro chi giochiamo non vuol dire un c..., l'importante è giocare il nostro basket. Punto».
Booker, interpellato sulla sua presunta sudditanza psicologica, quella con Jaric, ridacchia e replica: «Ho già detto che si tratta di un gap fisico, Jaric è molto più alto e grosso di me e impedisce tiri facili, da qui il mio 1/8. Ecco perché dobbiamo aprire il campo, correre, spingere il contropiede: se costringiamo Griffith a inseguire Blair, loro non si divertiranno tanto».
Obiezione per Joseph: si dice che se correte troppo, DeMarco non vi sta dietro. E allora che si fa?
«Dobbiamo considerarla una completzza della nostra squadra e non un limite il fatto che io DeMarco siamo due armi completamente diverse — dice Blair —. E' importante che lui sia con noi in campo anche quando corriamo perché se dobbiamo frenare, se ci interrompono le trame in velocità, sappiamo che possiamo andare a cercare Dmj sotto canestro, nel gioco a metà campo».
Duello Blair-Griffith: il centrone biancorosso ha qualcoda da puntualizzare.
«A Bologna possono dire che lui ha vinto il duello con me se vogliono, visto che hanno vinto la partita; ma non che ho commesso quattro falli su di lui: su Griffith ne ho speso uno solo. Due li ho commessi per aiutare sulle penetrazioni dei piccoli avversari, uno su un rimbalzo d'attacco».
Sono vivaci e pungenti, «B&B», accesi da una sfida che li intriga moltissimo. E Melvin non vuole che questa storia dell'occasione persa in garauno diventi un tormentone.
«La Kinder non aveva mai giocato così male? Io penso che si è trattato di una partita difensiva, anche perché sono convinto che lo scudetto si vince con la difesa. E noi l'altra sera non siamo andati male nella nostra metà campo. Adesso basta piangere, si rigioca e noi impatteremo questa serie».
Cosa dirà Booker ai compagni in veste di capitano?
«I ragazzi non hanno bisogno di parole, sanno quanto vale la gara odierna perché se torniamo a Bologna sotto 0-2 è praticamente finita».
E Blair aggiunge col suo sorrisone: «Invece la Virtus deve sapere che non è per niente finita. Avrei voluto giocare venerdì per farglielo sapere il più in fretta possibile».
Elisabetta Ferri
Si parla, è inevitabile, di sudditanza psicologica. Come la Scavolini degli anni Ottanta non riusciva mai a battere Milano, quella del Duemila soffre maledettamente la Virtus. Blair non gradisce: «Proverò ad essere più Joseph possibile con questa risposta: contro chi giochiamo non vuol dire un c..., l'importante è giocare il nostro basket. Punto».
Booker, interpellato sulla sua presunta sudditanza psicologica, quella con Jaric, ridacchia e replica: «Ho già detto che si tratta di un gap fisico, Jaric è molto più alto e grosso di me e impedisce tiri facili, da qui il mio 1/8. Ecco perché dobbiamo aprire il campo, correre, spingere il contropiede: se costringiamo Griffith a inseguire Blair, loro non si divertiranno tanto».
Obiezione per Joseph: si dice che se correte troppo, DeMarco non vi sta dietro. E allora che si fa?
«Dobbiamo considerarla una completzza della nostra squadra e non un limite il fatto che io DeMarco siamo due armi completamente diverse — dice Blair —. E' importante che lui sia con noi in campo anche quando corriamo perché se dobbiamo frenare, se ci interrompono le trame in velocità, sappiamo che possiamo andare a cercare Dmj sotto canestro, nel gioco a metà campo».
Duello Blair-Griffith: il centrone biancorosso ha qualcoda da puntualizzare.
«A Bologna possono dire che lui ha vinto il duello con me se vogliono, visto che hanno vinto la partita; ma non che ho commesso quattro falli su di lui: su Griffith ne ho speso uno solo. Due li ho commessi per aiutare sulle penetrazioni dei piccoli avversari, uno su un rimbalzo d'attacco».
Sono vivaci e pungenti, «B&B», accesi da una sfida che li intriga moltissimo. E Melvin non vuole che questa storia dell'occasione persa in garauno diventi un tormentone.
«La Kinder non aveva mai giocato così male? Io penso che si è trattato di una partita difensiva, anche perché sono convinto che lo scudetto si vince con la difesa. E noi l'altra sera non siamo andati male nella nostra metà campo. Adesso basta piangere, si rigioca e noi impatteremo questa serie».
Cosa dirà Booker ai compagni in veste di capitano?
«I ragazzi non hanno bisogno di parole, sanno quanto vale la gara odierna perché se torniamo a Bologna sotto 0-2 è praticamente finita».
E Blair aggiunge col suo sorrisone: «Invece la Virtus deve sapere che non è per niente finita. Avrei voluto giocare venerdì per farglielo sapere il più in fretta possibile».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino