PESARO – Si diceva: vinciamo a Bologna per poi fare il pieno al BPA Palas! Ma anche dopo una sconfitta dignitosa non sono certo venute meno le ragioni per dare alla Scavolini il massimo sostegno possibile da parte del suo pubblico. Anzi, oggi è semmai il pubblico di Pesaro “sotto esame". Non ci sono alibi. Nulla, né i prezzi del biglietto, che sono bassi, né la situazione di questi quarti di finale, tuttora aperti a qualunque esito (non c’è neppure la diretta televisiva, prevista solo per gara-tre), potrà giustificare una defezione che davvero suonerebbe come un de profundis per l’avvenire della pallacanestro di vertice in questa città. Le possibilità della squadra pesarese sono buone, nel secondo atto della sfida con la Kinder. E l’impressione è che tante più chances avrà la Scavolini quanto più riuscirà ad allungare la serie, contro una squadra indubbiamente forte ma finalmente “umana", a corto di forze fisiche e forse anche morali. Già nel primo round, nonostante la sconfitta, quasi tutto il preventivabile è andato secondo i piani del coach. Quel che si programma a tavolino, ovvero difesa, schemi e controllo della palla, è stato puntualmente realizzato sul parquet. La rotazione degli uomini fluida e tutto sommato ineccepibile. Purtroppo, ciò che doveva scaturire “automaticamente" dal gioco programmato, ovvero il tiro, non è entrato, e il fatto che a far cilecca sia stato in primis l’uomo più rappresentativo della squadra, quello che avrebbe dovuto rappresentare la maggior “sicurezza", è da un lato una vera disdetta ma dall’altro, a ben vedere, una pietra tombale sulle tante polemiche che per tutta la stagione hanno accompagnato la costruzione di questa Scavolini. A riprova di ciò, proprio i tre uomini che più a lungo sono stati al centro dei dibattiti e delle recriminazioni di varia natura, e cioè Beric, DeMarco e Blair, sono risultati essere i migliori della squadra nel primo difficilissimo banco di prova di questi play off. Il messaggio “pratico" che si può trarre da questa considerazione, alla vigilia di quella che per i biancorossi sarà la partita più importante dell’anno, è il seguente: siano una buona volta messi da parte i dubbi amletici, le riserve mentali e quel cinico scetticismo tutto pesarese. Questa è l’ora del tifo, non delle disquisizioni “politiche" sull’assetto della squadra, per le quali di tempo ce ne sarà fin troppo, ahinoi, quando il basket andrà in vacanza. E’ il momento di ritrovare a Pesaro il mitico “sesto uomo" e di replicare su base più ampia quel galvanizzante frastuono che due mesi e mezzo fa portò la Scavolini a strapazzare la Virtus arrivando, nel corso di quella cavalcata, ad un fantastico +41. Ricreare quello “spirito", comune alla squadra e al suo pubblico, è oggi possibile e assolutamente necessario.
Giancarlo Iacchini
Giancarlo Iacchini