L´ARIA che tirava in casa romana, dopo la vittoria della Fortitudo domenica sera, era quella di fine scuola. Saluti e baci, gente che si dava appuntamento alla prossima stagione. Il tragicomico errore di Allen all´ultimo secondo dalla lunetta, quello che ha dato la vittoria di mezzo canestro alla Skipper, sembra aver stroncato la Wurth e tutte le sue ambizioni di rimonta. Sta alla Fortitudo sfruttare il momento e chiudere la serie stasera al PalaDozza (ore 20.30) senza inutili appendici.
Matteo Boniciolli, si sente già la semifinale in tasca?
«Neanche per sogno. Dobbiamo ancora batterli. Certo le probabilità di passare sono alte ma queste due partite, specie la seconda, sono state molto combattute. Ho vissuto un´esperienza analoga l´anno scorso, dalla parte opposta. La Scavolini si sentiva già tranquilla sul 2-0 e noi di Udine vincemmo di 15».
Sì, ma poi come finì?
«Pesaro passò 3-2. Ma infatti, sinceramente, non è in dubbio la qualificazione a questo punto, però è importante chiudere 3-0 la serie. E dunque serve restare straconcentrati».
Anche perché la concentrazione sembra essere un problema, ogni tanto, per la sua squadra, visti quei black out che puntualmente soffrite: 23-2 in gara uno e 14-0 domenica.
«Non credo dipendano dalla concentrazione quanto da una serie di variabili che non sto ad elencare. Principalmente in quei momenti manca lucidità nell´organizzazione di gioco. Basile domenica è incappato nella peggiore giornata del campionato, meno male che Goldwire ha fatto una buona gara. Abbiamo comunque difficoltà a mantenere continuità di gioco. Quando Basile non è lucidissimo non c´è chi controlla il gioco».
E cominciate a sparare raffiche da tre a salve.
«Abbiamo fatto cose allucinanti in quel frangente. Eravamo acefali: ognuno per conto suo. Quando le idee vengono meno si comincia a tirare da tre. Non è buono e dall´inizio dell´anno, con risultati alterni, batto su questo punto. Però, con tutti i nostri difetti, vorrei dire che domenica abbiamo vinto la 31esima partita in campionato, avendone perse 7. Non mi pare così male»
Tra le note positive, un Galanda finalmente decisivo. E´ una pedina in più nella corsa scudetto.
«Basile e Meneghin che sono più atleti hanno assorbito in meno tempo il lavoro nuovo da me svolto. Galanda ci ha messo più tempo ma ora è determinante.».
Meneghin però va sempre un po´ a intermittenza.
«Sta ancora pagando quei cinque giorni di influenza quando stavamo proprio facendo un lavoro fisico particolare sulla squadra. Però secondo me a Roma ha giocato bene, ha difeso bene, è stata una presenza concreta. Ha preso pochi tiri ma sappiamo che è così. Venti punti non li farà mai, o meglio solo ogni tanto»
La sorprende la prospettiva di trovare Cantù e non Siena in semifinale?
«Sono ammirato, non sorpreso. Già in tempi non sospetti, quando comunque stavano già facendo un buon campionato, dissi che era una favorita per lo scudetto e ora lo confermo. Sono quei miracoli di chimica perfetta tra società, tecnico e giocatori che accadono ogni dieci anni. Chiunque li incontri, rischia, anche se penso e spero che toccherà a noi, perchè non voglio nemmeno immaginare di poter buttare un´occasione simile per arrivare in semifinale»
Emilio Marrese
Matteo Boniciolli, si sente già la semifinale in tasca?
«Neanche per sogno. Dobbiamo ancora batterli. Certo le probabilità di passare sono alte ma queste due partite, specie la seconda, sono state molto combattute. Ho vissuto un´esperienza analoga l´anno scorso, dalla parte opposta. La Scavolini si sentiva già tranquilla sul 2-0 e noi di Udine vincemmo di 15».
Sì, ma poi come finì?
«Pesaro passò 3-2. Ma infatti, sinceramente, non è in dubbio la qualificazione a questo punto, però è importante chiudere 3-0 la serie. E dunque serve restare straconcentrati».
Anche perché la concentrazione sembra essere un problema, ogni tanto, per la sua squadra, visti quei black out che puntualmente soffrite: 23-2 in gara uno e 14-0 domenica.
«Non credo dipendano dalla concentrazione quanto da una serie di variabili che non sto ad elencare. Principalmente in quei momenti manca lucidità nell´organizzazione di gioco. Basile domenica è incappato nella peggiore giornata del campionato, meno male che Goldwire ha fatto una buona gara. Abbiamo comunque difficoltà a mantenere continuità di gioco. Quando Basile non è lucidissimo non c´è chi controlla il gioco».
E cominciate a sparare raffiche da tre a salve.
«Abbiamo fatto cose allucinanti in quel frangente. Eravamo acefali: ognuno per conto suo. Quando le idee vengono meno si comincia a tirare da tre. Non è buono e dall´inizio dell´anno, con risultati alterni, batto su questo punto. Però, con tutti i nostri difetti, vorrei dire che domenica abbiamo vinto la 31esima partita in campionato, avendone perse 7. Non mi pare così male»
Tra le note positive, un Galanda finalmente decisivo. E´ una pedina in più nella corsa scudetto.
«Basile e Meneghin che sono più atleti hanno assorbito in meno tempo il lavoro nuovo da me svolto. Galanda ci ha messo più tempo ma ora è determinante.».
Meneghin però va sempre un po´ a intermittenza.
«Sta ancora pagando quei cinque giorni di influenza quando stavamo proprio facendo un lavoro fisico particolare sulla squadra. Però secondo me a Roma ha giocato bene, ha difeso bene, è stata una presenza concreta. Ha preso pochi tiri ma sappiamo che è così. Venti punti non li farà mai, o meglio solo ogni tanto»
La sorprende la prospettiva di trovare Cantù e non Siena in semifinale?
«Sono ammirato, non sorpreso. Già in tempi non sospetti, quando comunque stavano già facendo un buon campionato, dissi che era una favorita per lo scudetto e ora lo confermo. Sono quei miracoli di chimica perfetta tra società, tecnico e giocatori che accadono ogni dieci anni. Chiunque li incontri, rischia, anche se penso e spero che toccherà a noi, perchè non voglio nemmeno immaginare di poter buttare un´occasione simile per arrivare in semifinale»
Emilio Marrese
Fonte: La Repubblica