FABRIANO — Fabriano chiama, i Merloni risponderanno? E' quanto ci si domanda in seno alla società cestistica che, per porre le basi di un futuro degno della massima categoria, ha già cominciato il ciclo delle consultazioni alla voce «amici e sostenitori». «La famiglia Merloni ci è sempre stata molto vicina», ammette il presidente Claudio Biondi. «Nel passato recente e nel presente ha confermato il suo grande impegno: crediamo, insomma, che possano esistere le basi per proseguire su questa linea e garantire così la doverosa solidità economica a tutto il gruppo».
«Non lascio, raddoppio». Intanto proprio Biondi lancia un messaggio deciso sulla sua presenza in società. «Anche se diventerò sindaco non lascerò il basket. Recentemente ho sottoscritto nuove azioni non solo personali, ma anche come azienda perché credo in questo sport, segno evidente che non me ne andrò».
Scrivanie da decidere. E' chiaro, poi, che i pronunciamenti della società, una volta puntualizzato l'aspetto economico, riguarderanno l'organizzazione interna e la definizione delle cosiddette (e sempre determinanti) gerarchie. Potrebbe scapparci la nomina di un amministratore plenipotenziario, figura — chiariamolo bene, a scanso di equivoci — riferita alla possibilità di operare le scelte anche più importanti, sganciandosi da controllo e «sovrintendenza» assoluta del Consiglio di amministrazione. Presenza, insomma, più amministrativa che tecnica, visto che, al di là di tutto, nell'ultima stagione l'opera dello staff guidato da Pierpaolo Perulli (figura davvero infaticabile in termini di impegno nell'area tecnico-organizzativa, ma priva di potere decisionale come invece avveniva per Carasso) ha indubbiamente portato risultati tangibili. Quanto all'allenatore, la pista marchigiana (Pancotto, Baldinelli, Ciaboco) resta la preferita e non è escluso che alla lista possa aggiungersi il fabrianese Roberto Carmenati, ora negli Stati Uniti al fianco di Jabbar.
Alessandro Di Marco
«Non lascio, raddoppio». Intanto proprio Biondi lancia un messaggio deciso sulla sua presenza in società. «Anche se diventerò sindaco non lascerò il basket. Recentemente ho sottoscritto nuove azioni non solo personali, ma anche come azienda perché credo in questo sport, segno evidente che non me ne andrò».
Scrivanie da decidere. E' chiaro, poi, che i pronunciamenti della società, una volta puntualizzato l'aspetto economico, riguarderanno l'organizzazione interna e la definizione delle cosiddette (e sempre determinanti) gerarchie. Potrebbe scapparci la nomina di un amministratore plenipotenziario, figura — chiariamolo bene, a scanso di equivoci — riferita alla possibilità di operare le scelte anche più importanti, sganciandosi da controllo e «sovrintendenza» assoluta del Consiglio di amministrazione. Presenza, insomma, più amministrativa che tecnica, visto che, al di là di tutto, nell'ultima stagione l'opera dello staff guidato da Pierpaolo Perulli (figura davvero infaticabile in termini di impegno nell'area tecnico-organizzativa, ma priva di potere decisionale come invece avveniva per Carasso) ha indubbiamente portato risultati tangibili. Quanto all'allenatore, la pista marchigiana (Pancotto, Baldinelli, Ciaboco) resta la preferita e non è escluso che alla lista possa aggiungersi il fabrianese Roberto Carmenati, ora negli Stati Uniti al fianco di Jabbar.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino