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Recalcati: Maggioli è l'anti-Griffith

Il coach della Nazionale sulla serie Kinder-Scavolini

PESARO — In tribuna ad osservare Scavolini-Kinder anche Carlo Recaltati oggi allenatore della Nazionale. «Perchè vince sempre la Kinder? Semplice — risponde —: è più forte. E solitamente i più forti nello sport vincono. E non è che sia una novità dell'ultima ora perchè fin dall'inizio del campionato s'era capito che la Kinder era una formazione costruita per raggiungere certi obiettivi».
Partita chiusa?
«Se stiamo alle statistiche direi di sì. E' più facile — come capitò a me a Varese — vincere a Bologna in gara tre che riuscire a ribaltare la serie partendo da zero a due».
Come le è apparsa la Scavolini?
«Nei primi due quarti Pesaro ha giocato bene, la Kinder invece no. Ma la forza dei bolognesi sta proprio qui. E cioè, pur stentando nel gioco, riescono comunque a stare lì, aggrappata agli avversari».
Un parere cossiddetto neutrale: qualcuno solleva dubbi su Booker. Lei cosa ne pensa?
«Direi innanzitutto che Jaric in gara due ha giocato un brutto incontro pieno di errori. Ma la sua fortuna è anche quella di avere ai fianchi due grandi giocatori come Rigaudeau e Ginobili».
Sì, ma Booker...
«Se uno si ferma al campo direi un giocatore di cui io non mi priverei mai. Poi vivere con lui potrebbe essere diverso, potrebbero esserci dei problemi che guardando da di fuori non si vedono. Ma parlo in linea teorica. Ieri Booker ha giocato un'ottima partita. Il problema non è stato lui, sono stati gli altri. Pesaro ad inizio di ripresa ha penato molto a fare canestro. A volte si fanno degli innesti — continua Recalcati — sperando di far meglio, ma l'equazione nello sport non tutte le volte torna. Anzi a volte succede che l'arrivo di qualcuno tolga qualcosa ad altri».
E Maggioli come lo ha visto?
«Molto bene. Ha confermato, così come è successo lo scorso anno, che è uno dei pochi giocatori in grado di poter arginare Griffth. Fisicamente non gli lascia spazio per poter indietreggiare. Lo ha tenuto benissimo».
Lo chiamerà in nazionale?
«Certamente. Con me lo scorso anno in maglia azzurra ha fatto molto bene poi valuteremo, con il preparatore atletico, anche un possibile rafforzamento dell'apparato muscolare per rafforzare il ginocchio».
Facciamo un gioco: spostiamo Ginobili sull'altro fronte. Che succede?
«Preso così di peso a trasportato in un'altra realtà di gioco, forse non tanto. Se invece uno sposta Ginobili in un'altra squadra dall'inizio del campionato, allora la storia è diversa. Quello è uno che sposta i valori, dovunque lo metti».
Maurizio Gennari
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