PESARO — Se si guardano gli obiettivi raggiunti, sicuramente la stagione scorsa è stata più concreta: Eurolega conquistata, secondo posto in regular-season, finale di Coppa Italia. Ma secondo Pillastrini, e forse non gli si può dar torto, la squadra di quest'anno ha mostrato di saper reggere meglio il confronto con le grandi: se perde non viene mai calpestata, magari si arrende, ma lotta fino all'ultimo. Queste prime due partite con la Kinder sono la dimostrazione di un gap che si è parzialmente ridotto anche se alla fine vincono sempre gli Invincibili: «E' vero, un anno fa la partita con loro finiva dopo 10 minuti. Giocarsela alla pari con la Virtus come in queste gare di quarti di finale è sicuramente la testimonianza che un passo avanti è stato fatto — è l'opinione del team manager Walter Magnifico —
Io poi vorrei proporvi un'altra angolazione di questa sfida: di solito in una serie lunga le squadre migliorano gradualmente le loro prestazioni, eliminando ad ogni partita delle sbavature, sistemando dei particolari. Garadue è stata giocata sicuramente meglio da entrambe le squadre e mi aspetto ancora di più per garatre, da noi in particolare: finora non abbiamo tirato fuori il partitone e magari stasera ci scappa, chissà…».
Cosa manca per farlo questo partitone?
«Meno forzature, più precisione. All'inizio del terzo quarto abbiamo vissuto un momento disastroso che stona con la partita attenta che abbiamo condotto. Senza quel momento di sbandamento in attacco, credo che saremmo arrivati punto a punto fino alla fine e sicuramente avremmo speso meno energie per rimontare. A Bologna bisogna andare con fiducia — continua Magnifico — e comunque nello spogliatoio ho visto gente che non ha nessuna voglia di mollare solo perché siamo sotto 0-2. Adesso non bisogna pensare a imprese titaniche, tipo vincere tre partite di fila per passare il turno. Un passo alla volta: e il primo sarebbe quello di riportarli al Bpa Palas giovedì».
Tutti chiedono alla Scavolini di correre perché nelle prime due gare, più nella prima che nella seconda, ha «camminato»: d'accordo?
«Non è che abbiamo scelto di camminare, è la Kinder che non ci fa correre — ribatte —. Hanno degli ottimi difensori che ti chiudono subito il contropiede, che nell'esecuzione dei giochi non ti fanno uscire così rapidamente dai blocchi, non ti consentono di agire rapidamente uno contro uno spalle a canestro. La Virtus ha una signora difesa che quando diventa dura, e quando gli arbitri permettono questa difesa al limite del fallo, ti rende la vita terribilmente complicata. Se pensate che nei primi due quarti non hanno esaurito nemmeno il bonus dei falli… dopo diventa difficile giocare con le mani addosso tutta la partita». Elisabetta Ferri
Io poi vorrei proporvi un'altra angolazione di questa sfida: di solito in una serie lunga le squadre migliorano gradualmente le loro prestazioni, eliminando ad ogni partita delle sbavature, sistemando dei particolari. Garadue è stata giocata sicuramente meglio da entrambe le squadre e mi aspetto ancora di più per garatre, da noi in particolare: finora non abbiamo tirato fuori il partitone e magari stasera ci scappa, chissà…».
Cosa manca per farlo questo partitone?
«Meno forzature, più precisione. All'inizio del terzo quarto abbiamo vissuto un momento disastroso che stona con la partita attenta che abbiamo condotto. Senza quel momento di sbandamento in attacco, credo che saremmo arrivati punto a punto fino alla fine e sicuramente avremmo speso meno energie per rimontare. A Bologna bisogna andare con fiducia — continua Magnifico — e comunque nello spogliatoio ho visto gente che non ha nessuna voglia di mollare solo perché siamo sotto 0-2. Adesso non bisogna pensare a imprese titaniche, tipo vincere tre partite di fila per passare il turno. Un passo alla volta: e il primo sarebbe quello di riportarli al Bpa Palas giovedì».
Tutti chiedono alla Scavolini di correre perché nelle prime due gare, più nella prima che nella seconda, ha «camminato»: d'accordo?
«Non è che abbiamo scelto di camminare, è la Kinder che non ci fa correre — ribatte —. Hanno degli ottimi difensori che ti chiudono subito il contropiede, che nell'esecuzione dei giochi non ti fanno uscire così rapidamente dai blocchi, non ti consentono di agire rapidamente uno contro uno spalle a canestro. La Virtus ha una signora difesa che quando diventa dura, e quando gli arbitri permettono questa difesa al limite del fallo, ti rende la vita terribilmente complicata. Se pensate che nei primi due quarti non hanno esaurito nemmeno il bonus dei falli… dopo diventa difficile giocare con le mani addosso tutta la partita». Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino