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Mens Sana, il viaggio della speranza

Minucci: «A Cantù per cambiare il destino»

SIENA — Un altro viaggio della speranza, l'ennesimo della stagione, ancora una volta a Cantù.
Stasera alcuni seguaci di fede biancoverde, già da ieri la formazione mensanina, sono di nuovo in Brianza per restare attaccati all'estremo filo esile che ancora tiene legata la Montepaschi ai play off.
Alle ore 20,30 di nuovo in campo, al Pianella di Cucciago, con la lanciatissima Oregon Cantù che sull'onda travolgente del proprio momento d'oro e sulla spinta della tifoseria cercherà di chiudere definitivamente la questione dei quarti dei play off.
Difficile dare torto alle ragioni di Hines e compagni, galvanizzati da un «uno-due» da kappao, ma anche alle parole di Sacripanti, che predica calma e tranquillità, per non vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato. Saggezza e tranquillità che del resto stanno facendo volare alto la formazione lombarda, forse più leggiadri delle più rosee previsioni.
Dalle rive del lago di Como, però, giunge sommesso anche l'urlo di ribellione ad un destino che pare amaramente segnato: la Montepaschi ha l'intenzione di rialzare la testa, e farà anche l'impossibile per riuscirci.
«Loro, i canturini — dice il gm Minucci — sono stati bravissimi, bisogna riconoscerlo, nelle prime due partite, ed hanno avuto dalla loro anche un pizzico di fortuna. Tutto gli è sempre andato bene: o facevano canestro, o i rimbalzi arrivavano lunghi, in mano, tanto da conquistarne 19 in attacco. Se loro si dimostreranno ancora una volta più bravi e più forti — continua Minucci — è un verdetto che accetteremo sul campo. Ma io onestamente per questa terza sfida sono fiducioso, molto fiducioso. Conosco bene la mia squadra, e credo proprio che abbia dato molto meno del proprio potenziale, mentre Cantù si è espressa al limite massimo».
«Nella prima partita — prosegue convinto il gm - solo in tre si sono espressi al meglio, ed abbiamo rischiato di vincere. Domenica poi abbiamo giocato malissimo, ed ora non credo possibile che per la terza partita consecutiva la squadra non sia più se stessa: mi aspetto una grande reazione».
E con lui, anche le migliaia di tifosi biancoverdi che appena tre settimane hanno inseguito fino a Lione un sogno,che si è concretizzato, ed ora sono ancora increduli di fronte all'evanescenza di Chiacig e compagni.
Se il pivot azzurro saprà uscire dalla «gabbia», tornando ad essere dominatore ed intimidatore dentro l'area, sarà anche in grado di restituire sicurezza e determinazione al resto della squadra. Chiacig è un ago della bilancia imprenscindibile per le sorti della Montepaschi, ed il suo ritorno da protagonista è la condizione primaria per ridare smalto alle velleità mensanine. Dalla riconquista dei rimbalzi e dalla difesa-bunker, cardini delle fortune per tutta la stagione, può allungarsi il campionato della Montepaschi.
Patrizio Forci
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