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Esposito e Andrea Costa, un indissolubile legame

L'ex guardia imolese: «Imola è la mia seconda casa»

Per un attimo quest'anno si sperava in un suo provvidenziale ritorno, poi non se ne fece nulla per l'impossibilità di un tesseramento, ma il filo che lega Vincenzo Esposito e l' Andrea Costa c'è ancora. Approfittando della presenza di Enzo in città abbiamo ripercorso la stagione 2001/2. «La storia di Udine — dice il Diablo — ormai la sanno tutti ed è inutile ritornarci sopra. Non mi sono trovato bene e per questo motivo ad un certo punto dell'anno ho scelto la Spagna».
E lì le cose sono andate decisamente meglio...
«E' vero, sia personalmente sia per quanto riguarda la squadra. Quando sono arrivato il mio club, il Gran Canaria, era penultimo e doveva salvarsi: abbiamo centrato l'obiettivo con qualche giornata d'anticipo...».
Ed Esposito è stato il secondo realizzatore con 21 punti di media ed alcune «perle», vedi i 46 punti segnati al Valladolid.
«Mi sono trovato benissimo, il campionato spagnolo è simile a quello italiano, ma lo stress è minore e del mio rendiemento non mi lamento. In più il fatto di non aver troppi stranieri rende la competizione più omogenea e questo va a vantaggio di pubblico e sponsor. E questo dovrebbe far riflettere».
Il bilancio è ottimo.
«Sì, anche perché dovevo recuperare dall'infortunio e tutto è andato bene».
Come hai vissuto la retrocessione dell'Andrea Costa?
«Peggio di quando ci giocavo. Chiedevo sempre notizie ed è stata una sofferenza vedere che fine ha fatto l'Andrea Costa».
Senza il suo passaggio alla Snaidero, forse, sarebbe andata diversamente...
«Non vorrei passare per presuntuoso, ma credo che un paio di partite in più le avremmo vinte. E sarebbero bastate».
Quando si parlerà di mercato uno dei primi nomi sarà, per forza, il suo.
«E' giusto valutare settimana dopo settimana, anche perché adesso l'Andrea Costa sta sistemando le situazioni societarie. Non è un mistero, comunque, che Imola si ormai la mia seconda casa».
Si potrebbe pensare ad un suo ritorno anche in Legadue?
«Tutto è possibile, ma a patto che venga fatta una programmazione giusta, come certe squadre di Legadue hanno fatto. I rapporti con la dirigenza sono sempre ottimi e il discorso con Imola resterà sempre aperto. Per ora ho ancora due anni di contratto con Udine, ma non credo che mi vogliano. L'altra opzione che, invece, mi interessa è tornare in Spagna, magari un club più competitivo».
Federico Boschi
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