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Varese tra presente e futuro

Il pg Rusconi: "Vogliamo investire, fare una squadra a lunga scadenza, con l’inserimento di giovani promesse"

Edoardo Rusconi, in arte Dodo, è stato uno dei mitici portabandiera della grande Ignis. Insieme ad Aldo Ossola fu uno dei migliori registi italiani, del vero basket, quello entusiasta, pagato male magari, ma pieno di soddisfazioni. Oggi Rusconi è il grande boss della Pallacanestro Varese, piazzato ai vertici della società dal presidente Castiglioni, con assoluta carta bianca sulla rifondazione della società. Una rifondazione che passa dalla conferma di coach Beugnot (il francese ha firmato per due anni) alla ricerca di nuovi talenti, italiani e soprattutto stranieri, come il giovane Pavel Podkolzin, giovane virgulto russo di 16 anni per 220 centimetri.
”In Italia manchiamo clamorosamente di nuove braccia. Giocatori che si divertono in campo, che fanno un discorso legato alla società ed alla maglia che portano. Oggi si parla di mercenari, che vanno e vengono, a seconda dei bisogni dei vari club, ma che in molti casi non lasciano neppure un ricordo. La politica di Varese, con la nuova gestione, sarà ben diversa. Vogliamo investire. Fare una squadra a lunga scadenza, con l’inserimento di giovani promesse”
Proprio per questo, e in previsione di restrizioni sportive sul numero degli extracomunitari da poter schierare in campo, Rusconi ha appena effettuato un viaggio di lavoro in Argentina.
”Abbiamo dei buonissimi rapporti con i migliori club locali. Società che lavorano con i giovani, sui quali si punta ancora per il futuro. Abbiamo scelto le migliori società, abbiamo assistito a incontri d’altri tempi, con giovani in campo che correvano e saltavano come matti. Il tutto con una punta di divertimento. E poi, in molti casi, si tratta di giocatori in possesso di passaporto italiano.”
Un programma ambizioso, per il fine palato della tifoseria varesina, che pretende tanto e subito.
”Dobbiamo tornare a investire sui giovani. Quando tutte le società hanno smesso di lavorare in questo senso, abbiamo perso anche quel poco che riuscivamo a costruire. Molti pensavano che l’apertura totale delle frontiere sarebbe stata positiva. E’ stata un disastro totale, che ha obbligato molte società a vivere al di sopra delle proprie possibilità”
Un rapporto economico, quello con il mondo del basket, che in effetti non può vantare molte entrate.
”Non abbiamo assolutamente nulla continua Rusconi - Il basket può contare solamente su tante uscite, ma a livello di entrate non si può certo vivere con gli ingressi. E non serve a nulla decidere di un salary cap ad un milione e mezzo di euro. ”
Di ricette per far rinascere il basket nostrano, non ce ne sono molte.
”Si tratta di darsi i mezzi per ricostruire. A tutti i livelli. Per non rendere vano, per esempio, il lavoro fatto con i giovani, che non appena hanno imparato il mestiere se ne vanno, rendendo l’investimento nullo. ma in effetti non possono certo firmare un contratto a vita.”
Il discorso di Rusconi, guarda caso, va nella stessa direzione di quello di Recalcati, ct azzurro, che proprio recentemente ha sollevato il problema, soprattutto per trovare alternative ai vecchietti del campionato (Vescovi, Conti, Pittis) certamente ottimi, ma che non possono essere il futuro della Nazionale.
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