TRIESTE - Dal Palaverde, contro la Benetton forse più concreta e spietata della stagione, la Coop Nordest ha rimediato la peggior scoppola di sempre nella storia recente della Pallacanestro Trieste. Il 116-68 rimediato martedì sera in gara-3 ha superato il record negativo di qualche stagione fa (115-69 a Bologna in campionato contro la Virtus) ma, soprattutto, ha lasciato qualche malumore nell’ambiente.
Eh sì, perché se una sconfitta non deve cancellare i meriti di questa squadra e della sua grande stagione è anche vero che il -48 rimediato a Treviso non è stato davvero il modo migliore per congedarsi dai tifosi. Irriducibili che, anche a Treviso, non sono voluti mancare all’appello esponendo sulle tribune del Palaverde lo striscione «43 battaglie col cuore in mano: grazie ragazzi, siamo orgogliosi di voi».
E invece la scelta di Mazique di autoescludersi dal match dopo 13’, la reazione che ha portato all’espulsione di Washington (la spinta all’arbitro Ursi è costata a Derell tre giornate di squalifica) e soprattutto il senso di impotenza nei confronti di un’avversaria apparsa troppo superiore hanno portato a questa débâcle attesa nella sostanza ma non certo nella forma.
Calato il sipario su un campionato che si chiude con la conferma del settimo posto guadagnato al termine della stagione regolare e con il ritorno di Trieste in Europa, si comincia a ragionare in vista del prossimo torneo.
La Coop Nordest riparte dalle poche certezze che sono rappresentante dai contratti di Maric, Cavaliero, Podestà e Casoli e dai tanti interrogativi che toccano il futuro della società e dei giocatori protagonisti di questa stagione. Nel dopo gara-3 con la Benetton, Cesare Pancotto ha fatto capire che, non ci fossero da tener strettamente sott’occhio le esigenze di bilancio, il suo intendimento sarebbe quello di confermare in gran parte il gruppo avuto a disposizione in questa stagione.
E invece, prima di affrontare il discorso tecnico, in casa Coop bisognerà analizzare la situazione societaria per poi tracciare i progetti per il prossimo campionato. Ricordando che, considerando il limite di due extracomunitari schierabili sul parquet nella prossima Coppa Fiba, il volto delle squadre nel prossimo campionato potrebbe cambiare diventando un po’ meno americano e un po’ più europeo.
Lorenzo Gatto
Eh sì, perché se una sconfitta non deve cancellare i meriti di questa squadra e della sua grande stagione è anche vero che il -48 rimediato a Treviso non è stato davvero il modo migliore per congedarsi dai tifosi. Irriducibili che, anche a Treviso, non sono voluti mancare all’appello esponendo sulle tribune del Palaverde lo striscione «43 battaglie col cuore in mano: grazie ragazzi, siamo orgogliosi di voi».
E invece la scelta di Mazique di autoescludersi dal match dopo 13’, la reazione che ha portato all’espulsione di Washington (la spinta all’arbitro Ursi è costata a Derell tre giornate di squalifica) e soprattutto il senso di impotenza nei confronti di un’avversaria apparsa troppo superiore hanno portato a questa débâcle attesa nella sostanza ma non certo nella forma.
Calato il sipario su un campionato che si chiude con la conferma del settimo posto guadagnato al termine della stagione regolare e con il ritorno di Trieste in Europa, si comincia a ragionare in vista del prossimo torneo.
La Coop Nordest riparte dalle poche certezze che sono rappresentante dai contratti di Maric, Cavaliero, Podestà e Casoli e dai tanti interrogativi che toccano il futuro della società e dei giocatori protagonisti di questa stagione. Nel dopo gara-3 con la Benetton, Cesare Pancotto ha fatto capire che, non ci fossero da tener strettamente sott’occhio le esigenze di bilancio, il suo intendimento sarebbe quello di confermare in gran parte il gruppo avuto a disposizione in questa stagione.
E invece, prima di affrontare il discorso tecnico, in casa Coop bisognerà analizzare la situazione societaria per poi tracciare i progetti per il prossimo campionato. Ricordando che, considerando il limite di due extracomunitari schierabili sul parquet nella prossima Coppa Fiba, il volto delle squadre nel prossimo campionato potrebbe cambiare diventando un po’ meno americano e un po’ più europeo.
Lorenzo Gatto