SIENA — Ha chiuso la stagione migliore della sua vita con le lacrime agli occhi. La serie con Cantù è stata per lui una sofferenza atroce. Anche perchè il suo rendimento, così come quello di tutta la squadra, è stato altamente al di sotto delle aspettative. Il più grande rimpianto di Roberto Chiacig è quello di aver concluso malamente la stagione. «Mi dispiace moltissimo - assicura il centro della Montepaschi - soprattutto perchè il 3-0 con Cantù ha dato della Mens Sana una visione assolutamente distorta. E poi mi sono piovute addosso delle critiche ingiuste, provenienti da persone che non sanno esattamente come sono andate le cose».
Non è un segreto che nel finale di stagione il nervosismo l'abbia fatta da padrone. «Ci è mancata la tranquillità e la serenità proprio nel momento in cui ne avevamo maggiormente bisogno. La sconfitta in gara-1 ci ha davvero confuso le idee e non siamo più riusciti a giocare come avevamo fatto durante la stagione. In tutto il campionato non ho ricordanza di due partite consecutive giocate molto male. Beh, nel play off ne abbiamo fatte addirittura tre».
A prescindere dal disastroso epilogo, la stagione ha regalato molte soddisfazioni a giocatori e tifosi. E il 3-0 con Cantù non può cancellarle. «E' un anno, questo, che ricorderò per tutta la vita. A Siena ho avuto delle grandi soddisfazioni, ho giocato un'ottima annata, anche se non coronata da una bella serie di play off. E questo è un vero peccato».
Tutto è iniziato con le dichiarazioni prorompenti di un coach turco. Deve essere stato un impatto davvero particolare.
«Il primo impatto? Sorprendente. Il progetto che avrebbe dovuto iniziare due stagioni fa è stato praticamente soppiantato da quello estivo. Sono venute fuori grandi dichiarazioni e grandi promesse. E noi, dal canto nostro, siamo riusciti a centrare un obiettivo importantissimo (la Saporta) e ne abbiamo sfiorato altri due: uno prestigioso (coppa Italia) l'altro determinante (il quarto posto)».
Non ci sono dubbi che questo sia l'anno migliore nella carriera di Roberto Chiacig. E' stato eletto come miglior pivot italiano ed a livello europeo non esce dal podio. A questo punto l'Eurolega si presenta come una passerella irrinunciabile? «Mi dispiacerebbe molto non poter disputare una competizione come l'Eurolega».
Questo significa che se Cantù non dovesse «regalarla» a Siena, allora Chiacig potrebbe lasciare la Mens Sana?
«Non è questo il problema principale per restare a Siena. Non dipende dall'Eurolega. Penso comunque che ci siano buone opportunità per restare in biancoverde. Anzi, posso dire che siamo molto vicini all'accordo».
Quindi tutto risolto con Ataman... «Con il coach è tutto a posto. In gara-1 abbiamo avuto un diverbio piuttosto acceso, ma io ero molto nervoso a causa di un lutto familiare. Ho chiesto scusa alla squadra ed alla società, e tutto è tornato a posto. D'altronde io sono una persona trasparente: se c'è un problema, preferisco parlarne subito». La stagione è finita male. Ma bisogna comunque guardare avanti. A proposito: forse, dopo due anni di continuo lavoro, per Ghiaccio ci sarà qualche settimana di vacanza.
«Magari. Recalcati mi vuole con la Nazionale dal 25 giugno al 9 luglio. Io vorrei non andare anche perchè non ci saranno incontri ufficiali ma solo semplici amichevoli. E poi devo risolvere il problema al ginocchio. Ancora non so se il problema al tendime mi costringerà ad operarmi. In ogni caso, dovrò fare molta terapia».
Quando si dice: il lavoro non finisce mai...
Federico Cappelli
Non è un segreto che nel finale di stagione il nervosismo l'abbia fatta da padrone. «Ci è mancata la tranquillità e la serenità proprio nel momento in cui ne avevamo maggiormente bisogno. La sconfitta in gara-1 ci ha davvero confuso le idee e non siamo più riusciti a giocare come avevamo fatto durante la stagione. In tutto il campionato non ho ricordanza di due partite consecutive giocate molto male. Beh, nel play off ne abbiamo fatte addirittura tre».
A prescindere dal disastroso epilogo, la stagione ha regalato molte soddisfazioni a giocatori e tifosi. E il 3-0 con Cantù non può cancellarle. «E' un anno, questo, che ricorderò per tutta la vita. A Siena ho avuto delle grandi soddisfazioni, ho giocato un'ottima annata, anche se non coronata da una bella serie di play off. E questo è un vero peccato».
Tutto è iniziato con le dichiarazioni prorompenti di un coach turco. Deve essere stato un impatto davvero particolare.
«Il primo impatto? Sorprendente. Il progetto che avrebbe dovuto iniziare due stagioni fa è stato praticamente soppiantato da quello estivo. Sono venute fuori grandi dichiarazioni e grandi promesse. E noi, dal canto nostro, siamo riusciti a centrare un obiettivo importantissimo (la Saporta) e ne abbiamo sfiorato altri due: uno prestigioso (coppa Italia) l'altro determinante (il quarto posto)».
Non ci sono dubbi che questo sia l'anno migliore nella carriera di Roberto Chiacig. E' stato eletto come miglior pivot italiano ed a livello europeo non esce dal podio. A questo punto l'Eurolega si presenta come una passerella irrinunciabile? «Mi dispiacerebbe molto non poter disputare una competizione come l'Eurolega».
Questo significa che se Cantù non dovesse «regalarla» a Siena, allora Chiacig potrebbe lasciare la Mens Sana?
«Non è questo il problema principale per restare a Siena. Non dipende dall'Eurolega. Penso comunque che ci siano buone opportunità per restare in biancoverde. Anzi, posso dire che siamo molto vicini all'accordo».
Quindi tutto risolto con Ataman... «Con il coach è tutto a posto. In gara-1 abbiamo avuto un diverbio piuttosto acceso, ma io ero molto nervoso a causa di un lutto familiare. Ho chiesto scusa alla squadra ed alla società, e tutto è tornato a posto. D'altronde io sono una persona trasparente: se c'è un problema, preferisco parlarne subito». La stagione è finita male. Ma bisogna comunque guardare avanti. A proposito: forse, dopo due anni di continuo lavoro, per Ghiaccio ci sarà qualche settimana di vacanza.
«Magari. Recalcati mi vuole con la Nazionale dal 25 giugno al 9 luglio. Io vorrei non andare anche perchè non ci saranno incontri ufficiali ma solo semplici amichevoli. E poi devo risolvere il problema al ginocchio. Ancora non so se il problema al tendime mi costringerà ad operarmi. In ogni caso, dovrò fare molta terapia».
Quando si dice: il lavoro non finisce mai...
Federico Cappelli