FABRIANO — Ma chi sarà l'allenatore del Fabriano basket nella prossima stagione? Ora che i Merloni hanno detto sì e che hanno assicurato — pur senza quantificarlo — il loro concreto appoggio economico, la società può cominciare a ragionare in termini di mercato. C'è da sciogliere il nodo-giemme con il «dilemma» di sempre tra la scelta di una figura esterna o piuttosto la conferma della soluzione interna dell'ultima annata, ma la curiosità di tutti — tifosi in primis — riguarda la questione tecnico. Quella notoriamente più affascinante.
Ciao Lasi. Una (quasi) certezza, comunque, già c'è. Maurizio Lasi, a meno di autentici «ribaltoni», non sarà più il tecnico dei biancazzurri. Nel complesso ha guidato la squadra a una stagione vincente (salvezza in largo anticipo e accesso ai play-off), ma nell'ultimo scampolo di annata —al pari della società, s'intende — ha le sue brave colpe. Il gruppo gli è sfuggito di mano, la squadra ha perso di coesione e qualità di rendimento, inanellando una lunga serie di sconfitte (otto alla fine), culminata con la «disfatta» record del meno 55 in garadue degli ottavi play-off con la Scavolini. Una sequenza negativa che, con tutta probabilità, gli è costata la riconferma.
Pista marchigiana. Assodato che ci si rivolgerà verso altre piste, tutto sta a sapere se a scegliere il nuovo nocchiero sarà la società o l'eventuale figura di manager plenipotenziario verso il quale ci si potrebbe orientare. Insomma, siamo ancora piuttosto indietro. Al massimo ai timidi sondaggi, quelli effettuati da una dirigenza a quanto pare attratta dalla possibilità di concedere la panchina a un tecnico corregionale. Prima scelta potrebbe quindi essere Cesare Pancotto, che con il tre a zero subìto dalla Benetton nei quarti dei play-off ha forse chiuso un grandissimo ciclo a Trieste. In alternativa ci si orienterebbe su Alessio Baldinelli, allenatore «vincitutto» nelle categorie minori, che non ha mai avuto l'occasione di cimentarsi nella massima divisione e non è del tutto esclusa la «linea» della promozione di Luca Ciaboco da vice a capo allenatore. E Roberto Carmenati? L'esperienza negli Stati Uniti al fianco di Jabbar lo sta forgiando e maturando, ma tutto sta a conoscere i rapporti attuali tra il team locale e il tecnico che più di un lustro addietro venne licenziato dall'allora presidente Ceresani a metà annata.
Alessandro Di Marco
Ciao Lasi. Una (quasi) certezza, comunque, già c'è. Maurizio Lasi, a meno di autentici «ribaltoni», non sarà più il tecnico dei biancazzurri. Nel complesso ha guidato la squadra a una stagione vincente (salvezza in largo anticipo e accesso ai play-off), ma nell'ultimo scampolo di annata —al pari della società, s'intende — ha le sue brave colpe. Il gruppo gli è sfuggito di mano, la squadra ha perso di coesione e qualità di rendimento, inanellando una lunga serie di sconfitte (otto alla fine), culminata con la «disfatta» record del meno 55 in garadue degli ottavi play-off con la Scavolini. Una sequenza negativa che, con tutta probabilità, gli è costata la riconferma.
Pista marchigiana. Assodato che ci si rivolgerà verso altre piste, tutto sta a sapere se a scegliere il nuovo nocchiero sarà la società o l'eventuale figura di manager plenipotenziario verso il quale ci si potrebbe orientare. Insomma, siamo ancora piuttosto indietro. Al massimo ai timidi sondaggi, quelli effettuati da una dirigenza a quanto pare attratta dalla possibilità di concedere la panchina a un tecnico corregionale. Prima scelta potrebbe quindi essere Cesare Pancotto, che con il tre a zero subìto dalla Benetton nei quarti dei play-off ha forse chiuso un grandissimo ciclo a Trieste. In alternativa ci si orienterebbe su Alessio Baldinelli, allenatore «vincitutto» nelle categorie minori, che non ha mai avuto l'occasione di cimentarsi nella massima divisione e non è del tutto esclusa la «linea» della promozione di Luca Ciaboco da vice a capo allenatore. E Roberto Carmenati? L'esperienza negli Stati Uniti al fianco di Jabbar lo sta forgiando e maturando, ma tutto sta a conoscere i rapporti attuali tra il team locale e il tecnico che più di un lustro addietro venne licenziato dall'allora presidente Ceresani a metà annata.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino