Savic fa professione d'ottimismo – in semifinale, contro Cantù, dovremo rivederlo in campo, a usare cervello, gomiti e tanta esperienza – intanto l'arrivo dell'Oregon, previsto per martedì, un piccolo risultato l'ha già ottenuto. Al PalaDozza – dove ieri, in veste di osservatore, c'era Alessandro Finelli, ex tecnico delle giovanili dell'Aquila e attuale coach di Ferrara, in Legadue - tornerà Basket F News, ovvero l'house organ della Fortitudo, che da più di un decennio informa abbonati e semplici spettatori dall'interno dello spogliatoio.
Uno spogliatoio che sta cercando di preparare nel migliore dei modi questa sfida. Anche perché dall'altra parte del campo ci saranno due ex, Dan Gay e Marcelo Damiao. Ex per mezza squadra, non per Davor Marcelic, che di Cantù conosce poco. Se non quel palazzetto, il Pianella (oggi PalaOregon) dove, all'inizio di marzo, la Skipper impose il secondo stop interno ai canturini. Già, perché non bisogna dimenticare che il croato, quando la Skipper perdeva proprio al PalaDozza la sua unica partita interna contro un club italiano (l'Oregon, appunto), giocava altrove.
Davor, però, s'è fatto raccontare per filo e per segno le caratteristiche dei canturini. E con l'ausilio delle cassette, dopo aver comunque giocato una volta contro di tutti, s'è fatto un'idea ben precisa. Soprattutto di Hines, il giocatore che per forza di cose dovrebbe incrociare la sua strada. E su cui Davor Marcelic ha le idee piuttosto chiare: «Ottimo elemento. Sicuramente uno dei migliori del campionato. Un brutto cliente, come tutta l'Oregon, del resto. Che si è qualificata con pieno merito per questa semifinale. Anche se nessuno, alla vigilia della serie con Siena, dava loro fiducia. Invece hanno battuto la Montepaschi e l'hanno fatto in modo netto, con un 3 a 0 che non ammette discussioni. Per questo motivo dobbiamo considerarli particolarmente pericolosi».
E pericoloso, probabilmente, potrebbe essere proprio il match di apertura, quello in programma martedì sera. «Abbiamo un vantaggio – commenta – questa settimana di lavoro in palestra. Che si aggiunge a quello che abbiamo potuto fare nelle settimane scorse. Ci stiamo allenando molto bene, come non avevamo potuto fare, per vari motivi, nell'ultimo periodo della stagione regolare. Mi sembra che i risultati si siano visti, anche nella serie con Roma».
Pronto alla battaglia, Davor, pronto a dar manforte a un club che, per l'ottavo anno di fila, è stato capace di conquistarsi una semifinale tricolore. Ma attenzione a Cantù. Perché i brianzoli potrebbero non essere appagati di un risultato che nessuno, alla vigilia, aveva pronosticato. Anche perché quella Cantù che un anno fa aveva rischiato la retrocessione in Legadue, è stata capace, all'opposto, di ritrovare una semifinale dopo un'attesa durata ben nove anni.
Alessandro Gallo
Uno spogliatoio che sta cercando di preparare nel migliore dei modi questa sfida. Anche perché dall'altra parte del campo ci saranno due ex, Dan Gay e Marcelo Damiao. Ex per mezza squadra, non per Davor Marcelic, che di Cantù conosce poco. Se non quel palazzetto, il Pianella (oggi PalaOregon) dove, all'inizio di marzo, la Skipper impose il secondo stop interno ai canturini. Già, perché non bisogna dimenticare che il croato, quando la Skipper perdeva proprio al PalaDozza la sua unica partita interna contro un club italiano (l'Oregon, appunto), giocava altrove.
Davor, però, s'è fatto raccontare per filo e per segno le caratteristiche dei canturini. E con l'ausilio delle cassette, dopo aver comunque giocato una volta contro di tutti, s'è fatto un'idea ben precisa. Soprattutto di Hines, il giocatore che per forza di cose dovrebbe incrociare la sua strada. E su cui Davor Marcelic ha le idee piuttosto chiare: «Ottimo elemento. Sicuramente uno dei migliori del campionato. Un brutto cliente, come tutta l'Oregon, del resto. Che si è qualificata con pieno merito per questa semifinale. Anche se nessuno, alla vigilia della serie con Siena, dava loro fiducia. Invece hanno battuto la Montepaschi e l'hanno fatto in modo netto, con un 3 a 0 che non ammette discussioni. Per questo motivo dobbiamo considerarli particolarmente pericolosi».
E pericoloso, probabilmente, potrebbe essere proprio il match di apertura, quello in programma martedì sera. «Abbiamo un vantaggio – commenta – questa settimana di lavoro in palestra. Che si aggiunge a quello che abbiamo potuto fare nelle settimane scorse. Ci stiamo allenando molto bene, come non avevamo potuto fare, per vari motivi, nell'ultimo periodo della stagione regolare. Mi sembra che i risultati si siano visti, anche nella serie con Roma».
Pronto alla battaglia, Davor, pronto a dar manforte a un club che, per l'ottavo anno di fila, è stato capace di conquistarsi una semifinale tricolore. Ma attenzione a Cantù. Perché i brianzoli potrebbero non essere appagati di un risultato che nessuno, alla vigilia, aveva pronosticato. Anche perché quella Cantù che un anno fa aveva rischiato la retrocessione in Legadue, è stata capace, all'opposto, di ritrovare una semifinale dopo un'attesa durata ben nove anni.
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino