News

Il punto di Andrea Mazzon

Giocatori Nba in Italia, scelte molto difficili

Prima della pallacanestro giocata vorrei ricordare il grave lutto che ha colpito l'arbitro Maurizio Pascotto, che diresse la nostra ultima partita contro Cantù. La settimana scorsa ha perso moglie e figlio di 8 anni in un incidente stradale e ripensando a questa tragedia (che purtroppo è successa anche ad Imola e addirittura nello stesso giorno) mi chiedo cosa conti il resto quando un dolore così grande ti coglie.
Ritornando al gioco siamo alle semifinali, mentre non si capisce molto cosa stia succedendo al nostro movimento. A livello giocato sembra abbastanza difficile fare previsioni, perché delle 4 squadre, l'impressione è che tutte possano battere tutte avendo dimostrato di potere vincere in trasferta nella serie forse più rischiosa per le prime classificate in regular season. Ci sono ora grandi motivazioni per vincere lo scudetto e nessuna cederà un millimetro in mezzo al campo; sarà bellissimo vedere Treviso correre contro la corazzata Kinder e la fame degli americani canturini contro una Fortitudo tosta e solida sotto canestro.
A livello organizzativo, invece, non è ancora chiaro di quante squadre sarà composta l'A1, quanti stranieri ci potranno essere e soprattutto se Imola beneficerà o meno di questa situazione.
Generalmente si dice che la programmazione e il pianificare faccia la differenza, ma come si può lavorare in un momento in cui niente è chiaro? Personalmente cerco di guardare delle cassette di giocatori che seguo dall'anno prima o che mi vengono consigliati da alcuni amici allenatori europei, americani e scout che lavorano per delle squadre NBA.
Qui però, come dicevamo la scorsa settimana, arriva il difficile perché molte volte il metro di paragone è improponibile e spesso si pensa che in Italia il basket venga giocato con il pallone di pezza, quindi l'obiettivo non è solo scegliere bene ma sbagliare il meno possibile perché, ahimè, è inevitabile commettere errori. I campioni con grande pedigree dalla NBA non sono a mio modo di vedere molto adatti all'Italia (tranne in alcuni casi tipo Clemon Jhonson o Van Breda che tutti ancora a Bologna ricordano) soprattutto se hanno giocato parecchi anni in America. Mi sembrano migliori quei giocatori che vogliono raggiungere l'NBA o quelli che l'hanno persa e vogliono riconquistarla, anche se allenare giocatori stranieri consapevoli che la vera America è l'Italia sarebbe l'ideale.
Degli esempi?
Ok, la settimana prossima parte la lista anche se per me il primo sarà Mike D'Antoni, che ne dite?
Forza Imola
Andrea Mazzon
TAGS
Le ultime gallery
Le ultime notizie
Title Sponsor
Platinum Sponsor
Official Marketplace
Official Sponsor
Official Sponsor
Official Sponsor
Official Sponsor
Technology Partner
Medical Supplier
Treno ufficiale
Official Ball
Official Luxury Rental Car Supplier
Technical Sponsor
Official Ticketing
Official Water
Official Supplier
Official Court Supplier
Media Partner
Media Partner
Media Partner
Official Radio
Official Advisor