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Blair saluta, Booker rilancia

Il centro della Scavolini parla del suo futuro; Pecile rivela le intenzioni del play

PESARO — «Cosa farò il prossimo anno? Non ci ho ancora pensato, devo digerire il modo in cui è finita questa stagione. Io voglio giocare, ecco tutto».
Joseph Blair non si sbilancia sul futuro: a Pesaro si trova bene, la Vuelle è il club che l'ha lanciato ad alto livello e che se l'è ripreso dopo un'annata difficile, ma il pivot esce da questo campionato ancor più quotato rispetto alla prima esperienza. Nel 99/00 fu votato da una giuria di addetti ai lavori miglior straniero del campionato, quest'anno è stato inserito nella Top 10 di Eurolega, i migliori del torneo più importante del continente, anche se poi nel quintetto ideale gli hanno preferito Tomasevic. Blair sa di avere un vasto mercato, perché i pivot sono merce rara e se poi sono così produttivi lo sono ancor di più.
«Posso solo dire che sono molto orgoglioso di aver avuto l'opportunità di giocare per questa società, per questa squadra e con questi compagni» afferma.
Se queste parole suonano come il passo d'addio, così non è per Booker. Non ha ancora parlato Melvin dopo il 3-0 con la Virtus, ma per lui lo fa Pecile.
«Io e Melvin abbiamo passato molto tempo a parlare, la notte dopo l'eliminazione con la Kinder. Abbiamo fatto tardi a discutere di come sarebbe bello vincere qualcosa con questa società che entrambi amiamo e nella nostra testa ci sono già le idee per rendere la squadra più forte, più pericolosa, basterebbero un paio di innesti».
Pecile racconta con passione l'amicizia col capitano americano: «Gli ho fatto promettere che mi scriverà tante e-mail sul mio sito visto che gli ho riservato un angolo tutto per lui. Melvin ha detto chiaramente che non gli piace cambiare nella vita e che quando si trova bene in un posto non ha bisogno di altro. Sono sicuro che Booker resterebbe a Pesaro con entusiasmo — continua il Pec — e anch'io lo sarei se rimanesse perchè abbiamo visto che insieme possiamo giocare e dare anche più dinamismo, più rapidità alla squadra».
Se è vero che si va verso un ringiovanimento dell'organico — molto probabili i ritorni di Malaventura e Flamini — non bisogna dimenticare che saggezza ed esperienza devono convivere con la gioventù. Abbiamo già vissuto con esagerazione il «largo ai giovani» nella stagione 96/97: la Scavolini si salvò all'ultima giornata.
Elisabetta Ferri
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