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Scavolini, le pagelle dell'anno

Una squadra con troppe delusioni

PESARO — Nelle ultime settimane, soprattutto in fase playoff, si è alzato un brusio sopra la tenuta psicologica di Booker. Il problema, dibattuto unicamente da un mazzo di tifosi, è legato alle sue prestazioni ritenute in calo rispetto alla stagione regolare. Fermo restando che non fanno pagella le due gare contro Fabriano, le tre partite contro la Kinder sono invece quelle che devono essere prese in considerazione. Come tutte le formazioni che non hanno un alto tasso tecnico orizzontale e cioè distribuito tra vari giocatori, la Scavolini ha sofferto terribilmente in quelle che erano le sue due punte di diamante: e cioè Booker e DeMarco. Il secondo ha giocato una sola gara, mentre il primo ha dovuto sempre sopportare Jaric (e non solo lui), in pressing fin dal primo minuto. Il tutto poi accompagnato da una particolare attenzione difensiva in quello che è il suo gioco migliore: il pick-and-roll. Nel caso del play non si è di fronte ad una questione di attributi, quanto ad una lotta di uno contro tutti. La storia di Davide che batte Golia è molto bella e ha il valore della rarità, ma è terminata nella Bibbia. Mettere in discussione la figura di Booker anche se a certi livelli andrebbe tarato fisicamente, ma con una grande guardia al fianco, è stato lo sport più insulso di questo fine stagione. Parte senza contratto e quindi difficilmente vestirà la maglia biancorossa. Ha portato Pesaro in alto quasi da solo. Ripartire senza è già di per sé un'avventura.
Voto 8

Occorre fare una premessa: Beric non è quel giocatore che Pesaro ha visto transitare nel corso della stagione. Ottimo uno contro uno, grande visione di gioco; pessimo invece in difesa, senza impatto fisico. Brutte medie al tiro anche in condizioni ottimali. Questo atleta è stato il punto di snodo della stagione. Contratto molto alto (un milione di dollari lordi), Beric doveva essere l'uomo in grado di far fare il salto di qualità alla squadra. Invece per una serie di motivi così non è stato. Se uno va a stringere, forse è stato buono, ma non decisivo, solo in due-tre gare. Inutile nasconderlo: un fallimento. Le ragioni sono comunque diverse, compreso il fatto che fosse l'unico slavo in mezzo a tanti americani. Ma quello che forse ha maggiormente pesato sono le sue caratteristiche tecniche: ama creare il gioco diventando un play aggiunto. Fattore tecnico che è andato subito a cozzare con le peculiarità di Booker. Il problema è subito saltato agli occhi di mezzo palasport ad inizio di campionato tanto che la società organizzò una conferenza stampa in cui i due dissero che tutto, invece, andava bene. Il caso-Beric è forse l'unico grosso neo gestionale che ha la società. Visto l'andazzo — ammesso poi che vi fossero le condizioni per farlo — il problema doveva essere rimosso. Cercare per Beric un'altra collocazione per ingaggiare al suo posto una guardia di impatto atletico e tiratrice, un uomo più funzionale alle esigenze di quella Scavolini. Altrimenti si sarebbe dovuto adeguare il resto della squadra alle caratteristiche di Beric. Un equivoco portato avanti fino alla fine e che ha prodotto un rapporto qualità prezzo fallimentare. Di questo giocatore ora resta un altro anno di oneroso contratto e, nel caso non si trovasse un altro club disposto a prenderselo, un problema gestionale non da poco: creare una squadra attorno a lui. Ma questo eventuale salto da Copernico a... Tolomeo, vale la candela? Il caso dell'inverno rischia di diventare anche il caso dell'estate, anche se è possibile che possa tornare al Partizan.
Voto 4

PESARO — Detto, a parte, di Booker e di Beric, passiamo agli altri protagonisti di questa stagione.
Johnson 5
Arriva da Varese a campionato in corso. Annunciato come il salvatore della patria provoca un rinculo di mezza squadra. Nella prima settimana la tensione con Tusek è stata alta, i rapporti tesi anche in virtù delle dichiarazioni rilasciate dall'americano alla Gazzetta proprio contro Tusek. Giocatore ideale per il gioco di Pillastrini, Johnson ci ha messo però molto tempo prima di entrare in forma. Per qualche mese s'è portato via oltre 400 milioni, ha fatto finire in «cantina» soprattutto Maggioli che stava dispuntando un discreto campionato. Grandi giocate solo a Milano e poco altro fino ad arrivare a gara-uno con la Kinder dove poi gli hanno subito preso le misure. Parte con i suoi sogni di Nba, ma è assai probabile che lo rivedremo circolare di nuovo in Europa.
Gigena 5,5
Lo scorso anno ha firmato un triennale (oltre un miliardo netto). E' un giocatore tattico che fa del suo dinamismo l'arma migliore. Ha alternato buone gare ad altre opache. E' entrato nei playoff in forma splendida tanto che Pillastrini lo ha sempre inserito nel primo quintetto. Poi ha sbarellato contro la Kinder, in difficoltà nei marcamenti, non ha ottenuto risultati nemmeno in fase di attacco: clamorosa la sua performance negativa in gara due pur tirando spesso senza avversari davanti e con i piedi per terra.
Middleton 7
E' in scadenza di contratto. Sembrava destinato ad una stagione da specialista anche in virtù dei suoi 37 anni: utilizzazione mirata per quando occorreva un tiratore perimentrale in più. La sua giusta cornice tattica. Poi, visto l'andazzo soprattutto di Beric, in vista dei playoff Pillastrini lo ha mandato sempre in quintetto anche perchè era l'unico che faceva canestro con regolarità. Doveva coprire la falla più evidente della squadra. L'infortunio in gara due contro la Kinder lo ha praticamente tolto di mezzo anche se il suo apporto è stato più difensivo che offensivo.
Pecile 6
Sotto l'ala protettiva di Booker, l'unico giocatore al quale al quale il play cedeva volentieri il bastone del comando, Pecile è salito col passare delle gare. Un redimento discreto e la sua velocità di transizione ha spesso dato un contributo alla squadra togliendola da impasse tattici. Pur subendo il peso fisico degli avversari, nei playoff non si è comportato male. Una stagione positiva. Prende 87 milioni, vorrebbe almeno raddoppiare. Almeno così dicono i ben informati.
Traina 5
Ha nelle mani un due più uno di contratto, fra l'altro molto buono economicamente, firmato prima che cambiassero le regole del gioco. Volendo potrebbe chiedere di giocare per un altro anno perchè la decisione di restare spetta a lui. Da tiratore folle è finito per essere utilizzato soprattutto in fase difensiva per la sua forza fisica. Per una lunga fase del campionato è stato in panca. Giocatore umorale, di lui si ricorda la serie con la Skipper in coppa Italia ed il finale di gara-tre con la Kinder. Nel rapporto dare e avere, una rimessa. Dovrebbe non rimanere.
Tusek 7.5
L'arrivo di De Marco lo ha messo in crisi. Una curva di rendimento verso il basso da fare paura. Poi è risalito giocando ottime partite compresa l'ultima di Bologna.
Non è una battuta: forse è stato il miglior tiratore perimetrale della squadra. Sotto canestro a livello di stagione regolare si è fatto sentire. Salendo il tasso della competizione, là sotto fa fatica. Ma avendo un buon tiro ha aiutato spesso ad allargare le difese. Sembra gli stiano rinnovando il contratto: un biennale. Un'ottima scelta e tempestiva perchè pare si fosse già mosso per trovare un'altra collocazione.
Maggioli 6+
Uno tra i giocatori più discussi della stagione. Pochi sono quelli che farebbero di tutto per fargli cambiare aria. Ha giocato grandi partite in Eurolega e nel mezzo del campionato, lui e Tusek da soli, si sono portati a casa punti importanti. L'arrivo di DeMarco lo ha completamente chiuso. Mesi di panca anche con qualche polemica. Rispetto ad altri giocatori strapagati (prende 87 milioni) il suo rapporto qualità-prezzo è stato altisso. Vuol andar via? Lo mandano via? Non lo sappiamo. Se fossimo in Scavolini un pesarese in squadra lo terremmo. Specie di un'annata come la prossima dove il tasso d'avventura si annuncia alto.
Blair 7,5
Partito male. Nato per correre si è ritrovato in una squadra che invece praticava un altro basket. Inserito nel quintetto ideale di Eurolega Blair ha concluso la stagione in crescendo, sempre sopra i 10 rimbalzi a gara. Non è trattenibile. Ha mercato e può chiedere ingaggi corposi. Non a caso ha rifiutato di firmare un biennale da 600 mila dollari netti.
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