TRIESTE - La Coop Nordest riparte da Cesare Pancotto. Bella scoperta, dirà più di qualcuno. Ma attenzione: nel basket e, in particolare in quello dei giorni nostri, non bisogna più dare nulla per scontato. E allora quella «resto, a meno che non abbiano intenzione di cacciarmi via» scherzosamente pronunciata dal coach di Porto San Giorgio a Treviso, assume una valenza importante.
E già, perchè in questi giorni il nome del tecnico triestino è rimbalzato sulle panchine di diverse società del massimo campionato e tutte, curiosamente, di stanza nella regione che gli ha dato i natali. Fantasie? Chi lo sa, d’altra parte terminato il campionato bisogna pure movimentare il mercato con le notizie che arrivano dal resto della Penisola.
Quello che è certo è che, al di là del contratto firmato con Trieste, sia la Scavolini sia Fabriano hanno messo gli occhi addosso al tecnico della Coop. Pesaro per ridare slancio a una squadra che quest’anno non è riuscita a raccogliere quanto seminato, Fabriano per voltare pagina dopo un finale di stagione non in linea con le aspettative. Quasi certa, infatti, la partenza di Maurizio Lasi, che nelle ultime settimane si è visto sfuggire di mano lo spogliatoio e ha inanellato una serie di otto sconfitte consecutive. Compresa la disfatta record del -55 rimediata nella gara due degli ottavi play-off con Pesaro.
L’alternativa, scrivono i giornali locali, potrebbe quindi essere Cesare Pancotto, che con il tre a zero subito dalla Benetton nei quarti play-off ha forse chiuso un grandissimo ciclo a Trieste. E lui, Pancotto, che cosa ne pensa di tutte queste attenzioni?
«Per me è gratificante poter lavorare e avere una squadra che mi consenta di portare avanti le mie idee. Mi onoro di farlo a Trieste, una piazza che per un allenatore rappresenta un grande stimolo. È chiaro poi che i complimenti fanno piacere. Rafforzano le tue convinzioni e danno il senso al lavoro che svolgi con sacrificio e passione giorno dopo giorno. Ma, al di là di questo, non mi distolgono dall’impegno che ho preso con Trieste».
Lorenzo Gatto
E già, perchè in questi giorni il nome del tecnico triestino è rimbalzato sulle panchine di diverse società del massimo campionato e tutte, curiosamente, di stanza nella regione che gli ha dato i natali. Fantasie? Chi lo sa, d’altra parte terminato il campionato bisogna pure movimentare il mercato con le notizie che arrivano dal resto della Penisola.
Quello che è certo è che, al di là del contratto firmato con Trieste, sia la Scavolini sia Fabriano hanno messo gli occhi addosso al tecnico della Coop. Pesaro per ridare slancio a una squadra che quest’anno non è riuscita a raccogliere quanto seminato, Fabriano per voltare pagina dopo un finale di stagione non in linea con le aspettative. Quasi certa, infatti, la partenza di Maurizio Lasi, che nelle ultime settimane si è visto sfuggire di mano lo spogliatoio e ha inanellato una serie di otto sconfitte consecutive. Compresa la disfatta record del -55 rimediata nella gara due degli ottavi play-off con Pesaro.
L’alternativa, scrivono i giornali locali, potrebbe quindi essere Cesare Pancotto, che con il tre a zero subito dalla Benetton nei quarti play-off ha forse chiuso un grandissimo ciclo a Trieste. E lui, Pancotto, che cosa ne pensa di tutte queste attenzioni?
«Per me è gratificante poter lavorare e avere una squadra che mi consenta di portare avanti le mie idee. Mi onoro di farlo a Trieste, una piazza che per un allenatore rappresenta un grande stimolo. È chiaro poi che i complimenti fanno piacere. Rafforzano le tue convinzioni e danno il senso al lavoro che svolgi con sacrificio e passione giorno dopo giorno. Ma, al di là di questo, non mi distolgono dall’impegno che ho preso con Trieste».
Lorenzo Gatto