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Messina sente l’anima del gruppo

Il coach della Kinder: «Questa squadra sa farsi trovare pronta agli appuntamenti che contano»

Ettore Messina, la Kinder ha buttato la Scavolini fuori dai giochi in tre partite secche. Un lavoro veloce e pulito, se l’aspettava?
«Assolutamente no. Non pensavo che l’avremmo chiusa così in fretta. E avevo ragione a dubitare: sono state tre partite difficili, delicate. Le abbiamo vinte facendo qualcosa di veramente positivo soprattutto nella trasferta di Pesaro. Ovviamente, una vittoria fondamentale».
Ora l’obiettivo si chiama Benetton. Tabù stagionale sfatato in Final Four d’Eurolega, ma quella era un’altra storia. Partita secca, e con un assetto per forza di cose diverso.
«Infatti. Questo è un play-off, una faccenda particolare e un impegno durissimo. Già è difficile di per se, e per noi diventa ancora più complicato perchè siamo sfavoriti dal fattore campo. Ma io penso che abbiamo le nostre carte da giocare, anzi ne sono convinto. Abbiamo sempre giocato le nostre migliori partite quando la posta era alta. Questa è una squadra che sa farsi trovare pronta agli appuntamenti che contano».
Torniamo sull’assenza di Smodis. Contro Treviso potrebbe pesare più di quanto non sia pesata contro Pesaro.
«Sono discorsi, e sinceramente credo che lascino il tempo che trovano. Per dire: quest’anno contro la Benetton abbiamo vinto una volta in quattro partite, proprio nella serata in cui Matjaz ha giocato una partita normale, non certo una partita super».
La Virtus perde Smodis e trova Granger. Ruoli differenti, s’intende, ma è pur sempre una certezza in più.
«Antonio è stato molto bravo, si è inserito sempre meglio in questo gruppo, in un tempo decisamente breve. Ha capacità enormi, è molto intelligente. E ha avuto l’umiltà di entrare in squadra nel modo giusto, senza pretendere spazi e minutaggi alti, cercando di sfrutttare bene quello che gli veniva offerto dalle situazioni, di capire, di essere utile alla squadra».
Ci sarebbe anche Becirovic, sulla via del recupero. Ieri è tornato in palestra, dopo il mercoledì del meritato riposo per la truppa.
«Vediamo un po’ come reagisce al lavoro di questi giorni. Deve arrivare a poter spingere senza problemi, per sentirsi al massimo. In questo senso credo che questo 3-0 alla Scavolini ci sia di grande aiuto. Abbiamo davanti una settimana di allenamenti utili, proficui. Perché un conto è allenarsi tra una partita di play-off e l’altra, in maniera per forza di cose molto blanda, un conto è poter lavorare nel modo migliore per ritrovare e riassestare gli equilibri».
È il motivo per cui la Virtus non ha accettato di anticipare l’inizio delle semifinali a domenica?
«Il fatto è che c’è un calendario, con date precise e decise da tempo. Non si può rimettere tutto in discussione per sondaggio all’ultimo momento. Anche perché si deve tener conto di tante cose, anche delle situazioni logistiche che fanno da corollario a una trasferta».
Ettore Messina porta la sua Virtus in semifinale. Con quali certezze, con quante domande?
«Nella testa di un allenatore ci sono sempre e soprattutto domande. Non sei mai sicuro di niente, in questo mestiere. Quello che so di certo è che siamo la Virtus, una squadra che ha carattere e grande mentalità. Andiamo a giocarci un posto in finale e faremo di tutto per conquistarlo. Se poi non dovessimo farcela, saremo i primi a stringere la mano agli avversari».
Già, se poi. Ma è chiaro che si va in campo con altri obiettivi.
Ettore Messina, la Kinder ha buttato la Scavolini fuori dai giochi in tre partite secche. Un lavoro veloce e pulito, se l’aspettava?
«Assolutamente no. Non pensavo che l’avremmo chiusa così in fretta. E avevo ragione a dubitare: sono state tre partite difficili, delicate. Le abbiamo vinte facendo qualcosa di veramente positivo soprattutto nella trasferta di Pesaro. Ovviamente, una vittoria fondamentale».
Ora l’obiettivo si chiama Benetton. Tabù stagionale sfatato in Final Four d’Eurolega, ma quella era un’altra storia. Partita secca, e con un assetto per forza di cose diverso.
«Infatti. Questo è un play-off, una faccenda particolare e un impegno durissimo. Già è difficile di per se, e per noi diventa ancora più complicato perchè siamo sfavoriti dal fattore campo. Ma io penso che abbiamo le nostre carte da giocare, anzi ne sono convinto. Abbiamo sempre giocato le nostre migliori partite quando la posta era alta. Questa è una squadra che sa farsi trovare pronta agli appuntamenti che contano».
Torniamo sull’assenza di Smodis. Contro Treviso potrebbe pesare più di quanto non sia pesata contro Pesaro.
«Sono discorsi, e sinceramente credo che lascino il tempo che trovano. Per dire: quest’anno contro la Benetton abbiamo vinto una volta in quattro partite, proprio nella serata in cui Matjaz ha giocato una partita normale, non certo una partita super».
La Virtus perde Smodis e trova Granger. Ruoli differenti, s’intende, ma è pur sempre una certezza in più.
«Antonio è stato molto bravo, si è inserito sempre meglio in questo gruppo, in un tempo decisamente breve. Ha capacità enormi, è molto intelligente. E ha avuto l’umiltà di entrare in squadra nel modo giusto, senza pretendere spazi e minutaggi alti, cercando di sfrutttare bene quello che gli veniva offerto dalle situazioni, di capire, di essere utile alla squadra».
Ci sarebbe anche Becirovic, sulla via del recupero. Ieri è tornato in palestra, dopo il mercoledì del meritato riposo per la truppa.
«Vediamo un po’ come reagisce al lavoro di questi giorni. Deve arrivare a poter spingere senza problemi, per sentirsi al massimo. In questo senso credo che questo 3-0 alla Scavolini ci sia di grande aiuto. Abbiamo davanti una settimana di allenamenti utili, proficui. Perché un conto è allenarsi tra una partita di play-off e l’altra, in maniera per forza di cose molto blanda, un conto è poter lavorare nel modo migliore per ritrovare e riassestare gli equilibri».
È il motivo per cui la Virtus non ha accettato di anticipare l’inizio delle semifinali a domenica?
«Il fatto è che c’è un calendario, con date precise e decise da tempo. Non si può rimettere tutto in discussione per sondaggio all’ultimo momento. Anche perché si deve tener conto di tante cose, anche delle situazioni logistiche che fanno da corollario a una trasferta».
Ettore Messina porta la sua Virtus in semifinale. Con quali certezze, con quante domande?
«Nella testa di un allenatore ci sono sempre e soprattutto domande. Non sei mai sicuro di niente, in questo mestiere. Quello che so di certo è che siamo la Virtus, una squadra che ha carattere e grande mentalità. Andiamo a giocarci un posto in finale e faremo di tutto per conquistarlo. Se poi non dovessimo farcela, saremo i primi a stringere la mano agli avversari».
Già, se poi. Ma è chiaro che si va in campo con altri obiettivi.
Marco Tarozzi
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