SIENA — Stagione finita e arrivederci al prossimo anno. Peccato perché, praticamente, la Montepaschi, non ha mai giocato. Dal primo quarto di gara-1 (finito 27-15 per Cantù) la formazione di Ataman non si è più ripresa, inghiottita da un baratro fisico e mentale. L'amarezza c'è ma dai numeri si evince che quello appena trascorso è stato l'anno sportivo più sfolgorante della storia della Mens Sana. Le cifre parlano di 36 partite di regular season, 3 di Final Eight di coppa Italia, 17 di Saporta di cui 10 nel girone di qualificazione e 7 dagli ottavi alla finale di Lione, 5 nei play off scudetto. In tutto 61 partite (41 vittorie, 19 sconfitte ed 1 pareggio contro lo Strasburgo) disputate nell'arco di 8 mesi, con una media di una gara ogni quattro giorni. Tutto è iniziato a Faenza nella prima gara di campionato che vide la Montepaschi vittoriosa, grazie ad una prestazione clamorosa di Brian Tolbert (5/5 nelle triple). Fu quello l'inizio di un sogno interrotto soltanto due mesi più tardi da Roseto. Ma quella fu una sconfitta di poco conto. Ben più amara, invece, quella a Forlì contro la Kinder nella finale di coppa Italia quando la Montepaschi si vide letteralmente scippare il trofeo dalle V nere. Ma la prima coppa della storia biancoverde sarebbe arrivata poco più tardi a Lione, alla presenza di 2000 tifosi giunti da Siena per alzare al cielo insieme ai propri beniamini la coppa Saporta. Paradossalmente questa vittoria ha risucchiato tutte le energie. Il doppio successo con Udine, ha illuso Naumoski e compagni che quella contro Cantù sarebbe stata una serie facile. Il tutto, come dice un saggio proverbio, «facendo i conti senza l'oste». E l'oste-Oregon il conto l'ha presentato. La disputa Mens Sana-Cantù, però, potrebbe non essere finita. Non è escluso, infatti, che i brianzoli decidano di non iscriversi all'Eurolega, offrendo quindi questa possibilità alla Montepaschi.