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Obradovic tifa Benetton

Il coach del Pana: «Treviso può farcela contro una Kinder senza Smodis»

Il 5 maggio, giorno della finalissima dell'Eurolega contro la Kinder, la Treviso cestistica ha fatto il tifo per lui. Il riferimento è a Zelimir Obradovic, il coach del Panathinaikos, che, nella Marca, ha trascorso due stagioni indimenticabili, dal 1997 al 1999, segnate, il primo anno, dalla conquista della prima Supercoppa Italiana della Benetton e, in quello successivo, dalla vittoria della prestigiosa Coppa Saporta.
I tifosi biancoverdi, infatti, anche ora che osannano Mike D'Antoni, sono rimasti legati al serbo, l'allenatore più vincente d'Europa che, in undici stagioni, ha cambiato quattro nazioni e cinque club, conquistando, fra gli altri successi, cinque titoli europei, record assoluto per un coach. L'abbiamo rintracciato, al telefono, ad Atene.
Come va Zelimir? I tifosi trevigiani ti ringraziano per aver battuto la Kinder nella finale d'Eurolega...
«Grazie, anch'io sono ancora legatissimo a Treviso e spero che ora riesca a conquistare il suo terzo scudetto. Comincerò a tifare Benetton già da domani sera nella garauno del Palaverde».
Come la vedi questa semifinale scudetto?
«E' un pronostico difficile: sono due squadre che giocano in modo completamente opposto, guidate da due grandi coach e con giocatori che possono, in qualsiasi momento, risolvere la serie. Certo, l'assenza di Smodis è pesante per la Kinder, soprattutto perchè lo sloveno era importante per limitare i lunghi di Treviso, vedi Nicola e Garbajosa, bravi a colpire dal perimetro. L'organico della Virtus, comunque, lo abbiamo visto anche nei quarti contro la Scavolini, è talmente ricco che Messina potrà ovviare anche a quest'incoveniente».
Nella semifinale di Eurolega Griffith tagliò le gambe alla Benetton nell'ultimo quarto: tu, invece, nella finale, con il giovane Papadopoulos, riusciti a bloccare l'«omone» nero.
«Le gare dei playoff sono dominate da troppe variabili per affermare che un giocatore, pur bravo come Griffith, possa fare la differenza. D'Antoni è un coach preparatissimo che, quest'anno, è riuscito, già in tre occasioni, a sconfiggere la Virtus. Penso che abbia preparato le giuste contromisure per tagliare i rifornimenti al pivot virtussino. Altrettanto, avrà lavorato minuziosamente Messina per limitare i punti di forza della Benetton»
Quali potranno essere gli uomini determinanti della Benetton?
«Se Edney fa girare al meglio la squadra, per la Kinder la vedo dura. Anche Pittis, però, può fare la differenza: Ricky è il coach in campo della Benetton: ormai pensa come un allenatore. Se lui decidesse d'intraprendere questa carriera, ne farebbe davvero tanta di strada».
Fra Kinder e Benetton ci sarà anche una sana rivalità, ma quello che è successo a voi, al Pireo, prima della semifinale playoff con l'Olympiakos, ha davvero dell'incredibile...
«Quel giorno non abbiamo giocato a basket: del resto, quando si subìsce un attentato al pullman, è impossibile pensare allo sport. Senza considerare, poi, che, al termine dell'incontro, sono stato scortato, in conferenza stampa, da trenta poliziotti...».
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