TREVISO. Alla Kinder, tra i personaggi di oggi della Benetton, si ricordano solo di Renato Pasquali, che lì lavorò per quattro stagioni (1989- '93), tutte con Ettore Messina. «Adesso lui è diverso da quando io gli facevo da assistente - spiega - a quel tempo era all'inizio della carriera, aveva ancora qualche incertezza che adesso è sparita, una sicurezza che si nota dai filmati che visioniamo con la squadra. Ettore, anche nei momenti più difficili, sa dare tranquillità alla squadra, nei time out è sempre molto chiaro e sintetico infondendo serenità e fiducia«. Tu eri a fianco di D'Antoni, nello scudetto 1997. «Mike era quasi al debutto, aveva fatto due anni a Milano: come Messina, oggi D'Antoni ha molta più sicurezza, che gli deriva dai 4 anni nella Nba, crede di più in ciò che decide perché ha un'esperienza maggiore. E vi assicuro che anche i suoi time out sono determinanti, ricordo quello nel finale della gara in casa della Skipper in Eurolega: dal +19 eravamo passati al +4, e Mike disse: «Ragazzi, dico solo che, se è scritto che dobbiamo perdere, pazienza, ma cominciate a giocare e fate tranquillamente ciò che sapete». Tornati in campo, vincemmo di 13». Fra D'Antoni e Messina, però, esiste una grande differenza.
«Certo. Ettore è un analitico che crede ciecamente nell'organizzazione, tutto deve essere sotto il suo controllo, Mike si affida alla fantasia ed alla creatività dei suoi giocatori e dice: il pallone ce l'hanno loro, che facciano ciò che ritengono sia meglio. Lui dà delle idee, degli input, che poi i singoli assorbono ed estrinsecano ciascuno con il proprio potenziale». E tu da che parte stai?... «Ho visto che entrambi sanno vincere, per cui non c'è molta differenza. Però l'eccesso di queste filosofie, cioè troppo controllo e troppa democrazia, ha effetti controproducenti». Domani sera comincerete le semifinali da favoriti. «La credibilità che abbiamo raccolto deriva dalla soddisfazione e dal divertimento di chi ci viene a vedere, anche chi prima non era un nostro tifoso. Poi quest'anno la Kinder l'abbiamo già battuta tre volte su quattro, e non si dice che tre indizi fanno una prova? Onestamente, tuttavia, non si possono fare paragoni fra le precedenti gare e quelle che giocheremo adesso». Se entri nella testa di Messina, tu che lo conosci bene, cosa ci vedi?
«Lui, prima di ogni partita importante, afferma che i favoriti sono sempre gli avversari. Alla stessa stregua, dico che i favoriti sono i campioni uscenti, cioè questa Kinder che parte per difendere lo scudetto. Do ragione a Molin: sia noi che loro abbiamo le potenzialità per vincere in trasferta. E non sono per nulla convinto che la Benetton sia favorita per il fatto di avere il vantaggio del fattore campo, ciò che conta di più è l'esperienza e la Virtus ne ha da vendere. Io francamente baratterei lo spareggio in casa con il mestiere che hanno loro...».
Silvano Focarelli
«Certo. Ettore è un analitico che crede ciecamente nell'organizzazione, tutto deve essere sotto il suo controllo, Mike si affida alla fantasia ed alla creatività dei suoi giocatori e dice: il pallone ce l'hanno loro, che facciano ciò che ritengono sia meglio. Lui dà delle idee, degli input, che poi i singoli assorbono ed estrinsecano ciascuno con il proprio potenziale». E tu da che parte stai?... «Ho visto che entrambi sanno vincere, per cui non c'è molta differenza. Però l'eccesso di queste filosofie, cioè troppo controllo e troppa democrazia, ha effetti controproducenti». Domani sera comincerete le semifinali da favoriti. «La credibilità che abbiamo raccolto deriva dalla soddisfazione e dal divertimento di chi ci viene a vedere, anche chi prima non era un nostro tifoso. Poi quest'anno la Kinder l'abbiamo già battuta tre volte su quattro, e non si dice che tre indizi fanno una prova? Onestamente, tuttavia, non si possono fare paragoni fra le precedenti gare e quelle che giocheremo adesso». Se entri nella testa di Messina, tu che lo conosci bene, cosa ci vedi?
«Lui, prima di ogni partita importante, afferma che i favoriti sono sempre gli avversari. Alla stessa stregua, dico che i favoriti sono i campioni uscenti, cioè questa Kinder che parte per difendere lo scudetto. Do ragione a Molin: sia noi che loro abbiamo le potenzialità per vincere in trasferta. E non sono per nulla convinto che la Benetton sia favorita per il fatto di avere il vantaggio del fattore campo, ciò che conta di più è l'esperienza e la Virtus ne ha da vendere. Io francamente baratterei lo spareggio in casa con il mestiere che hanno loro...».
Silvano Focarelli