Il derby contro Trieste lo conosce bene. Anche se finora l’ha giocato, con successo, da condottiero di Gorizia. Alla fine di una settimana senza respiro, se lo trova servito anche ora che guida Udine.
Frates, il derby che cos’è?
«Una sfida in cui bisogna sapere farsi coinvolgere nel modo giusto dall’attesa con cui la vive la gente, ricavandone una spinta in più. L’atmosfera condiziona ed esalta».
Con la Dinamica è salito in A1 a spese della Genertel di Pancotto nel 1998.
«Sì, in quattro gare play - off, due di regular sesason e una a orologio. Con Cesare siamo amici e molto simili come allenatori. Le nostre squadre sono organizzate e difensive. Non sarà un confronto tra due stili. Sarà un nulla di fatto? Il pari a noi non sta bene, forse a loro che sono a quota 28».
Motivi tecnici della gara?
«La forza sotto canestro della Coop con Podestà, Casoli e Mazique, che vedremo di contrastare. Poi, Maric sa essere protagonista di queste gare per carica emotiva e impronta».
Trieste, dopo i brodini con Imola e Milano, ha ripreso a perdere da due partite.
«Fabriano aveva già fatto una grande prova a Roseto. Se non giocassimo il derby, si potrebbe anche contare su un eventuale calo di condizione della Coop. Il derby, però, sfugge a ogni logica e scatena adrenalina: è meglio non fidarsi».
La Snaidero, comunque, pur perdendo ha convinto anche a Bologna.
«Peccato che i complimenti non facciano classifica. C’erano tutti i presupposti per fare una gara modesta, invece ci abbiamo provato sino in fondo: onore al merito. È sempre meglio avere un approccio giusto alla partita, uno spirito di squadra unito e compatto».
Oggi inserite Stern e Mills.
«Non dobbiamo e non devono aspettarsi chissà che. Sarà già qualcosa se ci daranno una mano a rimpiazzare Alibegovic e Cantarello senza inventarci giocatori fuori ruolo o marcature assurde. In questo senso, Stern può essere più utile di Mills. La settimana prossima li metteremo in squadra».
Va.M.
Frates, il derby che cos’è?
«Una sfida in cui bisogna sapere farsi coinvolgere nel modo giusto dall’attesa con cui la vive la gente, ricavandone una spinta in più. L’atmosfera condiziona ed esalta».
Con la Dinamica è salito in A1 a spese della Genertel di Pancotto nel 1998.
«Sì, in quattro gare play - off, due di regular sesason e una a orologio. Con Cesare siamo amici e molto simili come allenatori. Le nostre squadre sono organizzate e difensive. Non sarà un confronto tra due stili. Sarà un nulla di fatto? Il pari a noi non sta bene, forse a loro che sono a quota 28».
Motivi tecnici della gara?
«La forza sotto canestro della Coop con Podestà, Casoli e Mazique, che vedremo di contrastare. Poi, Maric sa essere protagonista di queste gare per carica emotiva e impronta».
Trieste, dopo i brodini con Imola e Milano, ha ripreso a perdere da due partite.
«Fabriano aveva già fatto una grande prova a Roseto. Se non giocassimo il derby, si potrebbe anche contare su un eventuale calo di condizione della Coop. Il derby, però, sfugge a ogni logica e scatena adrenalina: è meglio non fidarsi».
La Snaidero, comunque, pur perdendo ha convinto anche a Bologna.
«Peccato che i complimenti non facciano classifica. C’erano tutti i presupposti per fare una gara modesta, invece ci abbiamo provato sino in fondo: onore al merito. È sempre meglio avere un approccio giusto alla partita, uno spirito di squadra unito e compatto».
Oggi inserite Stern e Mills.
«Non dobbiamo e non devono aspettarsi chissà che. Sarà già qualcosa se ci daranno una mano a rimpiazzare Alibegovic e Cantarello senza inventarci giocatori fuori ruolo o marcature assurde. In questo senso, Stern può essere più utile di Mills. La settimana prossima li metteremo in squadra».
Va.M.