Difficile trovare il big match quando si arriva a un passo dallo scudetto. Sono passati 6 giorni dalle ultime sfide. Si era parlato di anticipo, invece non è stato così. E dunque si va in campo, secondo calendario, domani alle 20,30 (Skipper-Cantù diretta RaiSportSat).
Delle quattro squadre superstiti dopo 8 mesi di battaglie, quella più in forma sembra la Benetton ma non dimentichiamo che la Kinder ha eliminato in tre sfide l'avversario più scomodo (la Scavolini). Una Kinder che ci proverà subito perché espugnare il PalaVerde consentirebbe ai bianconeri di ribaltare a proprio favore il fattore campo. Alla vigilia Griffith la vede così: «Penso che sarà una serie molto bella, molto fisica e molto lunga. Questa sfida con Treviso mi ricorda quella dell'anno scorso contro la Fortitudo».
Anche se sappiamo che adesso le cifre contano poco, ricordiamo comunque che per la Virtus è la ventesima semifinale mentre Treviso ne ha giocate 9 e che nel bilancio dei playoff Bologna comanda per 13-3. Domani sera, però, più di numeri e precedenti peserà l'assenza di Smodis. Messina si consola vedendo che l'inserimento di Granger ha dato ottimi risultati e avendo avuto la conferma, durante la final four, che la Benetton (che recupera a tempo pieno Nachbar) tanto bella e arrogante nelle partite che contano poco diventa contratta e prevedibile quando non ci sono alternative alla vittoria. E la pressione, su questo non ci sono dubbi, è tutta su Treviso, obbligata a partire sull'1-0.
Così come non può permettersi errori la Skipper che sulle tavole del PalaDozza ospita una Oregon che in piazza Azzarita ha già banchettato durante la stagione regolare. Allora tutti gridarono alla sorpresa ma poi si capì il perchè di una vittoria inaspettata. Cantù non aveva fatto un miracolo ma semplicemente aveva cominciato ad esprimere quella forza che l'avrebbe portata addirittura ad insidiare la Kinder al terzo posto. Gay e Damiao non dovrebbero essere gli ex in grado ci sconvolgere i piani di un Boniciolli che sa bene di doversi guardare da ben altri avversari a cominciare da quello Stonerook che dietro quel suo suo aspetto da svagato giocatore di playground, nasconde una concretezza e una duttilità da grande campione.
Gianni Cristofori
Delle quattro squadre superstiti dopo 8 mesi di battaglie, quella più in forma sembra la Benetton ma non dimentichiamo che la Kinder ha eliminato in tre sfide l'avversario più scomodo (la Scavolini). Una Kinder che ci proverà subito perché espugnare il PalaVerde consentirebbe ai bianconeri di ribaltare a proprio favore il fattore campo. Alla vigilia Griffith la vede così: «Penso che sarà una serie molto bella, molto fisica e molto lunga. Questa sfida con Treviso mi ricorda quella dell'anno scorso contro la Fortitudo».
Anche se sappiamo che adesso le cifre contano poco, ricordiamo comunque che per la Virtus è la ventesima semifinale mentre Treviso ne ha giocate 9 e che nel bilancio dei playoff Bologna comanda per 13-3. Domani sera, però, più di numeri e precedenti peserà l'assenza di Smodis. Messina si consola vedendo che l'inserimento di Granger ha dato ottimi risultati e avendo avuto la conferma, durante la final four, che la Benetton (che recupera a tempo pieno Nachbar) tanto bella e arrogante nelle partite che contano poco diventa contratta e prevedibile quando non ci sono alternative alla vittoria. E la pressione, su questo non ci sono dubbi, è tutta su Treviso, obbligata a partire sull'1-0.
Così come non può permettersi errori la Skipper che sulle tavole del PalaDozza ospita una Oregon che in piazza Azzarita ha già banchettato durante la stagione regolare. Allora tutti gridarono alla sorpresa ma poi si capì il perchè di una vittoria inaspettata. Cantù non aveva fatto un miracolo ma semplicemente aveva cominciato ad esprimere quella forza che l'avrebbe portata addirittura ad insidiare la Kinder al terzo posto. Gay e Damiao non dovrebbero essere gli ex in grado ci sconvolgere i piani di un Boniciolli che sa bene di doversi guardare da ben altri avversari a cominciare da quello Stonerook che dietro quel suo suo aspetto da svagato giocatore di playground, nasconde una concretezza e una duttilità da grande campione.
Gianni Cristofori
Fonte: Il Resto del Carlino