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Scavolini, è cominciato il day after

La Vuelle deve essere riformata o ci sarà una rivoluzione?

PESARO – Qualcuno ricorderà la scena surreale del film “The Day After": il telegiornale dice che è cominciata la guerra nucleare e che bisogna lasciare immediatamente le proprie case, ma la signora del quinto piano continua ad affannarsi ansiosamente per preparare la tavola, ha ospiti a cena e non ha proprio tempo di preoccuparsi della bomba... Ci è venuto in mente l’episodio leggendo (sul forum internet della Scavolini) ed ascoltando (nelle discussioni in città) la pioggia di pareri dei tifosi biancorossi sulla stagione appena conclusa e su quella a venire. Tante analisi, tante critiche, recriminazioni e suggerimenti, quasi tutti ispirati da un obiettivo più o meno inconscio: essere i “primi", smetterla di perdere con Bologna, “vincere lo scudetto" (anche se pochi oggi sarebbero disposti ad ammetterlo apertamente, ma tante frustrazioni si spiegano sempre con questo latente desiderio freudiano). Eppure, proprio mentre i tifosi pesaresi riprendono a “sognare", auspicando “rivoluzioni" per tornare a vincere (finalmente), la società – per bocca del patròn Valter Scavolini – parla esplicitamente di ridimensionare gli investimenti e gli obiettivi, e i soliti “bene informati" di ogni fine stagione hanno già preannunciato il consueto, immancabile “repulisti" generale: via Booker, via Blair, via DeMarco, via Beric e chi più ne ha più ne metta (anzi ne... tolga). Insomma, la bomba atomica è scoppiata proprio mentre in tanti ricominciano a sognare, come ad ogni fine maggio, le “magnifiche sorti e progressive" del basket pesarese. Che succede? Vogliamo fermarci un attimo tutti quanti a riflettere? Primo: i tifosi. Ogni anno di questi tempi scatta il dilemma: riforme o rivoluzione? Quasi tutti, specie dopo un’annata deludente, si schierano per la rivoluzione. Risputano come funghi i teorici del “tanto peggio tanto meglio". Della serie: cambiamo tutto che tanto peggio non potrebbe andare! Da notare soltanto che, con questa logica, non più di qualche stagione fa la Scavolini è finita in A-2! Quindi attenzione a scartare a priori le “riforme", perché quest’anno l’alternativa potrebbe essere: riforme o...involuzione. Secondo: la società. C’è una logica nel tornare pesantemente sul mercato a metà stagione per riportare a Pesaro DeMarco Johnson e poi, pochi mesi dopo, ventilare il più drastico dei “ridimensionamenti"? Cosa giustifica tanto scoramento e tanta delusione? Non certo l’esito dell’Eurolega, dove, potendo schierare solo due Usa, l’arrivo di Johnson non avrebbe potuto illudere più di tanto. L’esito del campionato allora? L’uscita (peraltro onorevolissima) ai quarti con la Kinder è una vergogna tale da giustificare uno smantellamento? Pesaro è nella stessa situazione di Fabriano, dove il presidente – dopo le 8 sconfitte finali e i 70 punti di scarto con la Scavolini – non vuole più vedere i suoi giocatori nemmeno in fotografia? Siamo davvero alla fine del mondo e al giudizio universale? Sono così “mortali" i peccati commessi da questa Scavolini? Sentite cosa ha detto invece Pillastrini al recente forum del nostro giornale: «Sono convinto che con questa squadra si potrebbe ancora fare benissimo. Serve innanzitutto la continuità del lavoro che abbiamo intrapreso negli ultimi due anni, e che ha dato in difesa e sotto canestro i frutti che si sono visti contro la stessa Kinder. E serve probabilmente una rosa più delimitata, otto giocatori ad esempio, perché gestirne dieci che vogliono tutti giocare diventa molto difficile (e quest’anno in ogni momento ho avuto la sensazione di non riuscire a valorizzare al meglio tutti gli uomini a disposizione); è importante anche che i ruoli siano più precisi e definiti e che si garantisca alla squadra una maggiore pericolosità sul perimetro, in termini di tiro da fuori e di penetrazioni». Insomma, quello che suggerisce il buon senso: sistemare i ruoli di guardia e di ala piccola con almeno un forte realizzatore. Indipendentemente dal giudizio sul coach e sulla passata stagione, non vi pare un discorso realistico? Oppure preferite il “ricominciamo da zero" che va così di moda verso maggio-giugno ed è già stato prontamente rilanciato anche quest’anno? Preferite le riforme o la ri(in)voluzione? Come diceva il saggio Troisi: “Raga’ ma perché devo ricominciare da zero? Tre cose buone ce l’ho... Perché non posso ricominciare da tre?".
Giancarlo Iacchini
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