Week-end senza basket sui teleschermi, intendo quello di casa nostra: per quello Usa non ci sono né ostacoli né problemi.
Da noi, invece, gli ostacoli, anche se non ci sono ce li creiamo.
Già all'eliminazione, agli ottavi, di quattro squadre con lo 0-2, si è gridato allo scandalo, ora, ai quarti, con altre quattro squadre tra cui Siena fuori con lo 0-3, cosa si dovrebbe dire?
Molti anni fa (otto o dieci) il varesino Bulgheroni, allora presidente di Lega, con l'appoggio di vari dirigenti (forse quelli erano più lungimiranti?) tra cui Buzzavo, attuale capo executive della Benetton, spinsero per una stagione a pochissime squadre suscitando la rivolta, credo anche giusta, dei cosiddetti "peones". Ma l'arrivo in semifinale, quest'anno dei primi quattro della regular season, forse, gli darà un po' di soddisfazione, ma non potrà, mai, essere ciò che vorremmo fosse per un basket più forte, più popolare e più vicino ad una alternanza di protagonisti all'apice.
Capisco che questa speranza è troppo al di là dell'avvenire, troppo pochi sono i giocatori di casa nostra che possono far cambiare il "trend" economico che ci governa. La stessa Oregon canturina, è l'eccezione che conferma la regola: una squadra ben costruita, ben guidata ed assemblata con una spesa sotto quella delle altre "sorelle". Ma a questa eccezione, ci sono le regole, quella delle "paperone" come Scavolini, Wurth Roma e, specialmente, Siena uscite anzitempo, praticamente senza lottare, anche se su quest'ultima, incombeva la maledizione della previsione di Peterson, famoso, oltre per le sue indubbie capacità tecniche e manageriali, per non essere riuscito ad indovinare mai un pronostico!
Allora, i soldi, valgono o no, i roster sono importanti o no, la conduzione è determinante o no, chi conta, il singolo o la squadra? Vedremo con i semifinalisti, già dichiarati da un bel pezzo, se sarà tutto come previsto.
Ma quali erano le previsioni? La Kinder era considerata imbattibile, e dopo una quantità industriale di problemi, di infortuni e dovendo fare a meno di Smodis, arma tattica determinante, dovrà affrontare una Benetton che recupera Nachbar e che presenta un gruppo forte, esperto e spinto verso il suo ultimo ed unico obiettivo stagionale.
La Skipper, considerata ma mai creduta la squadra più completa tra interni ed esterni, con l'airone Fucka sempre pronto a castigare chiunque si avvicini al suo nido, dovrà vedersela col gruppo Usa di Cantù in cui la sentinella Lindeman, ex Indiana Bobby Knight "Hair", Stonerook è il piccolo soldato Ryan, saranno il "Collante White" per il Black Power degli altri. Giuro che non vedo una facile soluzione per nessuno, forse le sfide Madrigali-Buzzavo a golf e Seragnoli-Corrado a poker scoperto, sarebbero più reali e sicure.
Da noi, invece, gli ostacoli, anche se non ci sono ce li creiamo.
Già all'eliminazione, agli ottavi, di quattro squadre con lo 0-2, si è gridato allo scandalo, ora, ai quarti, con altre quattro squadre tra cui Siena fuori con lo 0-3, cosa si dovrebbe dire?
Molti anni fa (otto o dieci) il varesino Bulgheroni, allora presidente di Lega, con l'appoggio di vari dirigenti (forse quelli erano più lungimiranti?) tra cui Buzzavo, attuale capo executive della Benetton, spinsero per una stagione a pochissime squadre suscitando la rivolta, credo anche giusta, dei cosiddetti "peones". Ma l'arrivo in semifinale, quest'anno dei primi quattro della regular season, forse, gli darà un po' di soddisfazione, ma non potrà, mai, essere ciò che vorremmo fosse per un basket più forte, più popolare e più vicino ad una alternanza di protagonisti all'apice.
Capisco che questa speranza è troppo al di là dell'avvenire, troppo pochi sono i giocatori di casa nostra che possono far cambiare il "trend" economico che ci governa. La stessa Oregon canturina, è l'eccezione che conferma la regola: una squadra ben costruita, ben guidata ed assemblata con una spesa sotto quella delle altre "sorelle". Ma a questa eccezione, ci sono le regole, quella delle "paperone" come Scavolini, Wurth Roma e, specialmente, Siena uscite anzitempo, praticamente senza lottare, anche se su quest'ultima, incombeva la maledizione della previsione di Peterson, famoso, oltre per le sue indubbie capacità tecniche e manageriali, per non essere riuscito ad indovinare mai un pronostico!
Allora, i soldi, valgono o no, i roster sono importanti o no, la conduzione è determinante o no, chi conta, il singolo o la squadra? Vedremo con i semifinalisti, già dichiarati da un bel pezzo, se sarà tutto come previsto.
Ma quali erano le previsioni? La Kinder era considerata imbattibile, e dopo una quantità industriale di problemi, di infortuni e dovendo fare a meno di Smodis, arma tattica determinante, dovrà affrontare una Benetton che recupera Nachbar e che presenta un gruppo forte, esperto e spinto verso il suo ultimo ed unico obiettivo stagionale.
La Skipper, considerata ma mai creduta la squadra più completa tra interni ed esterni, con l'airone Fucka sempre pronto a castigare chiunque si avvicini al suo nido, dovrà vedersela col gruppo Usa di Cantù in cui la sentinella Lindeman, ex Indiana Bobby Knight "Hair", Stonerook è il piccolo soldato Ryan, saranno il "Collante White" per il Black Power degli altri. Giuro che non vedo una facile soluzione per nessuno, forse le sfide Madrigali-Buzzavo a golf e Seragnoli-Corrado a poker scoperto, sarebbero più reali e sicure.
Fonte: Il Gazzettino