TREVISO. A fine gara l'unica preoccupazione di Mike D'Antoni sono gli infortuni di Bell e Bulleri (il più serio sembra quello di quest'ultimo) e soprattutto le condizioni del figlioletto, Michael, colpito al capo in tribuna da una moneta lanciata da chissà quale imbecille. Per il piccolo un bel taglio, un cerotto ma niente di più grave: anzi, la battuta è che di punti la Benetton, con quelli per suturare la ferita, ne ha raccolti almeno 33... «Sulla partita posso dire che abbiamo giocato e tirato veramente bene. E soprattutto all'inizio ho visto una grande difesa che ha limitato il loro attacco. Difficile menzionare un giocatore, credo veramente che stavolta tutti abbiano fatto ampiamente il loro dovere: potrei cominciare con Marconato e potrei finire con "Skita", il decimo uomo, ma li dovrei citare tutti. Quando si vince così, tutta la squadra ha fatto qualcosa di importante».
Però questa era solo la prima... «Infatti. Ce ne sono altre due da vincere. Una bella vittoria, siamo tutti contenti, ma a Casalecchio si ricomincia da 0-0. Speriamo di recuperare almeno uno dei due infortunati».
La Kinder ha dimostrato di avere dei grossi problemi a reggere il vostro ritmo. «Questo dovete chiederlo a Messina, io posso dire che la Benetton ha giocato benissimo: quando difendiamo e limitiamo i loro rimbalzi d'attacco significa poter correre, così diventiamo una squadra importante. E nei pochi momenti difficili abbiamo mosso bene la palla, senza esagerare negli uno contro uno, semplificando tutto: ciò che in Coppa non eravamo riusciti a fare. Ad ogni modo loro restano i campioni d'Italia, non muoiono facilmente».
Alla Kinder però non basta vincere in casa, deve passare anche al Palaverde, e l'impresa per ora non sembra alla sua portata. «Loro avevano tre chance per vincere qui, gliene restano altre due, ma noi vogliamo vincere lì: garadue sarà a questo punto la partita-chiave».
Ettore Messina, affranto, proprio non ce la fa a parlare ai giornalisti della sconfitta più grave di tutta la storia dei confronti fra Treviso e Virtus. «Scusate, ma sono venuto da voi solo per salutarvi, mi appello alla facoltà di non rispondere. La prestazione che abbiamo offerto non è commentabile: dovendo giocare tra 48 ore non ho da dirvi di più di ciò che anche voi avete visto, speriamo in casa nostra di fare una gara diversa».
Ti senti tradito da qualcuno? «Lo vedete questo orologio che porto al polso? Ce l'hanno regalato l'anno scorso per il grande slam. Si vince e si perde tutti assieme».
Silvano Focarelli
Però questa era solo la prima... «Infatti. Ce ne sono altre due da vincere. Una bella vittoria, siamo tutti contenti, ma a Casalecchio si ricomincia da 0-0. Speriamo di recuperare almeno uno dei due infortunati».
La Kinder ha dimostrato di avere dei grossi problemi a reggere il vostro ritmo. «Questo dovete chiederlo a Messina, io posso dire che la Benetton ha giocato benissimo: quando difendiamo e limitiamo i loro rimbalzi d'attacco significa poter correre, così diventiamo una squadra importante. E nei pochi momenti difficili abbiamo mosso bene la palla, senza esagerare negli uno contro uno, semplificando tutto: ciò che in Coppa non eravamo riusciti a fare. Ad ogni modo loro restano i campioni d'Italia, non muoiono facilmente».
Alla Kinder però non basta vincere in casa, deve passare anche al Palaverde, e l'impresa per ora non sembra alla sua portata. «Loro avevano tre chance per vincere qui, gliene restano altre due, ma noi vogliamo vincere lì: garadue sarà a questo punto la partita-chiave».
Ettore Messina, affranto, proprio non ce la fa a parlare ai giornalisti della sconfitta più grave di tutta la storia dei confronti fra Treviso e Virtus. «Scusate, ma sono venuto da voi solo per salutarvi, mi appello alla facoltà di non rispondere. La prestazione che abbiamo offerto non è commentabile: dovendo giocare tra 48 ore non ho da dirvi di più di ciò che anche voi avete visto, speriamo in casa nostra di fare una gara diversa».
Ti senti tradito da qualcuno? «Lo vedete questo orologio che porto al polso? Ce l'hanno regalato l'anno scorso per il grande slam. Si vince e si perde tutti assieme».
Silvano Focarelli