«Non abbiamo mai perso due gare di fila», il proclama orgoglioso di Stefano Sacripanti, coach dell'anno nonché artefice di un miracolo chiamato Cantù. Boniciolli prende nota, conosce le insidie del Pianella (espugnato, in questa stagione, solo da Kinder, Skipper e Benetton), ma sa che, il 2 a 0, sarebbe il risultato migliore per ipotecare la finale.
«Ma io – racconta il coach – so bene che non siamo che all'inizio.
Devo far violenza su me stesso, e la dovrò fare sui giocatori, per dimenticare quello che è accaduto in gara uno. Sacripanti, giustamente, fa notare che non hanno mai perso due gare di fila. Sappiamo che sarà una battaglia, ma noi abbiamo giocatori che nella battaglia si esaltano».
Grande fiducia nella sua creatura. Una fiducia che Matteo aveva alla vigilia della gara d'esordio. «Non mi aspettavo un margine del genere – commenta – ma ero sicuro che la mia squadra avrebbe potuto giocare con quella intensità. Una prova difensiva incredibile. Ho rivisto la partita già due volte e il primo quarto è stato straordinario. Abbiamo recuperato tanti palloni che ci hanno dato maggiore consapevolezza in attacco. Ogni possesso era ragionato, perché sapevamo quello che ci era costato recuperare situazioni del genere».
Fortitudo capace di azzannare e correre. Ma incapace, ancora una volta, di sferrare il colpo del ko. Quello che avrebbe costretto Cantù a vivacchiare nell'altra mezzora. «Sulle prime – ammette – ero un po' incazzato. Poi sono andato oltre, perché rivedendo la partita mi sono reso conto che, pur commettendo grandi errori, non abbiamo mai perso il controllo della partita. Abbiamo perso il ritmo, ma solo quello».
Una considerazione, questa, che lo porta ad assolvere tanto Goldwire quando Galanda. «Abbiamo cominciato benissimo così – spiega – ho posticipato i cambi. E tra una cosa e l'altra Anthony e Giacomo sono rimasti seduti per venti minuti: non era facile, a quel punto, entrare mentalmente nel match. Loro non sono responsabili di quello che è accaduto: a quel punto era inevitabile. E siccome torniamo in campo subito proprio loro, che hanno avuto poco spazio in gara uno, ci daranno una mano a Cantù».
Dove Boniciolli non si aspetta particolari sorprese. «Da un punto di vista tattico non credo – insiste – e poi preferisco lavorare sulla mia squadra. Per questo c'è chi sostiene che io non sappia preparare le partite, ma la realtà è che io, appunto, preferisco preparare i miei.
Non credo che la tattica possa spostare più di tanto, soprattutto quando deve fare i conti con una squadra preparata come la mia».
In campo alle 20,30, al PalaOregon: sarà una battaglia vera.
Alessandro Gallo
La gara della Skipper sarà proposta in diretta, questa sera, al PalaDozza (ingresso gratuito) con la telecronaca di Fabrizio Pungetti, affiancato nell'occasione da Fabrizio Frates, vice Recalcati sulla panchina azzurra. Si comincerà alle 20 e, di fatto, sarà un antipasto di quello che l'anno prossimo, i tifosi, potranno vedere, nelle loro case, in esclusiva sull'Iptv di Acantho (nella prossima stagione le telecronache funzioneranno a pagamento).
«Ma io – racconta il coach – so bene che non siamo che all'inizio.
Devo far violenza su me stesso, e la dovrò fare sui giocatori, per dimenticare quello che è accaduto in gara uno. Sacripanti, giustamente, fa notare che non hanno mai perso due gare di fila. Sappiamo che sarà una battaglia, ma noi abbiamo giocatori che nella battaglia si esaltano».
Grande fiducia nella sua creatura. Una fiducia che Matteo aveva alla vigilia della gara d'esordio. «Non mi aspettavo un margine del genere – commenta – ma ero sicuro che la mia squadra avrebbe potuto giocare con quella intensità. Una prova difensiva incredibile. Ho rivisto la partita già due volte e il primo quarto è stato straordinario. Abbiamo recuperato tanti palloni che ci hanno dato maggiore consapevolezza in attacco. Ogni possesso era ragionato, perché sapevamo quello che ci era costato recuperare situazioni del genere».
Fortitudo capace di azzannare e correre. Ma incapace, ancora una volta, di sferrare il colpo del ko. Quello che avrebbe costretto Cantù a vivacchiare nell'altra mezzora. «Sulle prime – ammette – ero un po' incazzato. Poi sono andato oltre, perché rivedendo la partita mi sono reso conto che, pur commettendo grandi errori, non abbiamo mai perso il controllo della partita. Abbiamo perso il ritmo, ma solo quello».
Una considerazione, questa, che lo porta ad assolvere tanto Goldwire quando Galanda. «Abbiamo cominciato benissimo così – spiega – ho posticipato i cambi. E tra una cosa e l'altra Anthony e Giacomo sono rimasti seduti per venti minuti: non era facile, a quel punto, entrare mentalmente nel match. Loro non sono responsabili di quello che è accaduto: a quel punto era inevitabile. E siccome torniamo in campo subito proprio loro, che hanno avuto poco spazio in gara uno, ci daranno una mano a Cantù».
Dove Boniciolli non si aspetta particolari sorprese. «Da un punto di vista tattico non credo – insiste – e poi preferisco lavorare sulla mia squadra. Per questo c'è chi sostiene che io non sappia preparare le partite, ma la realtà è che io, appunto, preferisco preparare i miei.
Non credo che la tattica possa spostare più di tanto, soprattutto quando deve fare i conti con una squadra preparata come la mia».
In campo alle 20,30, al PalaOregon: sarà una battaglia vera.
Alessandro Gallo
La gara della Skipper sarà proposta in diretta, questa sera, al PalaDozza (ingresso gratuito) con la telecronaca di Fabrizio Pungetti, affiancato nell'occasione da Fabrizio Frates, vice Recalcati sulla panchina azzurra. Si comincerà alle 20 e, di fatto, sarà un antipasto di quello che l'anno prossimo, i tifosi, potranno vedere, nelle loro case, in esclusiva sull'Iptv di Acantho (nella prossima stagione le telecronache funzioneranno a pagamento).
Fonte: Il Resto del Carlino