A Treviso hanno preso fiducia. E forse vogliono fare un regalo a Mike D'Antoni che, stando ai si dice, potrebbe tornare negli States dopo un solo anno passato (o meglio, ripassato) nella Marca. E la fiducia dei 'Maglioni Uniti' fa il paio con la situazione della Kinder. Che forse non è azzardato definire disperata. Perché di mezzo non ci sono solo il vantaggio trevigiano, i 31 punti di scarto, l'eventuale bella al Palaverde, l'assenza di Smodis (sarà operato domani), ma anche il forfait di Rashard Griffith.
Ieri l'omone, invisibile a Treviso, non s'è allenato. Per lui distorsione alla caviglia che significa, per la Kinder, avere un altro uomo in meno nelle rotazioni (nei dieci, a questo punto, finirà Brkic) e un elemento che non più tardi di quattro settimane fa, sulle stesse tavole, era risultato decisivo per impartire a D'Antoni e i suoi la prima lezione stagionale. Per fare il bis, e impattare la serie, ci vorrà una Virtus diversa. Soprattutto in difesa. «Griffith resta in forte dubbio – commenta Messina -. Ho rivisto la partita e in testa ho una diagnosi, ma la tengo per me perché è irripetibile».
Cosa potrebbe cambiare questa sera? In mezzo a tutti questi nuvoloni che si concentrano sul PalaMalaguti e sull'universo bianconero è possibile intravedere uno spiraglio di luce? «Lo spiraglio c'è – insiste Messina -. Loro hanno strameritato il successo, ma noi siamo stati molli, troppo molli. Lo spiraglio può coincidere con un miglior atteggiamento in difesa. Mi ha preoccupato questo lasciarsi andare che, per altro, abbiamo già visto in questa stagione. E' un momento difficile, solo lavorando insieme possiamo superarlo».
Ma non c'è molto tempo per lavorare, perché gli impegni incalzano. Stasera alle 20,30 si gioca al PalaMalaguti, sabato si replica al Palaverde. «La serie è in salita – continua – ma perdere di uno o di trenta cambia poco perché la sconfitta rimane. Tuttavia perdere con uno scarto di questo genere può pesare dal punto di vista psicologico. A Treviso possiamo regalare tutto, senza paura. Ma non possiamo certo regalargli maggiore fiducia nei loro mezzi. Le squadre vivono di fiducia, loro forse di più. Non aiutiamoli in questo».
Con o senza Griffith la Kinder è davanti a un bivio. Perché una sconfitta equivarrebbe a una resa (nessuno è mai resuscitato dallo 0-2) e la resa comporterebbe bilanci anticipati. Che significherebbero, poi, salutare Jaric e Ginobili (sempre più vicini alla Nba), ma non solo loro. Però proprio da Black Macigno arriva una professione d'ottimismo.
«Abbiamo giocato male. Però – racconta – cominciai malissimo la serie con il Tofas, l'ultimo anno in Turchia. Perdemmo a Istanbul con l'Efes, perdemmo male. Ma alla fine, comunque, portammo a casa lo scudetto».
L'Omone, probabilmente, oggi non potrà dare una mano. Ma i suoi compagni, per certi versi, si sono abituati a fare a meno di lui (assente in 25 occasioni). Ma non possono rinunciare a cuor leggero a uno come Smodis.
Alessandro Gallo
Ieri l'omone, invisibile a Treviso, non s'è allenato. Per lui distorsione alla caviglia che significa, per la Kinder, avere un altro uomo in meno nelle rotazioni (nei dieci, a questo punto, finirà Brkic) e un elemento che non più tardi di quattro settimane fa, sulle stesse tavole, era risultato decisivo per impartire a D'Antoni e i suoi la prima lezione stagionale. Per fare il bis, e impattare la serie, ci vorrà una Virtus diversa. Soprattutto in difesa. «Griffith resta in forte dubbio – commenta Messina -. Ho rivisto la partita e in testa ho una diagnosi, ma la tengo per me perché è irripetibile».
Cosa potrebbe cambiare questa sera? In mezzo a tutti questi nuvoloni che si concentrano sul PalaMalaguti e sull'universo bianconero è possibile intravedere uno spiraglio di luce? «Lo spiraglio c'è – insiste Messina -. Loro hanno strameritato il successo, ma noi siamo stati molli, troppo molli. Lo spiraglio può coincidere con un miglior atteggiamento in difesa. Mi ha preoccupato questo lasciarsi andare che, per altro, abbiamo già visto in questa stagione. E' un momento difficile, solo lavorando insieme possiamo superarlo».
Ma non c'è molto tempo per lavorare, perché gli impegni incalzano. Stasera alle 20,30 si gioca al PalaMalaguti, sabato si replica al Palaverde. «La serie è in salita – continua – ma perdere di uno o di trenta cambia poco perché la sconfitta rimane. Tuttavia perdere con uno scarto di questo genere può pesare dal punto di vista psicologico. A Treviso possiamo regalare tutto, senza paura. Ma non possiamo certo regalargli maggiore fiducia nei loro mezzi. Le squadre vivono di fiducia, loro forse di più. Non aiutiamoli in questo».
Con o senza Griffith la Kinder è davanti a un bivio. Perché una sconfitta equivarrebbe a una resa (nessuno è mai resuscitato dallo 0-2) e la resa comporterebbe bilanci anticipati. Che significherebbero, poi, salutare Jaric e Ginobili (sempre più vicini alla Nba), ma non solo loro. Però proprio da Black Macigno arriva una professione d'ottimismo.
«Abbiamo giocato male. Però – racconta – cominciai malissimo la serie con il Tofas, l'ultimo anno in Turchia. Perdemmo a Istanbul con l'Efes, perdemmo male. Ma alla fine, comunque, portammo a casa lo scudetto».
L'Omone, probabilmente, oggi non potrà dare una mano. Ma i suoi compagni, per certi versi, si sono abituati a fare a meno di lui (assente in 25 occasioni). Ma non possono rinunciare a cuor leggero a uno come Smodis.
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino