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Scavolini, i sogni degli americani

Booker vorrebbe restare; Blair tentato dalla NBA

PESARO — La pattuglia americana della Scavolini ammonta a cinque pedine, metà dell'organico. I passaporti italiani di Traina e Middleton non cambiano la sostanza: d'estate tornano tutti negli States e se non hanno contratto, come in questo caso, definire il loro futuro diventa complicato. Ecco cosa faranno.
Blair. E' partito ieri mattina, l'ultimo ad andarsene: a Pesaro si trova bene e si diverte, ha un figlio a Biella e dunque non aveva gran fretta di fare le valigie. Dei cinque, al momento è quello che ha il mercato più vasto: prima di partire, ha confidato agli amici più cari che andrà a bussare alla porta dei Seattle Supersonics, la franchigia Nba che detiene i suoi diritti per sentire che intenzioni hanno su di lui. Seattle l'aveva scelto al secondo giro nel '96 quando Joseph fu giudicato il miglior giocatore del «Desert classic», il classico torneo di selezione per i migliori prospetti Nba. Poi non se ne fece niente, e Blair prese la via dell'Europa: varca l'oceano con buone referenze, chissà…
Booker. E' l'unico che ha dichiarato a chiare lettere il suo desiderio di tornare alla Scavolini, facendo capire che non gli interessa andare a giocare in Israele e tanto meno in Turchia, campionati dove la competizione è medio-bassa. Ma prima di salire sull'aereo che lo riportava a casa ha espresso le sue perplessità sui programmi della società biancorossa: per Melvin, in sostanza, l'aspetto principale non è quanti soldi prenderà (sicuramente non meno di quest'anno…) ma che squadra si va a costruire, quali sono gli obiettivi per cui si gioca. Alle soglie dei 30 anni, nel pieno della maturazione tecnica, è una preoccupazione più che legittima. Attenzione alla Fortitudo: se perde ancora il titolo, potrebbe ripensarci…
Johnson. Intanto, il 30 giugno si sposa. Dopo i fiori d'arancio, DeMarco parteciperà alla Summer League di Boston, come l'anno scorso: solo che un anno fa una distorsione alla caviglia gli impedì di portare a termine l'impegno. Johnson ritiene di avere delle chances e le tante telefonate di agenti Nba ricevute quest'anno dalla Scavolini sono una buona indicazione, anche se sono in molti a sostenere (Dan Peterson in primis) che tra i «pro» sia troppo basso per giocare numero 4 e troppo lento per giocare fuori dall'area. Vedremo chi avrà ragione, altrimenti tornerà in Europa: ma non a Pesaro.
Middleton. Compie 37 anni il 20 luglio. Non è ancora un nonno, ma sicuramente per confermarlo la Scavolini gli chiederà di abbassare le pretese. Il biennale firmato due anni fa era molto sostanzioso, chiaro che, eventualmente, va rivisto soprattutto tenendo conto che i tanti infortuni muscolari accusati in questa stagione sono stati un grosso limite alla sua continuità. Larry avrebbe piacere di restare a Pesaro, anche se le proposte, soprattutto a livello medio in A1, non dovrebbero mancargli.
Traina. Il caso più anomalo. E' l'unico dei cinque che può tornare facendo valere la clausola a suo favore. Ma è anche quello meno affezionato ai colori sociali, uno per il quale cambiare squadra e realtà non dovrebbe essere un problema perché pare di capire che la cosa principale per quest'esplosivo atleta del '77 è stare a lungo in campo, avere spazio. E se a Pesaro non c'è, leverà le tende.
Elisabetta Ferri
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