E' tornato il sorriso, è tornato il buon umore dopo la vittoria in gara-due. Lo si capisce da tante piccole cose. Da Manu Ginobili che arriva con la bandiera dell'Argentina – anche i cestofili sono contagiati dall'inizio dei mondiali di calcio – da Rigaudeau che, dopo la sconfitta subita dalla Francia con il Senegal, guarda tutti con sospetto per poi aggiungere: «vi state divertendo, vero?».
Ma è solo un attimo, perché l'attenzione è già proiettata al Palaverde dove oggi (palla a due alle 17,10, diretta su Rai Tre degli ultimi due quarti) va in scena la gara più delicata della serie. Così, prima dell'ultimo allenamento, la squadra va a rapporto da coach Messina e dai suoi due fedeli (ed efficaci) assistenti, Giordano Consolini e Lele Molin. Venti minuti per analizzare gara-tre, qualche minuto in più (diciamo una decina), per Messina e Griffith, che si intrattengono nella sala riunioni. Oggi Rashard sarà nei dieci. Messina gli chiederà di ripetere quello che solo Black Macigno è in grado di fare sotto canestro: la differenza. Un eventuale blitz nella Marca (dove quest'anno la Kinder ha raccolto due sconfitte in altrettante uscite) passa attraverso una buona prestazione di Griffith. Difficile pensare che i quattro piccoli possano ripetere la prestazione balistica delle 48 ore precedenti anche perché, secondo copione, dovrebbero essere proprio i “Maglioni Uniti” a sfruttare la loro batteria di esterni.
«E' andata bene – commenta Davide Bonora -. Ci siamo fatti trovare più pronti, anche dal punto di vista mentale. E' successo anche a me. Ero concentrato sulla marcatura di Edney e degli altri esterni. Quelle triple, poi, mi hanno sciolto, ma a Treviso sarà un'altra musica».
Irripetibile, probabilmente, dal punto di vista offensivo. Non da quello difensivo. «In gara uno – aggiunge Bonora – abbiamo tirato male.
Anche perché non abbiamo mai potuto scoccare alcuna conclusione tranquilli, ma con la pressione di una difesa che ci ha aggredito. La differenza l'ha fatta la voglia di vincere».
Parla un po' di se, Bonora, ma pure dell'importanza di un elemento come Griffith. «Dopo l'infortunio – ricostruisce – non sono mai riuscito a trovare la forma ottimale. La rinuncia forzata a Becirovic, che vogliamo recuperare, mi ha dato più spazio. Ora vogliamo recuperare Griffith, che per noi è fondamentale. Vogliamo ripetere, se possibile, l'esperienza di Eurolega. Restare attaccati nel punteggio. In modo tale che, chi entra dalla panchina, da loro, abbia maggiore pressione. Se li teniamo lì allora possono sentire il peso del pubblico, della società. E delle loro esigenze. Possiamo farlo. Ma dobbiamo difendere molto bene sapendo che, comunque, sarà molto dura».
Alessandro Gallo
Ma è solo un attimo, perché l'attenzione è già proiettata al Palaverde dove oggi (palla a due alle 17,10, diretta su Rai Tre degli ultimi due quarti) va in scena la gara più delicata della serie. Così, prima dell'ultimo allenamento, la squadra va a rapporto da coach Messina e dai suoi due fedeli (ed efficaci) assistenti, Giordano Consolini e Lele Molin. Venti minuti per analizzare gara-tre, qualche minuto in più (diciamo una decina), per Messina e Griffith, che si intrattengono nella sala riunioni. Oggi Rashard sarà nei dieci. Messina gli chiederà di ripetere quello che solo Black Macigno è in grado di fare sotto canestro: la differenza. Un eventuale blitz nella Marca (dove quest'anno la Kinder ha raccolto due sconfitte in altrettante uscite) passa attraverso una buona prestazione di Griffith. Difficile pensare che i quattro piccoli possano ripetere la prestazione balistica delle 48 ore precedenti anche perché, secondo copione, dovrebbero essere proprio i “Maglioni Uniti” a sfruttare la loro batteria di esterni.
«E' andata bene – commenta Davide Bonora -. Ci siamo fatti trovare più pronti, anche dal punto di vista mentale. E' successo anche a me. Ero concentrato sulla marcatura di Edney e degli altri esterni. Quelle triple, poi, mi hanno sciolto, ma a Treviso sarà un'altra musica».
Irripetibile, probabilmente, dal punto di vista offensivo. Non da quello difensivo. «In gara uno – aggiunge Bonora – abbiamo tirato male.
Anche perché non abbiamo mai potuto scoccare alcuna conclusione tranquilli, ma con la pressione di una difesa che ci ha aggredito. La differenza l'ha fatta la voglia di vincere».
Parla un po' di se, Bonora, ma pure dell'importanza di un elemento come Griffith. «Dopo l'infortunio – ricostruisce – non sono mai riuscito a trovare la forma ottimale. La rinuncia forzata a Becirovic, che vogliamo recuperare, mi ha dato più spazio. Ora vogliamo recuperare Griffith, che per noi è fondamentale. Vogliamo ripetere, se possibile, l'esperienza di Eurolega. Restare attaccati nel punteggio. In modo tale che, chi entra dalla panchina, da loro, abbia maggiore pressione. Se li teniamo lì allora possono sentire il peso del pubblico, della società. E delle loro esigenze. Possiamo farlo. Ma dobbiamo difendere molto bene sapendo che, comunque, sarà molto dura».
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino