Pronostici? Non se ne parla nemmeno. Certezze? Men che meno. Sensazioni? Una, soprattutto: che si risolverà negli ultimi 2-3'. Questa garatre, che nasce dopo un +31 ed un -25 (o il contrario, dipende dalla prospettiva), è un bel groviglio di incognite, e dipanare la matassa non è agevole. Avrà saputo la Benetton assorbire una botta tremenda, come i marpioni di Messina hanno dimostrato di poter fare in garadue? Torneranno i verdi a mordere come sanno in difesa?
Questa Virtus più agile e simile a Treviso, con Andersen o Frosini in area e quattro esterni, sarà capace di ripetersi anche in trasferta? E su chi peserà di più la tremenda pressione che si sta creando sulle due formazioni?
«Loro sono i tricolori in carica - sottolinea Mike D'Antoni - e siamo noi che dobbiamo strappargli lo scudetto, ed anche se mancano Smodis e Griffith, in campo hanno fior di campioni. Forse in garadue abbiamo sbagliato a pensare che sarebbe stata facile, o magari non l'abbiamo nemmeno creduto, la realtà è che sarà difficile anche garatre, quindi noi dobbiamo fare una buona prestazione, quella che a Casalecchio non abbiamo fatto».
Un dato di fatto tuttavia c'è: al Palaverde avete sempre un certo rendimento, soprattutto contro le grandi. «Abbiamo il vantaggio del fattore campo e lo vogliamo sfruttare, d'altra parte è un anno che stiamo lavorando, e bene, in questo senso. Questo non significa che vinceremo, ma servirà tutto il nostro impegno, anche dei tifosi».
La Kinder di garatre non sarà quella di garauno, ed è la versione che a voi sembra più indigesta. «Sembra proprio così. E' una squadra che fa un basket diverso: al posto di un Griffith sottotono c'è stato un Granger che ha fatto 9/10: è questo che fa la differenza, unito alle nostre scarse percentuali. E l'altra sera non avevamo dentro la carica giusta: per batterli servono almeno le stesse loro energie».
Da questa sera una delle due avrà in mano il match ball. «Io ho giocato vent'anni: sapete quante volte abbiamo perso in casa la gara che sembrava decisiva per poi recuperare in trasferta? Il calcolo è semplice: bisogna vincere tre volte, ma quando non conta. Lo so anch'io che a chi è sul 2-1 mancherà solo un successo, è matematico, ma non è detto che poi sfrutterà per forza questa situazione».
Non vuoi caricare questa gara di eccessive tensioni? «In ogni partita c'è tensione, anche nelle due precedenti: io so solo che nei playoff ogni palla è importante, ma questo in garadue non l'abbiamo capito, peccato. Un po' come era capitato a Trieste, solo che la Coop non è la Kinder».
A capitan Pittis il compito di dire se finalmente ci sarà una gara non così squilibrata come le prime due. «Non è mica detto, noi e loro stiamo facendo valere il fattore campo. Ovvio, spero che adesso non ci siano colpi esterni».
Guerre stellari, dunque, continua, e ci sarà sicuramente un quarto episodio. Intanto gustiamoci il terzo.
Silvano Focarelli
Questa Virtus più agile e simile a Treviso, con Andersen o Frosini in area e quattro esterni, sarà capace di ripetersi anche in trasferta? E su chi peserà di più la tremenda pressione che si sta creando sulle due formazioni?
«Loro sono i tricolori in carica - sottolinea Mike D'Antoni - e siamo noi che dobbiamo strappargli lo scudetto, ed anche se mancano Smodis e Griffith, in campo hanno fior di campioni. Forse in garadue abbiamo sbagliato a pensare che sarebbe stata facile, o magari non l'abbiamo nemmeno creduto, la realtà è che sarà difficile anche garatre, quindi noi dobbiamo fare una buona prestazione, quella che a Casalecchio non abbiamo fatto».
Un dato di fatto tuttavia c'è: al Palaverde avete sempre un certo rendimento, soprattutto contro le grandi. «Abbiamo il vantaggio del fattore campo e lo vogliamo sfruttare, d'altra parte è un anno che stiamo lavorando, e bene, in questo senso. Questo non significa che vinceremo, ma servirà tutto il nostro impegno, anche dei tifosi».
La Kinder di garatre non sarà quella di garauno, ed è la versione che a voi sembra più indigesta. «Sembra proprio così. E' una squadra che fa un basket diverso: al posto di un Griffith sottotono c'è stato un Granger che ha fatto 9/10: è questo che fa la differenza, unito alle nostre scarse percentuali. E l'altra sera non avevamo dentro la carica giusta: per batterli servono almeno le stesse loro energie».
Da questa sera una delle due avrà in mano il match ball. «Io ho giocato vent'anni: sapete quante volte abbiamo perso in casa la gara che sembrava decisiva per poi recuperare in trasferta? Il calcolo è semplice: bisogna vincere tre volte, ma quando non conta. Lo so anch'io che a chi è sul 2-1 mancherà solo un successo, è matematico, ma non è detto che poi sfrutterà per forza questa situazione».
Non vuoi caricare questa gara di eccessive tensioni? «In ogni partita c'è tensione, anche nelle due precedenti: io so solo che nei playoff ogni palla è importante, ma questo in garadue non l'abbiamo capito, peccato. Un po' come era capitato a Trieste, solo che la Coop non è la Kinder».
A capitan Pittis il compito di dire se finalmente ci sarà una gara non così squilibrata come le prime due. «Non è mica detto, noi e loro stiamo facendo valere il fattore campo. Ovvio, spero che adesso non ci siano colpi esterni».
Guerre stellari, dunque, continua, e ci sarà sicuramente un quarto episodio. Intanto gustiamoci il terzo.
Silvano Focarelli