Ritrovarsi con i piedi per terra dopo essersi sentiti già in orbita. Potrebbe anche essere un aspetto positivo del ko di Cantù più evidente del dato numerico inchiodato sul tabellone di un arroventato PalaOregon.
Ha fatto bene Boniciolli a ricordare alla sua truppa un po' troppo distratta che fin qui sono arrivate le migliori quattro del campionato ed è inimmaginabile che qualcuno possa camminare e non correre per arrivare primo sul traguardo. Ma cosa è successo a Cantù e non dovrà succedere domani pomeriggio al Pala Dozza?
Primo: Basile si è preso un giorno di vacanza. Non è altrimenti spiegabile il nulla che il ragazzo di Ruvo di Puglia ha offerto giovedì sera alla Skipper (23 minuti, 0/1 al tiro, 2 di valutazione) difesa approssimativa su Hoover.
Secondo: I lunghi hanno perso presto il controllo dei tabelloni (pareggiando il conto dei rimbalzi ma lasciando che tutti gli avversari potessero tirare da distanza ravvicinata senza problemi ( è significativo, in questo senso, il 4/4 di un piccolo come Hoover).
Terzo: Meneghin, pur non giocando male non è mai apparso in sintonia con la squadra. Quando ha difeso forte lui non hanno difeso gli altri, quando ha tirato senza paura, i compagni non lo hanno adeguatamente cercato.
Quarto: i secondi lunghi tattici, cioè Milic e Galanda stavolta non hanno girato la partita secondo gli intenti di Boniciolli e con Kovacic utilizzato per metà partita e con un Fucka acciaccato per Cantù è stato facile imporsi fisicamente.
Detto questo, A Boniciolli è rimasta sicuramente l'impressione di una squadra distratta nei momenti in cui l'Oregon si è gettata all'arrembaggio, anche se stavolta una Skipper con la pressione addosso dovrebbe ritrovare la concentrazione necessaria per tornare in vantaggio.
Quanto all'Oregon, sarebbe sciocco gridare al miracolo. La squadra di Sacripanti, se ha fatto un miracolo, l'ha fatto soltanto sul piano della concentrazione. Qualcuno pensava che la legione straniera della Brianza potesse sentirsi in diritto di andare in vacanza e invece la risposta è stata inequivocabile: Cantù non è sazia e giocherà fino all'ultima carta. Quanto alla sua forza tecnica l'ha dimostrata con una stagione di vertice.
L'1 a 1, al momento resta il risultato più giusto e più scontato considerando anche il fatto che in stagione regolare la vittoria della Skipper al Pianella coincise con la miglior prestazione esterna della stagione.
Adesso la Skipper deve confermare la sua forza al PalaDozza, tana espugnata solo una volta in campionato. Ma il fatto che proprio l'Oregon abbia già fatto festa in piazza Azzarita non deve cambiare le carte in tavola. La Fortitudo, nonostante tutto resta la grande favorita per uno dei due posti in finale. Solo che adesso non può più nascondersi.
Gianni Cristofori
Ha fatto bene Boniciolli a ricordare alla sua truppa un po' troppo distratta che fin qui sono arrivate le migliori quattro del campionato ed è inimmaginabile che qualcuno possa camminare e non correre per arrivare primo sul traguardo. Ma cosa è successo a Cantù e non dovrà succedere domani pomeriggio al Pala Dozza?
Primo: Basile si è preso un giorno di vacanza. Non è altrimenti spiegabile il nulla che il ragazzo di Ruvo di Puglia ha offerto giovedì sera alla Skipper (23 minuti, 0/1 al tiro, 2 di valutazione) difesa approssimativa su Hoover.
Secondo: I lunghi hanno perso presto il controllo dei tabelloni (pareggiando il conto dei rimbalzi ma lasciando che tutti gli avversari potessero tirare da distanza ravvicinata senza problemi ( è significativo, in questo senso, il 4/4 di un piccolo come Hoover).
Terzo: Meneghin, pur non giocando male non è mai apparso in sintonia con la squadra. Quando ha difeso forte lui non hanno difeso gli altri, quando ha tirato senza paura, i compagni non lo hanno adeguatamente cercato.
Quarto: i secondi lunghi tattici, cioè Milic e Galanda stavolta non hanno girato la partita secondo gli intenti di Boniciolli e con Kovacic utilizzato per metà partita e con un Fucka acciaccato per Cantù è stato facile imporsi fisicamente.
Detto questo, A Boniciolli è rimasta sicuramente l'impressione di una squadra distratta nei momenti in cui l'Oregon si è gettata all'arrembaggio, anche se stavolta una Skipper con la pressione addosso dovrebbe ritrovare la concentrazione necessaria per tornare in vantaggio.
Quanto all'Oregon, sarebbe sciocco gridare al miracolo. La squadra di Sacripanti, se ha fatto un miracolo, l'ha fatto soltanto sul piano della concentrazione. Qualcuno pensava che la legione straniera della Brianza potesse sentirsi in diritto di andare in vacanza e invece la risposta è stata inequivocabile: Cantù non è sazia e giocherà fino all'ultima carta. Quanto alla sua forza tecnica l'ha dimostrata con una stagione di vertice.
L'1 a 1, al momento resta il risultato più giusto e più scontato considerando anche il fatto che in stagione regolare la vittoria della Skipper al Pianella coincise con la miglior prestazione esterna della stagione.
Adesso la Skipper deve confermare la sua forza al PalaDozza, tana espugnata solo una volta in campionato. Ma il fatto che proprio l'Oregon abbia già fatto festa in piazza Azzarita non deve cambiare le carte in tavola. La Fortitudo, nonostante tutto resta la grande favorita per uno dei due posti in finale. Solo che adesso non può più nascondersi.
Gianni Cristofori
Fonte: Il Resto del Carlino