FABRIANO — Situazione di stallo in casa Fabriano Basket, mentre la “piazza" aspetta fremente le prime decisioni sull'assetto dirigenziale (arriverà un manager?), sul coach (se non verrà riconfermato Maurizio Lasi, in pole-position sembra esserci il fabrianese Roberto Carmenati) e sulla futura squadra (il primo sogno è l'ex play biellese Corey Brewer, quest'anno a Siviglia). Nel frattempo, questo fine settimana ci ha consegnato la notizia che la 35enne guardia lèttone Gundars Vetra, grande protagonista del recente passato biancazzurro, sembra aver deciso di smettere di giocare, appendendo le fatidiche scarpe al chiodo.
BYE-BYE GUNDARS. «E' serie A1, Gundars Vetra ci ha portato in A1», urlò il radiocronista dal PalaVesuvio di Napoli il 27 maggio 2001, giorno della promozione in massima serie. A Fabriano il nome di Vetra (“Guncha" per i compagni) rimarrà per sempre legato a quel mitico canestro a fil di sirena che sancì il 77-78 della Banca Marche sui partenopei in finale. Tecnica di tiro da manuale, primo lèttone a calcare i parquet Nba ad inizio anni novanta con i T-wolves di Minnesota, una carriera poi trascorsa a Mosca nel nobile Cska come specialista coprendo le spalle a Karassev, infine due stagioni nella città della carta segnando 10 punti di media lo scorso campionato in A2 e 6,4 quest'anno in A1, rispondendo sempre presente nei momenti di necessità. Un vero professionista. A Fabriano, può starne certo, sarà sempre un idolo dei tifosi, memori anche del suo pazzo “ballo" dentro la fontana di Sturinalto la notte dei festeggiamenti per l'A1. Ora è tornato a Riga dalla sua famiglia. Ma chissà che ad agosto non ricomincerà a sentire la voglia della palla a spicchi e non cambierà idea, prolungando ancora un pochino la sua carriera. Ma già la scorsa estate aveva ventilato l'ipotesi del ritiro, quindi stavolta è probabile che faccia veramente sul serio.
Ferruccio Cocco
BYE-BYE GUNDARS. «E' serie A1, Gundars Vetra ci ha portato in A1», urlò il radiocronista dal PalaVesuvio di Napoli il 27 maggio 2001, giorno della promozione in massima serie. A Fabriano il nome di Vetra (“Guncha" per i compagni) rimarrà per sempre legato a quel mitico canestro a fil di sirena che sancì il 77-78 della Banca Marche sui partenopei in finale. Tecnica di tiro da manuale, primo lèttone a calcare i parquet Nba ad inizio anni novanta con i T-wolves di Minnesota, una carriera poi trascorsa a Mosca nel nobile Cska come specialista coprendo le spalle a Karassev, infine due stagioni nella città della carta segnando 10 punti di media lo scorso campionato in A2 e 6,4 quest'anno in A1, rispondendo sempre presente nei momenti di necessità. Un vero professionista. A Fabriano, può starne certo, sarà sempre un idolo dei tifosi, memori anche del suo pazzo “ballo" dentro la fontana di Sturinalto la notte dei festeggiamenti per l'A1. Ora è tornato a Riga dalla sua famiglia. Ma chissà che ad agosto non ricomincerà a sentire la voglia della palla a spicchi e non cambierà idea, prolungando ancora un pochino la sua carriera. Ma già la scorsa estate aveva ventilato l'ipotesi del ritiro, quindi stavolta è probabile che faccia veramente sul serio.
Ferruccio Cocco