ACCALDATO come tutti e soddisfatto patron Seragnoli, che ha visto i suoi guadagnarsi il match point. «Un risultato positivo, come mi aspettavo. Questa serie fin qui ha mostrato sempre partite a senso unico, con il padrone che è cambiato ogni volta. Non so cosa abbia provocato questi divari così netti ad alternanza, magari la temperatura, veramente alta». Magari, dopo un paio di partite da sauna, si saranno abituati tutti. «L´obiettivo ora è di andare a chiudere la serie in casa loro. L´Oregon ha reagito bene al nostro inizio di partita e poi ha mollato nel finale, pesantemente e un po´ sorprendentemente».
Qualche paura però l´ha procurata: Cantù ha segnato il primo canestro su azione con Lindeman, poi per il primo quarto non è più riuscita a realizzare a difesa schierata, piazzando tre schiacciate in contropiede. Ma poi si è rifatta sotto. E lì non sono tremate le mani biancoblù. Boniciolli ha rivisto bene i suoi. «Abbiamo ricominciato a far bene quello che dovevamo, reagendo a un momento particolarmente difficile a metà della partita. I nervi e le idee sono rimasti saldi: è stata Cantù a doverci venire dietro e non il contrario. Tiri affrettati o poco razionali non ne sono stati presi e la differenza di rendimento si è vista».
Soprattutto sono stati bloccati gli attaccanti avversari. «La difesa è tornata a essere di primo livello e Milic ne è stato il simbolo. Quando lui va in questo modo, con una tale applicazione su Hines, sono tranquillo che anche il resto della squadra sia in grado di esprimersi alla grande».
Goldwire se l´è guardata tutta e un motivo c´è. Lo spiega il coach. «E´ finito il tempo dei tentativi: qua ci giochiamo la vita. Anthony è stato provato più volte, ma senza effetto. Siamo dei professionisti e chi non rende non gioca. La squadra non ha risentito del fatto e credo che lui capisca bene la cosa. Adesso andiamo là per chiudere la serie, tenendo bene a mente gli errori che abbiamo commesso in Gara 2. L´Oregon chiaramente avrà ancora molte cartucce da sparare e non ci regaleranno proprio niente».
Farà caldo, in tutti i sensi, anche al Pianella domani. E così pure al PalaDozza, che sarà prevedibilmente affollato per la diretta del match sul maxischermo, dalle 20 in poi.
Francesco Forni
Qualche paura però l´ha procurata: Cantù ha segnato il primo canestro su azione con Lindeman, poi per il primo quarto non è più riuscita a realizzare a difesa schierata, piazzando tre schiacciate in contropiede. Ma poi si è rifatta sotto. E lì non sono tremate le mani biancoblù. Boniciolli ha rivisto bene i suoi. «Abbiamo ricominciato a far bene quello che dovevamo, reagendo a un momento particolarmente difficile a metà della partita. I nervi e le idee sono rimasti saldi: è stata Cantù a doverci venire dietro e non il contrario. Tiri affrettati o poco razionali non ne sono stati presi e la differenza di rendimento si è vista».
Soprattutto sono stati bloccati gli attaccanti avversari. «La difesa è tornata a essere di primo livello e Milic ne è stato il simbolo. Quando lui va in questo modo, con una tale applicazione su Hines, sono tranquillo che anche il resto della squadra sia in grado di esprimersi alla grande».
Goldwire se l´è guardata tutta e un motivo c´è. Lo spiega il coach. «E´ finito il tempo dei tentativi: qua ci giochiamo la vita. Anthony è stato provato più volte, ma senza effetto. Siamo dei professionisti e chi non rende non gioca. La squadra non ha risentito del fatto e credo che lui capisca bene la cosa. Adesso andiamo là per chiudere la serie, tenendo bene a mente gli errori che abbiamo commesso in Gara 2. L´Oregon chiaramente avrà ancora molte cartucce da sparare e non ci regaleranno proprio niente».
Farà caldo, in tutti i sensi, anche al Pianella domani. E così pure al PalaDozza, che sarà prevedibilmente affollato per la diretta del match sul maxischermo, dalle 20 in poi.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica