Alla pari, o quasi, per 35 minuti. Peccato, poteva essere la Grande Occasione. Ma le Grandi Occasioni le puoi afferrare soltanto se ti resta nelle gambe e nei polmoni l'energia sufficiente ad afferrarle. E invece la Kinder di gara tre, tosta e convinta di poter lottare alla pari, ha finito la benzina raccogliendo dalla panchina soltanto i 7 punti di un Granger peraltro sotto tono mentre la Benetton ha fatto la differenza buttando ad un certo punto sul parquet energie fresca con Bulleri, Chikalkin e Nicola. Treviso lunga da morire, Kinder troppo corta per poter giocare una semifinale scudetto ogni 48 ore. Tutta lì la differenza. E se la Virtus è rimasta disperatamente attaccata alla partita risalendo almeno tre volte una corrente che avrebbe fatto rovesciare tante altre barchette, è solo perché i suoi stanchi eroi hanno cuore da vendere e non potevano certo sopportare un altro –31.
Reso il doveroso omaggio ai vari Rigaudeau, Ginobili, Andersen, Frosini e Jaric e al Messina che ha saputo trovare ancora una volta negli eterni protagonisti virtussini nuove motivazioni e gli ultimi soffi di energia vitale, resta un problema non facile da risolvere: riuscire, ancora una volta e in pochissimo tempo, a ricostruire una squadra in grado domani sera di riportare in corsa la Virtus. Perché il difficile è proprio vincere domani dopo aver dato tutto nel caldo pomeriggio del PalaVerde avendo di fronte una Benetton che, lo assicura D'Antoni, «non vuole tornare a Treviso per giocarsi la finale». Sapendo, infatti, che sul 2-2, in una partita secca, la Kinder potrebbe, raschiando per l'ennesima volta nella sua storia sul fondo del barile, trovare il colpo di coda per ribaltare, a dispetto degli scommettitori, una serie che pare già segnata.
Già, vincere stasera. Davanti al pubblico del PalaMalaguti che aiuterà, certo, ma non potrà giocare quando ai protagonisti mancherà il fiato. La sensazione è che più della benzina, che è poca, sarà la tattica a dare qualche speranza alla Kinder. Contando anche sul fatto che D'Antoni, come in gara due, passi la maggior parte del tempo a lamentarsi con gli arbitri senza pensare troppo alle contromisure. E dando per scontato di non avere nulla da un Griffith che nelle prime tre partite ha complessivamente offerto alla causa bianconera 4 minuti, 2 falli offensivi e 2 punti, sarà più facile per Messina scegliere subito la carta dei 4 piccoli che ha già dato buoni risultati, supportata magari da una zona (appena accennata sabato pomeriggio) che potrebbe evitare i tanti mis match sfavorevoli che hanno consentito a Nicola e Garbajosa di avvicinarsi e tirare da due passi contro avversari molto meno potenti e molto più bassi. Ma di mosse, Messina dovrà inventarsene molte altre perchè sul piano della completezza e dell'energia, tra le due squadre, adesso, non c'è partita. Anche se la Kinder, per quello che ha fatto in vista delle ultime spiagge, merita la fiducia e l'affetto del suo pubblico. Per cercare insieme un' altra impresa. Difficilissima, è vero, ma non impossibile.
Gianni Cristofori
Reso il doveroso omaggio ai vari Rigaudeau, Ginobili, Andersen, Frosini e Jaric e al Messina che ha saputo trovare ancora una volta negli eterni protagonisti virtussini nuove motivazioni e gli ultimi soffi di energia vitale, resta un problema non facile da risolvere: riuscire, ancora una volta e in pochissimo tempo, a ricostruire una squadra in grado domani sera di riportare in corsa la Virtus. Perché il difficile è proprio vincere domani dopo aver dato tutto nel caldo pomeriggio del PalaVerde avendo di fronte una Benetton che, lo assicura D'Antoni, «non vuole tornare a Treviso per giocarsi la finale». Sapendo, infatti, che sul 2-2, in una partita secca, la Kinder potrebbe, raschiando per l'ennesima volta nella sua storia sul fondo del barile, trovare il colpo di coda per ribaltare, a dispetto degli scommettitori, una serie che pare già segnata.
Già, vincere stasera. Davanti al pubblico del PalaMalaguti che aiuterà, certo, ma non potrà giocare quando ai protagonisti mancherà il fiato. La sensazione è che più della benzina, che è poca, sarà la tattica a dare qualche speranza alla Kinder. Contando anche sul fatto che D'Antoni, come in gara due, passi la maggior parte del tempo a lamentarsi con gli arbitri senza pensare troppo alle contromisure. E dando per scontato di non avere nulla da un Griffith che nelle prime tre partite ha complessivamente offerto alla causa bianconera 4 minuti, 2 falli offensivi e 2 punti, sarà più facile per Messina scegliere subito la carta dei 4 piccoli che ha già dato buoni risultati, supportata magari da una zona (appena accennata sabato pomeriggio) che potrebbe evitare i tanti mis match sfavorevoli che hanno consentito a Nicola e Garbajosa di avvicinarsi e tirare da due passi contro avversari molto meno potenti e molto più bassi. Ma di mosse, Messina dovrà inventarsene molte altre perchè sul piano della completezza e dell'energia, tra le due squadre, adesso, non c'è partita. Anche se la Kinder, per quello che ha fatto in vista delle ultime spiagge, merita la fiducia e l'affetto del suo pubblico. Per cercare insieme un' altra impresa. Difficilissima, è vero, ma non impossibile.
Gianni Cristofori
Fonte: Il Resto del Carlino