Con la Benetton sul 2-1 la serie delle semifinali contro la Kinder inequivocabilmente si accorcia e potrebbe avere l'epilogo già in gara4, programmata domani sera al PalaMalaguti di Casalecchio di Reno.
L'equilibrio è stato spezzato dalle assenze, quelle pedine rivelatesi poi fondamentali per la dinamica del gioco di entrambe le formazioni: trattasi di Griffith e Smodis per i felsinei, di Bulleri per i trevigiani. Però mentre il pivot americano non giocando ha "contribuito" all'unico successo dei suoi, il play livornese - ristabilitosi in tempo di record dal problema al retto femorale - lontano da gara2 ha visto perdere i propri compagni. In quell'occasione Messina doveva sopperire appunto al forfait fisico-diplomatico di Griffith, facendo di necessità virtù e provando perciò la mossa disperata dei 4 piccoli. Risultato? Benetton sorpresa, annichilita e schiacciata con supremazia imbarazzante, la stessa che in gara1 Treviso ha imposto ai bolognesi, caduti senza diritto di replica.
Sabato al Palaverde per gara3 invece tutta un'altra storia, con la Benetton stavolta preparata alla contromossa dell'unico lungo e con le rose al gran completo (unica, grossa eccezione Smodis per i felsinei).
«Come sempre in casa - sono le parole di Bostjan Nachbar, pedina trevigiana che per una botta alla coscia ha saltato le gare dei quarti contro Trieste - ci esprimiamo con grande intensità difensiva ed in attacco.»
Cosa aspettarsi domani a Bologna?
«Non lo so, sicuramente abbiamo la possibilità di vincere e chiudere la serie, cosa che vogliamo assolutamente fare. Penso però che ciò possa avverarsi solo se giochiamo come sabato. Cioè come sempre al Palaverde».
Questione di mentalità o c'è dell'altro?
«Più che altro di stimoli. Chiaro che vogliamo vincere, lo preferiamo soprattutto perché non allungare la serie significa pure riposare un po' di più in vista del forcing finale. Comunque credo sia anche questione di cuore. A Treviso non ci risparmiamo come sempre, ma il calore del pubblico ci invita a non mollare mai specialmente nei momenti cruciali. Fuori casa è un'altra musica».
La Kinder gioca adesso con i 4 piccoli, una soluzione che ha creato non poche difficoltà soprattutto in gara2.
«Ci hanno sorpreso a Bologna scendendo in campo con questo modulo, è innegabile. Non eravamo preparati a tale evenienza e penso si sia visto dal risultato e da come la gara s'era messa. Però adesso abbiamo ampiamente dimostrato di aver capito le contromosse da attuare, sappiamo come si fa e dobbiamo continuare in questa direzione. Forse è addirittura meglio che sia successo in semifinale: così avremo del tempo in più per non snaturare il nostro credo cestistico dall'inizio stagione e per studiare una ulteriore possibilità finalizzata a limitare qualsiasi tipo di gioco».
Fondamentale sembra però l'innesto del rientrante Bulleri.
«Sì, per noi Massimo è qualcosa di più. Sposta gli equilibri certamente di questa serie e non solo: permette a Tyus Edney di rifiatare. Sappiamo del valore del nostro regista titolare, però quando "Bullo" calca il parquet non lo fa rimpiangere, anzi talvolta riordina le idee. è stato l'uomo chiave sabato ma di tutta la serie, perché sia Ricky che Charlie (Pittis e Bell, n.d.r.) hanno provato a portar palla, però con risultati di diversa efficacia».
Ieri una domenica più o meno di riposo, incentrata a curare gli acciacchi fisici di fine stagione piuttosto che a lavorare alacremente. Vi sentite veramente sotto pressione? Le tue condizioni?
«Sabato, per la prima volta da quando sono rientrato, non ho assunto farmaci antidolorifici. Mi sento meglio, inevitabilmente non al massimo, però conto di esserlo già da domani o comunque da giovedì».
Sei uomo papabile, come prima scelta, dei prossimi Draft Nba. Ci stai pensando?
«Adesso no, è più importante il campionato. Al termine della stagione potrò concentrarmi su quanto accade in America, non prima».
Francesco Maiano
L'equilibrio è stato spezzato dalle assenze, quelle pedine rivelatesi poi fondamentali per la dinamica del gioco di entrambe le formazioni: trattasi di Griffith e Smodis per i felsinei, di Bulleri per i trevigiani. Però mentre il pivot americano non giocando ha "contribuito" all'unico successo dei suoi, il play livornese - ristabilitosi in tempo di record dal problema al retto femorale - lontano da gara2 ha visto perdere i propri compagni. In quell'occasione Messina doveva sopperire appunto al forfait fisico-diplomatico di Griffith, facendo di necessità virtù e provando perciò la mossa disperata dei 4 piccoli. Risultato? Benetton sorpresa, annichilita e schiacciata con supremazia imbarazzante, la stessa che in gara1 Treviso ha imposto ai bolognesi, caduti senza diritto di replica.
Sabato al Palaverde per gara3 invece tutta un'altra storia, con la Benetton stavolta preparata alla contromossa dell'unico lungo e con le rose al gran completo (unica, grossa eccezione Smodis per i felsinei).
«Come sempre in casa - sono le parole di Bostjan Nachbar, pedina trevigiana che per una botta alla coscia ha saltato le gare dei quarti contro Trieste - ci esprimiamo con grande intensità difensiva ed in attacco.»
Cosa aspettarsi domani a Bologna?
«Non lo so, sicuramente abbiamo la possibilità di vincere e chiudere la serie, cosa che vogliamo assolutamente fare. Penso però che ciò possa avverarsi solo se giochiamo come sabato. Cioè come sempre al Palaverde».
Questione di mentalità o c'è dell'altro?
«Più che altro di stimoli. Chiaro che vogliamo vincere, lo preferiamo soprattutto perché non allungare la serie significa pure riposare un po' di più in vista del forcing finale. Comunque credo sia anche questione di cuore. A Treviso non ci risparmiamo come sempre, ma il calore del pubblico ci invita a non mollare mai specialmente nei momenti cruciali. Fuori casa è un'altra musica».
La Kinder gioca adesso con i 4 piccoli, una soluzione che ha creato non poche difficoltà soprattutto in gara2.
«Ci hanno sorpreso a Bologna scendendo in campo con questo modulo, è innegabile. Non eravamo preparati a tale evenienza e penso si sia visto dal risultato e da come la gara s'era messa. Però adesso abbiamo ampiamente dimostrato di aver capito le contromosse da attuare, sappiamo come si fa e dobbiamo continuare in questa direzione. Forse è addirittura meglio che sia successo in semifinale: così avremo del tempo in più per non snaturare il nostro credo cestistico dall'inizio stagione e per studiare una ulteriore possibilità finalizzata a limitare qualsiasi tipo di gioco».
Fondamentale sembra però l'innesto del rientrante Bulleri.
«Sì, per noi Massimo è qualcosa di più. Sposta gli equilibri certamente di questa serie e non solo: permette a Tyus Edney di rifiatare. Sappiamo del valore del nostro regista titolare, però quando "Bullo" calca il parquet non lo fa rimpiangere, anzi talvolta riordina le idee. è stato l'uomo chiave sabato ma di tutta la serie, perché sia Ricky che Charlie (Pittis e Bell, n.d.r.) hanno provato a portar palla, però con risultati di diversa efficacia».
Ieri una domenica più o meno di riposo, incentrata a curare gli acciacchi fisici di fine stagione piuttosto che a lavorare alacremente. Vi sentite veramente sotto pressione? Le tue condizioni?
«Sabato, per la prima volta da quando sono rientrato, non ho assunto farmaci antidolorifici. Mi sento meglio, inevitabilmente non al massimo, però conto di esserlo già da domani o comunque da giovedì».
Sei uomo papabile, come prima scelta, dei prossimi Draft Nba. Ci stai pensando?
«Adesso no, è più importante il campionato. Al termine della stagione potrò concentrarmi su quanto accade in America, non prima».
Francesco Maiano
Fonte: Il Gazzettino