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Roma con due certezze

Il presidente Toti in settimana farà il punto sul bilancio In scadenza il contratto Wurth

Momento di riflessione in casa Virtus, tante voci e poche verità si rincorrono da un giorno all’altro: cambi di allenatore, rivoluzioni societarie, nuovi arrivi e nuovi sogni alimentano il chiacchierare di chi vorrebbe disegnare subito una squadra da scudetto intorno a Carlton Myers, forse l’unica certezza dalla quale ripartire dopo la stagione dei sogni mutilati. Si è sentito di tutto sul destino della panchina romana, i nomi sono rimbalzati direttamente dal passato azzurro, Ettore Messina o Boscia Tanjevic, sicuramente due garanzie in fatto di carisma, fascino, ambizioni, ma anche due enormi impegni per l’attuale dirigenza. L’unica verità in questo valzer di voci è che Attilio Caja ha un contratto per un’altra stagione e che mai durante l’anno dal vertice della società siano arrivati segnali contrari ad una riconferma del tecnico pavese. Anche quando strada facendo le previsioni sono state smentite dai risultati e qualche errore di scelta era sotto gli occhi di tutti.
La verità è che lo stile Toti impone prima di tutto di badare al sodo, di guardare ai bilanci, ai programmi economici, di mettere nero su bianco quando c’e da assumere impegni importanti, perché continuare a spendere per il gusto di spendere senza porsi degli obiettivi, non fa parte del modo di pensare di un imprenditore che sulla sua filosofia di gestione aziendale ha costruito un piccolo impero. I problemi per chiunque voglia costruire un ciclo vincente sono molti, a Roma diventano infiniti. Perché il PalaEur che non riaprirà almeno fino a marzo è uno dei tanti tasselli del mosaico che può far pensare a tirare il freno: continuare a predicare nel deserto del Palazzetto di viale Tiziano, sperando di avere ossigeno dal botteghino solo nelle partite dei playoff, non aiuta a pensare in grande. É vero che Bologna, l’una o l’altra non fa differenza, ha un budget che supera i dieci milioni di euro, ma è altrettanto vero che la metà è coperto dalla biglietteria. A Roma quella voce di bilancio è costantemente in rosso; poi c’è lo sponsor Wurth che è in scadenza, come i contratti onerosi di Handlogten, Allen e Marcaccini, ecco che il quadro è completo.
Claudio Toti ha sempre promesso di voler pensare ad una grande squadra per grandi obiettivi, ma il suo momento di riflessione prima di ripartire per una nuova campagna di rinforzamento appare più che legittimo. In settimana il presidente, il suo staff, Caja ed il general manager Natali, si incontreranno per tirare le somme di un’annata vissuta di alti e bassi, si parlerà della questione tecnica e di quella manageriale, perché è su tutto il fronte che la Virtus ha bisogno di avere le idee chiare. Solo quando si sarà capito dove si è sbagliato si potrà pensare come e cosa cambiare. Perché non tutto è andato a rotoli, come ad esempio la gestione di Carlton Myers, che in molti pronosticavano difficile e che invece alla resa dei conti è stata la miglior sorpresa tirata fuori dal cilindro da Attilio Caja.
Myers appunto. Lui ha chiuso le proprie fatiche giurando fedeltà a Roma, ma anche sussurrando che mai avrebbe ricominciato un anno pensando di dover lottare per un ottavo posto.
Valerio Vecchiarelli
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