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La Kinder vuole la bella

La Fortitudo prova a conquistare la sesta finale

L´UNA per sfondare direttamente in finale, l´altra per resistere e poterci provare giovedì, Fortitudo e Virtus entrano in Gara 4, stasera, con diversi stati d´animo. La Skipper, sul 2-1, può osare con le spalle coperte (che è il modo ideale per farlo): Cantù è temibile in casa, ma per vincere al PalaDozza e ribaltare i giochi dovrebbe alzare di due classi il suo livello, avendoci perso di 19 e 20 punti e avendone segnati 60 di media. La serie resta in favore bolognese, poi è vero che nulla è certo finchè non è stato fatto. Dietro l´angolo, si profila per l´Aquila di Seragnoli la sesta finale negli ultimi sette anni e nessuna squadra vanta, nel giardino italiano, altrettanta recente assiduità (poi, non premiatissima: di 5, una vinta e 4 perse). Per dire, negli stessi sei anni, la Virtus è comparsa all´ultimo atto due volte (entrambe vinte), Treviso tre (una vinta, due perse).
La Kinder, sull´1-2, deve rimontare la Benetton avendone meno mezzi: l´organico è ristretto, l´ambiente sempre bisognoso di rasserenamenti, dopo le scariche elettriche, lo stesso effetto sorpresa che produsse la goleada di Gara 2 sarà stavolta meglio affrontato dalla Benetton. Che pare, delle quattro semifinaliste, quella che gioca il basket migliore, anche se la Skipper ne sta fabbricando uno redditizio, se non brillante: anzi, la prima mezza partita con Cantù è stata francamente brutta, ma va pure aggiunto che, nella seconda mezza, l´Oregon non ha letteralmente messo becco, non trovando in panchina i tesori, anche inediti, che le fecero conquistare Gara 2. A proposito di seconde linee, Messina è ormai costretto ai 7-uomini-7 (e ha tratto da quelli del sedile, l´ultimo sabato, la miseria di 7 punti). Ma scegliendone altrettanti (più briciole di Pilutti), Boniciolli ha steso Cantù. Goldwire è uscito dal giro per dichiarata inefficienza e pare ormai out, ma non è detto: pure Milic, un paio di mesi fa, era sull´orlo della squadra e adesso rischia di diventarne un´arma tattica decisiva. Perlomeno lo è stato con Roma e con Cantù.
Offerto anche alle telecamere di RaiSat (diretta 20.30), il campo centrale è comunque Casalecchio, dove la Virtus si gioca la sua chance di sopravvivenza e potrebbe, andasse male, congedarsi con la sua recita di fine anno (o fine ciclo). La scelta di non acuire il conflitto ormai palese con Griffith fino alle estreme conseguenze di un´esclusione riflette l´idea di usare tutti i mezzi a disposizione per non arrendersi, sapendo comunque che l´Omone non potrà miracolarsi in 48 ore. Darà una mano, se può, e magari in casa godrà pure di qualche franchigia arbitrale, ora avara, pure per la pesante goffaggine di certe sue movenze. A Treviso, se faceva passi, gli davano sfondo: stesso esito, si capisce, palla persa, ma credito riscosso ormai ai minimi termini. Nel caso Rashard offrisse un aiuto, Messina potrebbe di nuovo ribaltare l´assetto senza sposare forzatamente i quattro piccoli e provare a metterla sul fisico.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica
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