POCO più di un´ora di lavoro per la Skipper, ieri in mattinata, prima della partenza per Cantù. Evidentemente c´era poco da rivedere e anche da scoprire: ormai ci si conosce e le gerarchie sono fatte. Il nodo sarà mantenere certi standard di rendimento anche lontano dalla familiarità del PalaDozza. Stasera alle 20.30 si torna a calcare il legno ostile del Pianella: i tremila dell´impianto cittadino potranno solo guardare (gratis) il maxischermo.
Uno dei candidati ad indicare la strada giusta è Giacomo Galanda, tra i pochi a non naufragare in Gara 2, e sempre buono nella serie. Gek sta continuando la sua ascesa dopo una stagione non facile: i tiri da fuori adesso entrano, soprattutto nei momenti delicati, lui riesce a farsi valere, senza subire la forza degli altri lunghi. Come ai bei tempi: del resto anche la Skipper sembra aver imparato bene la lezione.
«Gara 3 è stata la nostra miglior prestazione nel corso di queste semifinali, perchè l´impegno è stato distribuito sull´arco dei 40´, e Cantù non ha mollato gli ormeggi come nel primo quarto della serie. L´emozione o la tensione non sono state fattori per loro, come non lo saranno oggi. E´ stato fondamentale tornare sulla retta via subito, imponendo la nostra superiorità fisica, che è sorretta da una condizione molto buona, come dimostrano i miglioramenti che riusciamo ancora a fare».
Secondo logica, chi tiene in mano il pallino del gioco è destinato a decidere il match. «La difesa ci ha permesso di scegliere quando correre e quando camminare e l´Oregon si è dovuta adeguare. Per affrontarli su un piano di vantaggio, o perlomeno senza dover partire ad handicap o senza soffrire oltremodo, la prestazione è da ripetere. Vorrei una Skipper chirurgica, in grado di stabilire come comportarsi, tenendo sempre a mente che al Pianella si passa solo con grandi prestazioni».
Il messaggio è che non ci si debba fidare di un´Oregon che comunque a Bologna non ha prodotto più di 25´ di buon basket, su 80´ giocati. «Se hanno mollato di brutto nell´ultimo quarto, ciò non significa che siano alla frutta. Il carattere non fa loro difetto e questo è sempre il fattore prevalente nei play-off. Quindi, me li aspetto pronti. Ci vorrà pazienza e non smania, sapendo di avere risorse buone, tra i titolari e la panchina, e forse un pizzico di birra in più».
Il collettivo rimane l´obbligo, ma sarà indispensabile qualche acuto nel coro. «Basile - conclude Galanda - è la nostra guida. I suoi punti servono a dare fiducia a tutti: ha mancato Gara 2, ma dall´inizio della stagione è uno dei pilastri, una certezza. Milic non ha solo un grande repertorio di giocate sopra l´anello, può avere minuti di difesa assoluta, come si è visto. Questo è il nostro lato buono: l´intero organico è in grado di avere picchi importanti nel corso dei 40´. Dovremo capitalizzarli».
Francesco Forni
Uno dei candidati ad indicare la strada giusta è Giacomo Galanda, tra i pochi a non naufragare in Gara 2, e sempre buono nella serie. Gek sta continuando la sua ascesa dopo una stagione non facile: i tiri da fuori adesso entrano, soprattutto nei momenti delicati, lui riesce a farsi valere, senza subire la forza degli altri lunghi. Come ai bei tempi: del resto anche la Skipper sembra aver imparato bene la lezione.
«Gara 3 è stata la nostra miglior prestazione nel corso di queste semifinali, perchè l´impegno è stato distribuito sull´arco dei 40´, e Cantù non ha mollato gli ormeggi come nel primo quarto della serie. L´emozione o la tensione non sono state fattori per loro, come non lo saranno oggi. E´ stato fondamentale tornare sulla retta via subito, imponendo la nostra superiorità fisica, che è sorretta da una condizione molto buona, come dimostrano i miglioramenti che riusciamo ancora a fare».
Secondo logica, chi tiene in mano il pallino del gioco è destinato a decidere il match. «La difesa ci ha permesso di scegliere quando correre e quando camminare e l´Oregon si è dovuta adeguare. Per affrontarli su un piano di vantaggio, o perlomeno senza dover partire ad handicap o senza soffrire oltremodo, la prestazione è da ripetere. Vorrei una Skipper chirurgica, in grado di stabilire come comportarsi, tenendo sempre a mente che al Pianella si passa solo con grandi prestazioni».
Il messaggio è che non ci si debba fidare di un´Oregon che comunque a Bologna non ha prodotto più di 25´ di buon basket, su 80´ giocati. «Se hanno mollato di brutto nell´ultimo quarto, ciò non significa che siano alla frutta. Il carattere non fa loro difetto e questo è sempre il fattore prevalente nei play-off. Quindi, me li aspetto pronti. Ci vorrà pazienza e non smania, sapendo di avere risorse buone, tra i titolari e la panchina, e forse un pizzico di birra in più».
Il collettivo rimane l´obbligo, ma sarà indispensabile qualche acuto nel coro. «Basile - conclude Galanda - è la nostra guida. I suoi punti servono a dare fiducia a tutti: ha mancato Gara 2, ma dall´inizio della stagione è uno dei pilastri, una certezza. Milic non ha solo un grande repertorio di giocate sopra l´anello, può avere minuti di difesa assoluta, come si è visto. Questo è il nostro lato buono: l´intero organico è in grado di avere picchi importanti nel corso dei 40´. Dovremo capitalizzarli».
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica