PESARO — Per uno esuberante come lui, partecipare a un torneo a Sondrio vuol dire sentirsi isolati dal mondo: soprattutto se ha appena perso il cellulare, con dentro tutti i numeri di telefono che gli servivano per rimanere in contatto. Ma trovare Pecile di cattivo umore è praticamente impossibile, anzi il biondino è un fiume in piena: «Sono molto felice per l'impatto che ho avuto col nuovo Ct della Nazionale: Recalcati è una persona che infonde fiducia e serenità, mi ha raccomandato di giocare tranquillo, senza paura di sbagliare».
E così contro le Filippine ha sbagliato veramente poco, il «Pec»: 22 punti con 6/7 da due e 1/1 da tre. Oltre ad avere sempre il quintetto come play titolare di una Nazionale sperimentale per l'assenza di competizioni importanti, visto che ai Mondiali non ci s'andrà: «Però si andrà in tournée in Cina e la cosa mi incuriosisce molto: e quando mi ricapita?» ride Pecile, che a proposito di Mondiali, ma di calcio, dice: «Mi guardo ogni sera tutti i gol. A parte l'Italia, le mie simpatie vanno al Portogallo, mi piace come gioca…». Fiero di indossare la maglia azzurra ma anche quella biancorossa: «Ci mancherebbe. E ci terrei a chiarire un particolare: io non ho chiesto nessun adeguamento del contratto per restare, non sta a me fare proposte, casomai alla società. Il prossimo anno a giugno sarò libero e non credo che la Scavolini voglia perdermi a costo zero perciò ne parleremo sicuramente nel corso della stagione, ma io non sono affatto scontento. Certo, il mio contratto è basso ma quando l'ho firmato ero juniores e a 19 anni andava bene per quello che avevo dimostrato fino a quel momento».
Una dichiarazione che testimonia una volta di più l'intelligenza di questo ragazzo, che sa valutare le cose per quello che sono, che sa di avere delle offerte ed eventualmente saprà valutarle quando sarà il momento. Vuole anche sapere, non solo rispondere, Pecile: «Non ho il computer e quindi non posso leggere i giornali locali su Internet. Ma che succede, è vero che l'Inferno diserterà il palazzo se resta Pillastrini?». Anche perché poi deve riferire a Booker, in America: «Io e Melvin ci sentiamo per telefono, anche se cerchiamo di non parlare troppo della Scavolini. So bene che lui prima di partire ha espresso il suo pensiero a chi di dovere su quello che manca alla nostra squadra per crescere ancora». E l'opinione di Pecile qual è? «Io ho un solo desiderio: spero che sia una squadra italiana, non mi piacerebbe ritrovarmi con sette americani: non ho niente contro di loro ma questo è il nostro campionato».
Elisabetta Ferri
E così contro le Filippine ha sbagliato veramente poco, il «Pec»: 22 punti con 6/7 da due e 1/1 da tre. Oltre ad avere sempre il quintetto come play titolare di una Nazionale sperimentale per l'assenza di competizioni importanti, visto che ai Mondiali non ci s'andrà: «Però si andrà in tournée in Cina e la cosa mi incuriosisce molto: e quando mi ricapita?» ride Pecile, che a proposito di Mondiali, ma di calcio, dice: «Mi guardo ogni sera tutti i gol. A parte l'Italia, le mie simpatie vanno al Portogallo, mi piace come gioca…». Fiero di indossare la maglia azzurra ma anche quella biancorossa: «Ci mancherebbe. E ci terrei a chiarire un particolare: io non ho chiesto nessun adeguamento del contratto per restare, non sta a me fare proposte, casomai alla società. Il prossimo anno a giugno sarò libero e non credo che la Scavolini voglia perdermi a costo zero perciò ne parleremo sicuramente nel corso della stagione, ma io non sono affatto scontento. Certo, il mio contratto è basso ma quando l'ho firmato ero juniores e a 19 anni andava bene per quello che avevo dimostrato fino a quel momento».
Una dichiarazione che testimonia una volta di più l'intelligenza di questo ragazzo, che sa valutare le cose per quello che sono, che sa di avere delle offerte ed eventualmente saprà valutarle quando sarà il momento. Vuole anche sapere, non solo rispondere, Pecile: «Non ho il computer e quindi non posso leggere i giornali locali su Internet. Ma che succede, è vero che l'Inferno diserterà il palazzo se resta Pillastrini?». Anche perché poi deve riferire a Booker, in America: «Io e Melvin ci sentiamo per telefono, anche se cerchiamo di non parlare troppo della Scavolini. So bene che lui prima di partire ha espresso il suo pensiero a chi di dovere su quello che manca alla nostra squadra per crescere ancora». E l'opinione di Pecile qual è? «Io ho un solo desiderio: spero che sia una squadra italiana, non mi piacerebbe ritrovarmi con sette americani: non ho niente contro di loro ma questo è il nostro campionato».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino